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Tanti eventi di attualità dividono le opinioni in due partiti basandosi, più o meno consapevolmente, sul concetto di “natura”: in effetti la sua definizione è più complessa di quella offerta dal (confuso) senso comune.
Partiamo innanzitutto da alcune considerazioni che valgono a premesse. Prima premessa: la natura umana (a differenza di quella animale) è “insufficiente”. Helmuth Plessner, lo abbiamo detto, la definiva “eccentrica”. Giacomo Leopardi trovava che tutto è poco e piccino alla capacità dell’animo proprio e che questo stato di cose porta l’uomo ad accusare le cose d’insufficienza. In pratica: la parte più originale dell’uomo è destinata a perire (noia) se resta “dentro” la sua natura.
Seconda premessa: questa eccentricità è ciò che costringe l’uomo a uscire dal “qui e ora”. Questa irresistibile fuoriuscita si chiama “cultura”: Max Weber era arrivato alla conclusione che la realtà empirica è per noi cultura. Sergio Belardinelli, amico sociologo, parla, per questo mot...
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