
Pdl, Silvio Berlusconi anticipa il Consiglio nazionale
Silvio Berlusconi ha deciso di anticipare il Consiglio nazionale del Pdl al 16 novembre, lunedì prossimo, anziché l’8 dicembre come inizialmente previsto. Che si tratterà, più che di un congresso, di una resa dei conti interna ormai non è solo un’elucubrazione da retroscenisti politici. Prova ne è che per lo stesso Giornale sarebbe giunta l’“ora di decidere con chi stare”. Berlusconi ha preso la decisione a sorpresa, dopo una riunione con alcuni dei “falchi” del suo partito, a Palazzo Grazioli: Sandro Bondi (che ieri aveva minacciato le proprie dimissioni per la supposta freddezza dei “governativi”- “colombe” davanti al voto di decadenza di Berlusconi al Senato), Maurizio Gasparri, Denis Verdini, Raffaele Fitto e Altero Matteoli.
QUAGLIARIELLO: «NON FAREMO LA FINE DI FINI». A testimonianza della spaccatura nel partito, il commento della “colomba” e ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello: «Martedì eravamo a un passo dal chiudere un accordo con Berlusconi, (i falchi, ndr) stanno provando a farlo saltare, perché vogliono che il Cavaliere sia punto di riferimento non di tutto il partito, ma solo della loro area. Pensano di cacciarci e di farci fare la fine di Gianfranco Fini. Un’illusione, nessuno di noi rinnegherà mai Silvio Berlusconi, e nessuno cederà a tentazioni centriste. Vogliamo solo costruire un partito forte in una coalizione forte, che possa legittimamente aspirare a vincere le prossime elezioni politiche». Quagliariello però confida ancora che non vi sia l’opzione di una nuova sfiducia al Governo da parte di Berlusconi: «Penso che non accada, ma in tal caso ce la giocheremo: la politica è anche rischio, no?».
CICCHITTO: «POTREMMO NON PARTECIPARE». La decisione di anticipare il Consiglio nazionale ha sicuramente aumentato il malumore interno, tanto che il deputato Pdl Fabrizio Cicchitto ha lasciato chiaramente intendere che non si tratta affatto di una partita chiusa o dal risultato scontato. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se le colombe avrebbero disertato o partecipato alla riunione del Consiglio nazionale Pdl, ha risposto: «La riunione è prevista il 16, c’è tutto tempo per riflettere e decidere».
MATTEOLI: «NESSUNA RESA DEI CONTI». Dall’altra parte della barricata il senatore Altero Matteoli replica: «Trovo non condivisibile che da parte di qualcuno si pensi e si affermi che la convocazione del Consiglio sia stata decisa per anticipare la resa dei conti. È un approccio sbagliato e non mi risulta rispondente alla verità delle cose. Per quanto mi riguarda lavorerò con impegno per favorire l’unità del partito attorno alla leadership di Silvio Berlusconi».
ACQUA SUL FUOCO. Malgrado la conta interna sia già più che avviata (il Giornale pubblica anche i primi numeri, spiegando che i falchi conterebbero su 650 delegati su 800 totali) anche il ministro alle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo, per parte delle colombe cerca di placare gli animi: «Il Consiglio nazionale non dovrà essere un ring, ma una grande occasione per stare uniti attorno a Silvio Berlusconi e per discutere due visioni differenti. C’è una parte del partito che ritiene che questo Governo, nato dall’emergenza e dal fatto che nessuno ha vinto le elezioni, debba andare avanti perché c’è un Paese in crisi. Contestualmente c’è un’altra parte che ritiene che bisogna staccare la spina, e quindi andare verso l’assoluta instabilità in Italia. Su questo ci dovremo confrontare serenamente, sapendo che il leader è Berlusconi». De Girolamo conclude: «Invito tutti alla calma, anche perché in tanti territori ci sono i ricatti, le pressioni, gli eccessi che non fanno bene alla democrazia».
BERLUSCONI. Ciò che è sicuro è che Berlusconi oggi ha fatto smentire alcuni retroscena pubblicati dopo la condanna dai giornali. Il suo difensore Niccolò Ghedini ha infatti fatto sapere che le notizie sulla «presentazione di una domanda di grazia al Presidente della Repubblica da parte dei figli di Berlusconi è destituita di ogni fondamento». Il Giornale riporta anche un secondo retroscena: Berlusconi avrebbe anticipato il congresso del Pdl per arrivare al voto di decandenza in Senato con un ruolo preciso, e perché sia ben chiaro «il fatto che loro (il Pd, ndr.) escludano dal Parlamento il leader del partito alleato non è conciliabile con un’alleanza di governo». Oggi è atteso un incontro tra Angelino Alfano e Berlusconi.
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