
Perché per il centrodestra Milano non è Roma. Garantisce Parisi

A Milano nel centrodestra sono tutti d’accordo, scrive oggi Libero: «La faida Meloni-Bertolaso», che sembra essere solo l’epifenomeno di una profonda spaccatura tra Forza Italia e Lega, «deve rimanere lontana». Al quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, Stefano Parisi, il candidato sostenuto da tutto il centrodestra, dice: «Problemi a Milano? Non scherziamo. Qui remiamo tutti nella stessa direzione». Tuttavia, spiega sempre Libero, ieri il leader forzista Berlusconi «ha creato qualche preoccupazione tra i suoi quando ha sottolineato che i patti rimarranno quelli “a meno di fatti imprevedibili”. Difficile intuire a cosa alludesse l’ex premier, ma in una situazione come questa basta poco per seminare il panico».
«DA QUI SI RIPARTE». L’ex city manager di Gabriele Albertini, ci tiene a tranquillizzare il suo elettorato di riferimento: è vero, come ricorda Libero, che il pasticcio di Roma ha fatto partire un «terremoto che sta sfasciando il centrodestra»; ed è vero pure che «le scosse si sono sentite anche al Nord, dove Forza Italia ha rotto ieri l’alleanza con la Lega per le comunali torinesi. Milano, però, non si tocca». Assicura Parisi: «Ho sentito e continuo a sentire sia Berlusconi che Salvini e posso garantire che non c’è alcun problema. Questa è la culla del centrodestra e da qui ripartiremo per creare una nuova coalizione».
SONDAGGI BUONI. Lo stesso segretario del Carroccio Matteo Salvini proprio ieri ha elogiato la «squadra forte e compatta» che vuole riconquistare Milano dopo la “parentesi” Pisapia. Squadra compatta anche perché – nota Libero – «qui, per una volta, si può vincere». Infatti «gli ultimi sondaggi lasciano ben sperare. Nella peggiore delle ipotesi, Sala al primo turno è dato al 42 per cento mentre Parisi al 35 per cento. Altre rilevazioni vedono il candidato di Lega e Forza Italia a soli tre punti dal suo rivale già al primo turno. Al ballottaggio, quindi, il distacco sarebbe ridottissimo». In più ci sono almeno altri due fattori che potrebbero giocare a favore di Parisi e contro Sala: innanzitutto il fatto che «gli indecisi o quelli che non votano sono quasi il 50 per cento» secondo Libero. E poi «la campagna elettorale è appena iniziata», e visto che l’ex numero uno di Expo è attualmente il front runner, è lui quello che rischia di perdere più voti nei prossimi mesi.
IL METODO GIUSTO. Comunque, il rischio che lo scontro tra Berlusconi e Salvini finisca per travolgere Parisi lo ha segnalato anche il Foglio in un editoriale. «A Milano – si legge nell’articolo – in un sussulto di politica, è stata trovata la candidatura di Stefano Parisi. Una sua vittoria contro Beppe Sala non è facile, o probabile. Ma si corre per vincere, o no?, e lui è adatto al ruolo». Vincente, secondo il Foglio, è soprattutto «il metodo con cui è stato individuato il candidato», che rispecchia esattamente «cosa dovrebbe fare il centrodestra» per «contendere elettori e governo alla sinistra di matrice renziana: coalizione, politica e non antipolitica, un programma di buongoverno, squadre credibili». Dunque, anche per l’ambizioso progetto annunciato di ricostruire il centrodestra a partire proprio da Milano, Lega e Forza Italia dovrebbero evitare di importare qui «la mancanza di credibilità generale dello schieramento».
«DIVISIONE INCOMPRENSIBILE». All’editoriale del quotidiano diretto da Claudio Cerasa risponde oggi in una lettera il capogruppo di Ncd alla Camera Maurizio Lupi. Alleato di governo di Renzi a Roma, a Milano il partito centrista è tra i fautori della candidatura di Parisi, con Forza Italia e la Lega. «La lite romana – scrive Lupi – è solo l’epilogo del centrodestra che abbiamo abbandonato», con Berlusconi pronto a tutto pur di non dover cedere il ruolo di leader a Salvini. E «Bertolaso, la cui bravura non si discute, è anch’essa una scelta con la testa rivolta al passato», aggiunge l’ex ministro delle Infrastrutture. Invece «a Milano abbiamo cercato di evitare il ridicolo e l’incomprensibile. L’incomprensibile, per gli elettori, divisione di un centrodestra che continua a governare insieme in regione Lombardia, prima a guida forzista e ora a guida leghista».
LA FORZA DI BERLUSCONI. Secondo Lupi «la forza che sta spingendo Parisi è la stessa con la quale Berlusconi ha sempre guidato le scelte su Milano: ha sempre indicato persone nuove, credibili e che sapessero unire intorno a sé forze che altrimenti non avrebbero la capacità di una coalizione politica». Ecco qual è «la via milanese al centrodestra che non teme ponentini romani», ribadisce l’esponente di Ncd: «Una coalizione unita da una persona, su cui i cittadini si esprimeranno direttamente, in cui le diversità invece che problema diventano risorse». Con questa convinzione il centrodestra può tornare vincere e a governare bene. «I problemi”, se così vogliamo chiamarli, per Parisi, o per Sala (credo di più per Sala, vista la litigiosità politica e programmatica, nazionale e milanese, della compagine che dice di sostenerlo), inizieranno il giorno dopo dell’elezione a sindaco», non prima.
Foto Ansa
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1 commento
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Io credevo che Lupi dopo 20 anni avesse capito chi era Berlusconi invece siamo punto a capo… peccato.
Ma parisi non era libero dai partiti e dai personaggi del potere di Roma?