Picasso a Pechino

La micromissione economica cui ci siamo aggregati nei giorni in cui Bush pregava in chiesa, chiedeva libertà e vendeva Boeing 737, è quella del mercante d’arte Paolo Dal Bosco, un trentino che in un quarantennio di commerci spesi tra aste a Londra, Ginevra e New York, si è specializzato nella collezione di incisioni e opere grafiche di grandi maestri, da Durer a Chagall, da Goya a Picasso. E proprio una collezione di 260 Picasso (litografie) lo ha portato in Cina. Doveva fermarsi a Macao. Ma il genio commerciale della formica cinese lo ha convinto a impiantare una mostra itinerante che è partita nell’autunno del 2004 dall’ex colonia portoghese, è approdata a Pechino e non si è fermata più, toccando tutte le principali città cinesi e, a dicembre, chiuderà a Taiwan. Risultato? Un milione di visitatori. Un successo che ha fatto gongolare il partner cinese che, versato il fisso contrattuale al mercante di Trento, si dividerà gli incassi dei biglietti venduti a 30 Ren Min Bi cadauno, equivalenti a circa 3 euro.

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