«Ora in pericolo gli altri diritti». La fake news della sinistra Usa sull’aborto

Di Piero Vietti
06 Maggio 2022
Dopo il parere della Corte suprema che sembra volere ribaltare la sentenza Roe v. Wade è partita l'offensiva dem che la butta in caciara e parla di contraccezione e nozze gay a rischio
Aborto Corte superma
Una manifestante pro choice davanti alla Corte suprema americana mostra un cartello con scritto «L'aborto salva vite» (foto Ansa)

Come prevedibile, democratici e media americani hanno trasformato il parere della Corte suprema anticipato da Politico nel quale il giudice Alito sostiene la necessità di ribaltare la sentenza Roe v. Wade sull’aborto in un minaccioso racconto distopico degno di Margaret Atwood. Adesso vieteranno l’aborto, poi la contraccezione, i matrimoni omosessuali e persino quelli interraziali, è la parola d’ordine.

Biden fa disinformazione sull’aborto

Se esistesse un vero sistema di fact-checking, e non solo quello progressista di media liberal e social network, molti opinionisti, politici di sinistra e persino il presidente degli Stati Uniti Joe Biden verrebbero accusati di produrre fake news. Se la sentenza che nel 1973 stabilì che negli Stati Uniti l’aborto è un diritto garantito dalla Costituzione dovesse essere annullata, ha detto Biden, «significherebbe che ogni altra decisione relativa alla nozione di privacy viene messa in discussione», e che «in Florida possono decidere di approvare una legge che dice che il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è consentito».

In un editoriale il Wall Street Journal ha chiamato le affermazioni del presidente per quello che sono, disinformazione. È lo stesso giudice Alito nella bozza circolata lunedì a dire chiaramente che il ribaltamento di Roe non mette a repentaglio altri diritti che i tribunali hanno fondato sulla privacy: «Sottolineiamo che la nostra decisione riguarda il diritto costituzionale all’aborto e nessun altro diritto», scrive Alito. «Niente in questa opinion dovrebbe essere inteso per mettere in dubbio precedenti che non riguardano l’aborto».

Che cosa dice davvero il parere del giudice Alito

La fuga di notizie di una bozza di parere che potrebbe ancora essere rivista, può avere solo un’intenzione: esercitare un’intensa pressione sui membri della Corte suprema che hanno sostenuto la bozza per revocare la loro decisione. Il fatto è che a differenza da temi come la contraccezione e i matrimoni omosessuali, l’aborto da cinquant’anni continua a dividere l’opinione pubblica, fa discutere i giuristi, e resta una questione morale e politica controversa (là dove ancora se ne può discutere). L’eventuale sentenza di ribaltamento di Roe v. Wade non impedirebbe l’interruzione di gravidanza, ma semplicemente restituirebbe agli stati e al dibattito democratico le politiche sull’aborto.

Non c’è nulla di distopico nel permettere ai rappresentanti eletti del popolo di decidere su un tema che continua a interrogare l’etica e la medicina. Le sentenze che hanno stabilito negli anni il diritto alla contraccezione e ai matrimoni gay e interraziali sono diverse da Roe, e sono su temi che non dividono gli americani. Come scrive sullo Spectator Melanie McDonagh, «il merito della controversia sull’aborto negli Stati Uniti, che difficilmente si concluderà anche quando la Corte Suprema emetterà la sentenza definitiva a giugno, è che ci sono due parti che discutono sui diritti degli esseri umani prima che nascano e sui diritti delle donne».

Gli Stati Uniti sono un posto in cui è ancora permesso «sollevare la questione fondamentale se l’aborto sia un omicidio perché comporta la distruzione di un essere umano». Alla propaganda democratica occidentale tutto questo interessa poco in realtà, l’obiettivo è politico ed elettorale: spaventare gli americani facendo credere loro che i giudici reazionari e trumpiani della Corte suprema vogliono entrare nelle loro camere da letto e rubare i loro diritti. Fake news, direbbero loro.

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