Pedofilia nel clero, altro che tolleranza zero

Di Antonio Villa
22 Ottobre 2021
Gesù è durissimo con chi si macchia di tali peccati, ma il Papa deve stare attento: lo applaudono ma a loro non interessa nulla di lui, della Chiesa e tanto meno della castità
papa Francesco

papa Francesco

Egregio direttore, ci voleva la botta di questa mattina a ridecidermi, per la quinta volta, a dire qualcosa sulla pedofilia nel clero. La botta è la morte improvvisa dell’amico fratello Luigi Amicone. A lui piaceva sentirmi utilizzare nelle conversazioni i versetti del Santo Vangelo, perché, bontà sua, risentiva tonalità esistenziali tipiche del parlare di don Giussani.

Così è accaduto a me questa mattina, giusto il tempo di affacciarsi i primi segni della grande tristezza, nello spirito lo sento rimproverarmi amabilmente così: “Cosa fai Villin? Perché piangi? Hai forse dimenticato che la nostra patria è nei cieli?”. Ditemi voi se non sono parole che somigliano al brevissimo ma intensissimo dialogo tra Gesù e la mamma quando fu ritrovato nel tempio!

Cosa centra questo con le righe che sto scrivendo? Spero di avere il vostro consenso se trovo il “bandolo della matassa” in qualche parola di Gesù. Mi basta ricordare Luca 17 – 4. Dice che gli scandali ci saranno sempre e che l’autore deve esser affogato (altro che tolleranza zero!) e Luca 17,43 (di Gesù hanno detto che è un mangione e un beone amico dei peccatori; e lui ha trovato il coraggio di smascherare l’impostura dei farisei dicendo loro: “Le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio”).

Mi fermo qui, nelle citazioni, perché non ho nessuna voglia di parlare di queste cose. Dico soltanto che vengo da una educazione che su questo punto aveva stabilito il tabù (io sono stato espulso dalla chiesa a 15 anni perché, alzatomi in piedi, mostravo le ginocchia avendo i calzoni corti!). Più tardi ho capito la saggezza del nonno che diceva: “Perché le cose vadano bene, ognuno impari a fare il suo mestiere”, alludendo a tutti i soggetti implicati in queste sozzure.

Qui mi spiego. Premetto che per me, come dovrebbe essere per ogni battezzato, il Papa è la persona fisica che oggi occupa il posto di Pietro per volere dello Spirito Santo, il quale rimane presente a garantire coi suoi divini poteri e fino alla fine della storia la correttezza della trasmissione della fede.

Come faccia… leggete la storia della Chiesa come l’ha meditata mons. Negri. È molto istruttiva. Per esempio è possibile che il Papa non s’accorga che gli applausi piovutogli addosso parlando di tolleranza zero sono finzioni perché a loro, non interessa nulla di lui, della Chiesa e tanto meno della castità. Anzi, diventa trasparente il loro interesse a trascinare l’opinione pubblica nel condividere il disprezzo per una Chiesa esattamente come accadeva tra i farisei e Gesù (vedi episodio dell’adultera, Giovanni 8). A loro non interessava nulla della morale di Mosè, a loro interessa solo di distruggere la buona fama di cui gode a Gesù, e ci sono riusciti!

Mi tolgo un altro sassolino: ho nel breviario da tempi antichi la figurina del buon pastore per essere aiutato a pensare alla “misericordia”. La figurina corrisponde perfettamente alle parole usate da Gesù nella parabola perché rende evidente che al pastore importava soltanto recuperare la pecorella smarrita. Mi domando come mai Gesù non ha mai provocato curiosità ricordando la punizione con “l’affogamento” del pedofilo e la sua dichiarazione di aver avuto la missione del recupero proprio delle pecorelle smarrite (speriamo almeno che a nessuno venga in mente di raffigurare il pastore che ritorna con vestiti rovinati dai roveti tra i quali stava cercando la pecorella e con la stessa pendente sul fianco, presa per le orecchie e ammaccata dai calci ricevuti da una pastore arrabbiato!).

Il nonno avrebbe suggerito la semplice applicazione della punizione già prevista: la scomunica. Questa però annotata sul registro di battesimo e la minaccia della stessa scomunica nel caso che la denuncia sia stata falsa. Sempre il nonno avrebbe suggerito alle piccole vittime lo sfogo immediato con la mamma e, a questa, di correre non dal parroco ma dai carabinieri. Per oggi basta.

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