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Parole perse / Eterno, il pensiero più audace che sia mai stato concepito

Di Pier Paolo Bellini
01 Ottobre 2024
Davanti all’antico cimitero di Stromboli ho pensato: «Ma perché trasportare fino qua dei morti? E caricarsi sulle spalle la bara, costruire tombe con tonnellate di pietra… Che senso ha?»
Uno scorcio del Cimitero vecchio dell’isola di Stromboli
Uno scorcio del Cimitero vecchio dell’isola di Stromboli

Qualche giorno fa, immergendomi nelle acque cristalline di Stromboli, ho notato la carcassa di un pesce sul fondo del mare: altri pesci più piccoli se ne cibavano (per quello che posso capire delle pratiche dei pesci). Nel pomeriggio dello stesso giorno, partito per risalire a piedi il vulcano, dopo venti minuti di sentiero, mi sono imbattuto nel cimitero del paese: ad altri cinque minuti di salita, un secondo cimitero abbandonato, della fine dell’Ottocento. «Ma perché», ho pensato, «trasportare fino qua dei corpi morti? E caricarsi sulle spalle la bara, costruire tombe con tonnellate di pietra… Che senso ha?».
L’uomo è un essere strano sotto tanti aspetti. E da tanto: la sepoltura e le tombe per i morti risalgono a cinquantamila anni fa, all’uomo di Neanderthal e ancora prima, all’Homo sapiens. Se un cane muore, suo padre, sua figlia, i suoi amici (se si possono chiamare così) non vengono interrogati dalla sua carcassa, che non rappresenta più alcun problema o interesse (per quello ch...

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