«Perché volete mandare sul lastrico le famiglie dei tassisti?»

Di Chiara Sirianni
13 Gennaio 2012
I lavoratori della categoria sono sul piede di guerra. Intervista a Marco Acconero (Unione Artigiani): «Il costo di una licenza va dai 150.000 ai 220.000 euro. Si tratta di un capitale investito, tramite debiti e mutui bancari. Non ha senso espropriarlo. I cittadini ne avrebbero solo degli svantaggi».

Sulle liberalizzazioni non ci saranno passi indietro. Il presidente del Consiglio Mario Monti l’ha ribadito, seguito dal ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera. In arrivo un decreto al mese, per andare a colpire tutte le categorie protette. E i tassisti, sul piede di guerra, si sono detti «pronti a bloccare il paese».

Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani, parla di una situazione in procinto di esplodere: «C’è un grande sconcerto, dal momento che le licenze non vengono regalate, ma sono frutto di sacrifici di tutta una vita. A Milano i tassisti sono 5.000, in Italia attorno ai 36.000. Il costo di una licenza va dai 150.000 euro ai 220.000. Si tratta di un capitale investito, tramite debiti e mutui bancari. Non ha senso espropriarlo. È come se dopo aver comprato una casa, lo Stato dalla sera alla mattina decidesse di regalare appartamenti. Il valore di casa mia crolla, e non è giusto». 

Segretario, secondi i dati dell’Antitrust il rapporto tra licenze e abitanti nelle grandi città italiane (Milano, Roma, Napoli, Firenze) è di gran lunga inferiore a quello delle principali città europee.
Non ci risulta, ma è chiaro che le capitali europee abbiano un turismo, sia di affari sia di svago, superiore a quello italiano. Fare un confronto non è congruo. Invito tutti a osservare un dato empirico: girando per Milano, nelle piazzole taxi, ci sono sempre macchine in coda. È la migliore prova visiva di quanto non ci sia assolutamente bisogno di aumentare il numero di licenze. 

L’aumento di taxi in circolazione significherebbe anche meno corse per i singoli tassisti e un guadagno inferiore a fine mese. Attualmente qual è il reddito medio di un tassista? 
L’offerta è maggiore alla domanda e in molte città si fatica a portare a casa la giornata. Si tratta di un’attività con un alto costo di ammortamento, certo non ci si arricchisce. Il guadagno medio di una giornata è inferiore ai 100 euro, da cui vanno scalate le spese di carburante e di mantenimento. Questa liberalizzazione potrebbe avere ripercussioni gravissime: abbassamento della qualità del servizio, ma soprattutto migliaia di famiglie sul lastrico. Non siamo a davanti a una lobby da demonizzare, ma a una categoria di lavoratori da tenere nella giusta considerazione. Non dimentichiamoci che il servizio taxi è il primo biglietto da visita di una città. 

La possibilità di assegnare gratuitamente agli attuali titolari una seconda licenza, da utilizzare o da vendere consentendo il recupero della perdita di valore della licenza originaria, potrebbe essere una soluzione valida? 
No, perché comporterebbe un numero di licenze raddoppiato. E con l’attuale situazione di mercato, sarebbe un disastro. Il prezzo andrebbe quasi a zero, con possibilità di recupero davvero minime. Non conviene neanche ai cittadini: il principale timore è che si inseriscano cooperative, in grado di spiazzare i piccoli. Come avviene negli Stati Uniti, dove si tratta spesso di macchine di infima qualità, con conduttori che faticano a parlare l’inglese, e con una qualità di servizio decisamente bassa. Soprattutto, le tariffe non sono inferiori. Il consumatore finisce per essere danneggiato. 

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