
Pisapia rimanda ancora il bilancio: «Obbligatorio aumentare tasse». Rizzi: «Falso. Tagli noti dal 2010»
Va per le lunghe l’approvazione del bilancio (di previsione) del Comune di Milano: a settembre, infatti, non è ancora stato votato dalla giunta arancione del sindaco Giuliano Pisapia. Appuntamento rimandato dunque a settimana prossima, quando si riuniranno le commissioni. «Non mi è mai capitato un simile ritardo da quando sono al Comune e sono orami sedici anni che sono qui», ha dichiarato a tempi.it il capogruppo Pdl Alan Rizzi, che ha aggiunto: «Sorprende la mancanza totale di un progetto; noi le nostre proposte le abbiamo fatte più volte, ma non siamo mai stati ascoltati».
SCELTE OBBLIGATE? Tra le misure che il sindaco Pisapia sembra determinato a voler adottare per colmare il buco di bilancio iniziale da 400 milioni di euro (ora ridotto a 240) ci sono l’aumento “virtuale” delle aliquote Imu dallo 0,4 allo 0,575 per cento (aumento che ha l’effetto di gravare sui rimborsi del governo per l’abolizione dell’Imu) e il rincaro dell’Irpef, entrambi in bozza. Se fino ad ora, inoltre, le esenzioni Irpef erano godute da 600 mila milanesi, da oggi saranno solo 180 mila a poterne usufruire. La soglia di esenzione, infatti, è stata abbassata da 33.500 a 15 mila euro. «Ci ha fatto molto soffrire abbassare la soglia di esenzioni Irpef rispetto all’anno scorso», ha dichiarato Pisapia alla festa del Pd di Sesto: «Abbiamo fatto delle scelte dolorose che cercheremo di migliorare, ma l’alternativa era il default, il fallimento del Comune». Sarebbe, secondo il sindaco, arrivato il «commissario del governo».
DOVEVA PENSARCI PRIMA. Rizzi e il Pdl, però, la pensano diversamente. Da tempo il principale partito di opposizione in Consiglio comunale sottolinea l’importanza che avrebbe avuto pensare al bilancio già qualche anno fa. A portare in una simile situazione di stallo Milano, una delle città dove l’imposizione fiscale locale è già tra le più alte, infatti, è stata, secondo Rizzi, l’inazione del governo della città: «Che i trasferimenti dello Stato sarebbero stati tagliati lo si sapeva dal 2010», puntualizza Rizzi, «ma non se ne è voluto tenere conto». Inoltre «è aumentata la spesa corrente» e il Comune «non si è mai interrogato seriamente a verificare quali prestazioni è effettivamente tenuto ad erogare per legge e quali no». Come se non bastasse, negli ultimi anni è quasi «raddoppiata la capacità di introito del Comune», ma anche questo non è bastato a Pisapia. Infine, lieviteranno biglietti e abbonamenti dell’Atm.
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