
PERA E LO SPIRITO DEL GIUS
Questo è stato il primo Meeting di Rimini che si è tenuto dopo la morte di don Giussani. E il problema più interessante è quel che diverrà Comunione e Liberazione dopo la perdita di un carisma che univa solo con la sua presenza. è un problema che si pone per tutti i movimenti ecclesiali quando sparisce il fondatore. Don Giussani aveva posto l’accento sulla identità dei cristiani nella storia e nella società: ed è questa la ragione per cui, diversamente dagli altri movimenti ecclesiali, Comunione e Liberazione ha partecipato così direttamente alla politica italiana.
Ma è ancora la politica il luogo più interessante per chi intende testimoniare Gesù Cristo nella storia, secondo il carisma proprio del fondatore?
Il Meeting di Rimini è sempre un fatto politicamente interessante, rende possibile riempire il grande vuoto della politica di fine agosto, quando tutto il potere è in vacanza. è ancora il Meeting di Rimini una testimonianza a Cristo? è quello il luogo in cui si definisce la presenza cristiana nella società e nella storia?
Guardando le giornate di Colonia, mi è sembrato di cogliere l’intenzione di Benedetto XVI: quella di mettere l’accento soprattutto sui temi che riguardano l’identità cristiana in se stessa, perché è essa che viene messa in discussione, non il rapporto tra Chiesa e politica.
Rimini è divenuto il luogo del “politicamente corretto”, della trasversalità diffusa, dello stemperamento del linguaggio e dei problemi, il regno insomma dell’ovvio. Rimini, necessariamente trasversale, dice soltanto quello che tutti dicono.
L’unica cosa politicamente scorretta è stato il discorso del presidente del Senato, ma paradossalmente Pera ha ripetuto le stesse cose che ha detto più volte insieme al cardinale Ratzinger, ha posto il problema del rapporto tra verità e libertà, tra cristianità e Occidente. Non è il rapporto tra Chiesa e politica ma quello dell’esistenza della Chiesa in Occidente che Pera ha messo al centro della sua lucida analisi. Egli non ha criticato il meticciato razziale ma il meticciato culturale, la rinunzia alla propria identità, cioè le ragioni per cui Benedetto XVI ha chiesto che dalle aule pubbliche non venisse rimosso il crocifisso. Se non si può dire a Rimini, nel luogo benedetto dal carisma di don Giussani, il politicamente (e magari ecclesiasticamente) scorretto, si è veramente ancora fedeli allo spirito del fondatore? Dire che Pera parla così perché non è cristiano non mi sembra nello spirito e nel carisma di don Giussani.
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