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Perché Erdogan ha ancora un popolo dietro di sé. E davanti un baratro

Di Rodolfo Casadei
30 Maggio 2023
Il luogo comune mediatico che vuole un leader indebolito in una Turchia spaccata in due non regge: lo dimostra la geografia del voto. La vera sfida per il “Sultano“ ora è l’economia
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arringa i suoi sostenitori davanti a casa sua a Istanbul dopo la vittoria al ballottaggio di domenica 28 maggio 2023
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan arringa i suoi sostenitori davanti a casa sua a Istanbul dopo la vittoria al ballottaggio di domenica 28 maggio 2023 (foto Ansa)

Per consolarsi della spiacevole vittoria di Recep Tayyip Erdogan nel ballottaggio delle elezioni presidenziali turche, che apre la prospettiva di un intero quarto di secolo ininterrotto di potere del leader islamista (salito al governo nel 2002 e ora presidente in carica fino al 2028), la stampa italiana ha titolato perlopiù di un leader indebolito in un paese diviso in due blocchi contrapposti, polarizzati intorno alla sua figura di autocrate arciconservatore. La fotografia è decisamente sfuocata.
Chi ha scelto Kılıçdaroğlu
La Turchia spaccata a metà fra sostenitori di Erdogan e sostenitori di Kılıçdaroğlu si attaglia alle regioni di Istanbul e di Ankara, dove lo sfidante ha sopravanzato di poco il capo di Stato (ma ciò non gli è servito per il risultato finale). Nel resto del paese le differenze regionali sono apparse stridenti, con distretti massicciamente favorevoli a Erdogan e altri unanimemente dalla parte di Kılıçdaroğlu.
Se si dà un’occhiata alla mappa dei distretti elettorali...

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