Phillips ancora a processo: è perseguitato da 9 anni per la sua fede (e le sue torte)

Di Leone Grotti
26 Marzo 2021
È iniziato il nuovo processo a Phillips, il pasticciere cristiano degli Stati Uniti che si è rifiutato di realizzare due torte inneggianti alla transizione di genere e a Satana
jack phillips pasticciere

Jack Phillips è di gran lunga il pasticciere più famoso del Colorado, anzi d’America. Ed è di nuovo stato trascinato in tribunale perché non vuole realizzare dolci contrari alla sua fede cristiana. Se nel 2012 una coppia omosessuale gli aveva chiesto una torta per celebrare il proprio matrimonio gay, al tempo della richiesta illegale nello Stato, questa volta un avvocato ha preteso da Phillips una torta per festeggiare la propria transizione di genere e poi un’altra ancora in onore di Satana.

Il nuovo processo a Phillips

La prima udienza del nuovo processo ha avuto luogo lunedì e Phillips, insieme alla sua legale, Kristen Waggoner, spera che finisca proprio come nel 2018. Quell’anno, infatti, la Corte Suprema diede ragione al pasticciere cristiano e torto alla Commissione per i diritti civili del Colorado che l’aveva condannato per discriminazione. Phillips ha sempre affermato di non essersi rifiutato di vendere i prodotti del suo negozio alla coppia gay, bensì di non aver voluto creare una torta ad hoc con un messaggio che andava contro la propria fede. Per questo, nello storico processo Masterpiece Cakeshop v. Colorado Civil Rights Commission, la Corte Suprema stabilì che rientra a pieno titolo nel Primo emendamento il diritto a non creare con le proprie capacità artistiche qualcosa che vada contro le proprie convinzioni religiose.

Nel 2017 un avvocato di nome Autumn Scardina chiamò il negozio di Phillips chiedendo una torta rosa all’interno e blu all’esterno per celebrare la propria transizione di genere. Quando Phillips si rifiutò, spiegando che andava contro la propria fede cristiana, Scardina lo segnalò nuovamente alla Commissione. Questa inizialmente portò avanti il caso, poi lo lasciò cadere dopo che nel 2019 il pasticciere fece causa allo Stato, proprio come la prima volta. Scardina ha quindi fatto causa a sua volta, chiedendo 100 mila dollari come risarcimento per il torto subito.

Clima da Rivoluzione Culturale

La malafede dell’avvocato transgender è palese. Innanzitutto, nel suo esposto, Scardina ha dichiarato di aver richiesto una torta di compleanno, cambiando la versione dei fatti rispetto alla denuncia fatta alla Commissione. Inoltre, quando le hanno chiesto perché abbia poi domandato una seconda torta raffigurante Satana che si fuma una canna, ha risposto: «Volevo far capire al signor Phillips che il suo pensiero è sbagliato».

Da queste dichiarazioni si capisce chiaramente che l’avvocato transgender non voleva una torta. Il suo vero obiettivo era punire Phillips per la sua fede cristiana e cercare di «cambiare il suo pensiero». Un obiettivo che, con altri mezzi, veniva perseguito anche dal regime comunista in Cina negli anni Cinquanta e poi durante la Rivoluzione Culturale, quando ai cristiani veniva imposto di denunciare e rinnegare la propria fede.

Il pasticciere perseguitato

Phillips è vittima di una vera e propria persecuzione. Da quando è stato denunciato la prima volta, il pasticciere ha perso il 40% del suo fatturato perché ha smesso, onde evitare problemi, di realizzare le sue torte di matrimonio personalizzate. Ma alle lobby che promuovono il pensiero unico non basta averlo rovinato economicamente. Ora pretendono che lui cambi modo di pensare.

«Jack [Phillips] viene colpito per il suo credo religioso», ha dichiarato al Wall Street Journal il suo avvocato. «I suoi avversari utilizzano la legge come arma per punirlo e distruggerlo perché non vuole mettere le sue capacità contro la fede cristiana. Vogliono fare della legge un’arma per portare avanti la “cancel culture”».

«Oggi tocca a Phillips, domani a voi»

Alcuni recenti precedenti legali sembrano per fortuna giocare in favore del pasticciere. Nel 2018, la Corte Suprema ha sentenziato nel caso Nifla v. Becerra che la California non può costringere i centri di maternità gestiti dai pro-life ad affiggere informazioni su come ottenere un aborto finanziato dallo Stato, perché questo andrebbe esplicitamente contro il motivo per cui esistono tali centri. Sempre nel 2018, nel caso Janus v. Afscme, i giudici supremi hanno abolito una legge dell’Illinois che obbligava i dipendenti pubblici a versare la quota ai sindacati anche se questi sostenevano tesi politiche contrarie al pensiero degli impiegati.

Tutte queste sentenze sono state emanate quando ancora alla Corte Suprema non sedevano due giudici nominati da Donald Trump, Brett Kavanaugh e Amy Coney Barrett, da sempre difensori dei diritti sanciti dal Primo emendamento, come la libertà religiosa e di espressione.

L’esito del processo è incerto. È tuttavia interessante notare come l’avvocato transgender Scardina non abbia chiesto a nessun’altra pasticceria della città di Lakewood di prepararle la torta tanto desiderata. Chissà perché. Chiosa Waggoner, chiedendo che la comunità esprima il suo appoggio a Phillips, che ha aperto la sua pasticceria nel 1993 e da nove anni viene perseguitato per la sua fede: «Oggi tocca a Jack. Ma domani potrebbe toccare a voi».

@LeoneGrotti

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