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Parole perse / L’istante che l’emozione non riesce ad afferrare

Di Pier Paolo Bellini
08 Ottobre 2022
Oggi viviamo senza domani: “Cogli l’attimo!”. Tutto il nostro arrabattarsi si concentra qui. Ma cosa succede quando l’attimo cessa?
Una scena del film L’attimo fuggente
Una scena del film L’attimo fuggente

Inizio anno scolastico, liceo sammarinese. Inizio particolare: due ragazzi della scuola qualche settimana prima muoiono sulla strada. Cosa si può sperare dal tempo quando il tempo finisce e lascia muti? Cosa può rendere vivibile l’istante che segue l’ultimo della persona cara?
La nostra storia millenaria è attraversata da due suggerimenti, due tentativi di rendere sensato l’istante. Il primo ha visto un lungo periodo di “evangelizzazione”, come se fosse necessario supportarlo: abbiamo avuto bisogno di ripeterlo nei secoli, come se portasse con sé, dietro il suo fascino immediato e travolgente, una debolezza congenita. Carpe diem. Orazio lo celebra nel I secolo a.C. riecheggiando filosofie epicuree di tre secoli prima: «Evita il dolore!». Lorenzo de’ Medici lo ribadisce sedici secoli dopo: «Godi la giovinezza che fugge! Evita il pensiero del domani!».
Una propaggine di questo fervore missionario arriva fino alle soglie del secondo millennio, nell’umanissimo e fragile invito a ...

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