
Perché, per una volta, non possiamo non dirci prodiani

Tempi non ha mai avuto alcuna simpatia politica per Romano Prodi, anzi. Qualunque nostro lettore sa che lo abbiamo sempre considerato un avversario sul piano politico e delle idee e, proprio perché la nostra opposizione si è mossa su questo versante, non è mancata anche qualche convergenza, come accadde con un’intervista di qualche anno fa.
Quindi, diciamo la verità, leggere oggi il suo colloquio con il Corriere della Sera, e ritrovarsi concordi con molti dei suoi giudizi, sorprende innanzitutto noi.
LA PARALISI ITALIANA. Cosa ha detto Prodi? Ha parlato di molte cose. L’economia e la crisi, innanzitutto. È vero, spiega l’ex presidente del Consiglio, che «l’Europa è parzialmente uscita dalla crisi e così anche noi», ma l’aver invertito il trend negativo non può farci stare tranquilli. Una previsione di crescita tra l’1 e 1,2 per cento, «dopo avere perso quasi il 20% della nostra capacità produttiva» non è sufficiente a risolvere il problema dell’occupazione. Il paese è bloccato, «ha difficoltà a decidere in tutti i settori». Prodi fa l’esempio del recente referendum sulle trivelle: «La vera questione, anche nei dibattiti del referendum, era: non ci fidiamo dello Stato e della sua capacità di giudizio. Quindi moltiplichiamo i controlli e le proibizioni. Questa è la paralisi italiana».
LA COSTITUZIONE. Seconda questione: la riforma Boschi-Renzi sulla Costituzione: «Osservo che il dibattito – dice il professore bolognese – si sta spostando su un braccio di ferro tra le forze politiche e non sul merito. Ricordo solo che le riforme costituzionali debbono durare molto e non possono essere mirate solo all’interesse di chi possiede la maggioranza del momento».
L’AUSTERITY E LA BCE. Tre: l’Europa. Tutti sappiamo che Prodi è un convintissimo europeista, ma le sue parole sull’Unione sono assai severe: non esiste una politica europea che affronti in maniera decisa il problema dei problemi del Vecchio Continente: l’occupazione. «La Germania ormai da molti anni applica e fa applicare una politica di austerità che non è adatta alla situazione di depressione in cui ci troviamo. Cresce poco lei e fa crescere ancor meno noi. Francia, Italia, Spagna che hanno interessi comuni per una politica diversa non riescono a mettersi d’accordo tra loro. Tant’è vero che l’unica struttura europea che funziona come tale, la Banca centrale europea, sta facendo una politica alternativa».
Se finora abbiamo evitato di finire nel baratro è solo grazie a Mario Draghi, ma ora le sue cartucce sono finite: «La Banca centrale ha capito il pericolo di una stagnazione prolungata e fa di tutto per evitarla. Ha evitato il disastro, ma ha esaurito le sue munizioni. Il pericolo della stagnazione è ancora di fronte a noi: se continuiamo con la distruzione della classe media e l’accumulazione della ricchezza nella classe più elevata, che non consuma, costruiamo la stagnazione secolare».
PUTIN IN UCRAINA E SIRIA. Prodi parla anche di Brennero, grillini, eurobond, Libia fino ad arrivare a una questione particolarmente delicata: il rapporto Russia-Usa sulle contese in Siria e Ucraina. Barack Obama, spiega Prodi, non può fare molto senza Vladimir Putin. «Riusciamo a fare la pace in Siria senza di lui? Evidentemente no. Mentre l’emigrazione di lungo periodo l’avremo sempre con noi, il flusso tragico di oggi che fatichiamo a gestire è conseguenza della guerra. Mi rendo conto che dire questo in periodo di sanzioni un accordo può sembrare un segno di debolezza. Ma le sanzioni debbono essere efficaci non solo quando si applicano ma anche quando si tolgono. E toglierle alla Russia oggi può avere un’efficacia politica maggiore. C’è in gioco il problema dei rapporti di lungo periodo con Mosca, rapporti che sono indispensabili per il futuro russo e il futuro europeo. Ricordo che la Germania, leader delle sanzioni contro la Russia, ha concluso col Nord Stream il più grande contratto nel settore dell’energia con Mosca. Stiamo giocando?».
Il presidente russo, rimarca Prodi, «è uomo del tutto concreto. Nei nostri incontri abbiamo potuto mettere in discussione tutti i problemi. L’unico su cui non accetta discussioni è quello di avere la Nato alle porte di casa. Per questo motivo dobbiamo avere ben in testa che la soluzione del problema ucraino è quello di operare per un’Ucraina indipendente, un vero stato cuscinetto né russo né occidentale. Non è permesso a nessuno di scegliere il leader di un altro Paese. Noi non dobbiamo giudicare le leadership, ma favorire l’evoluzione dei Paesi. Bisogna stare attenti quando si interferisce nella vita di un altro Paese e bisogna invece preoccuparsi di ciò che potrebbe venire dopo».
Foto Ansa
Articoli correlati
7 commenti
I commenti sono chiusi.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!
Siamo arrivati al punto che quando un politico dice cose banalmente esatte ci sembra un portento. Questo signore prima di scoprire l’acqua calda già portati in Europa…
* c’ha portato. scusate. a volte mi scappa la parlata alla Biscardi.
… diciamo la verità, leggere oggi il suo colloquio con il Corriere della Sera, e ritrovarsi concordi con molti dei suoi giudizi, sorprende innanzitutto noi.
Complimenti per l’onesta’ …Meglio tardi che mai!!!
Prodi (nel bene e nel male) e’ stato uno pochi politici veri che ha avuto il nostro paese negli ultimi 20 anni.
Saluti
Non esageriamo…..
Caro Giu,…”prodi è stato uno dei pochi politici veri che ha avuto il nostro Paese negli ultimi 20 anni “…..spero che sia una battuta da Carnevale.
Ciao Filippo81 hai ragione gli altri politici veri degli ultimi 20 anni sono stati la Brambilla, Gasparri, Dalema, La Russa, Salvini, Veltroni, Berlusconi, Casini etc,..
P.s.
…in questo caso perdonami l’ironia
prodi è di gran lunga peggiore di quelli che hai elencato.