Parma dice addio al “suo” quoziente, Greci: «Speriamo venga riattivato presto»

Di Carlo Candiani
11 Gennaio 2012
Il commissario straordinario di Parma, Mario Ciclosi, ha annunciato la sospensione del quoziente tariffario familiare. Una decisione che ha scatenato malumori bipartisan. Per Cecilia Greci, ex responsabile dell’Agenzia per la famiglia: «Il Quoziente Parma stava funzionando benissimo, sarebbe un errore eliminarlo»

Dopo la bufera politica che qualche mese fa ha coinvolto la giunta comunale di Parma, sindaco compreso, la cittadina emiliana è tornata agli onori della cronaca politica. Il Commissario straordinario Mario Ciclosi, colui che sta facendo le veci della giunta dimissionata, ha convocato una conferenza stampa in sede di bilancio per annunciare la volontà di sospendere sine die l’istituto del quoziente tariffario familiare, il cosiddetto Quoziente Parma, interessante iniziativa della precedente  amministrazione. «Un’iniziativa lodata nello scorso novembre dal neo ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri, in un convegno che io stessa ho introdotto» – commenta a Tempi.it Cecilia Greci, responsabile dell’Agenzia per la famiglia voluta dall’ex sindaco Vignali che ha coordinato l’operatività sul territorio del quoziente Parma.

Come ha giustificato la sua scelta il commissario Ciclosi?
Ciclosi ha addotto questioni riorganizzative, in attesa di valutare quali sono i passaggi che il governo Monti farà rispetto all’Isee (l’indicatore della situazione economica equivalente, ndr), dato che il quoziente è stabilito in base a questi calcoli. Un altro motivo è la ristrutturazione della macchina comunale: il commissario vuole capire quanto questa iniziativa potrà incidere in sede di bilancio.

Si fa spesso confusione riguardo agli effetti della misura del Quoziente Parma: c’è chi lo considera insostenibile per le casse dello Stato e degli enti locali, c’è chi lo difende come ultimo baluardo per una corretta equità fiscale riguardo la famiglia con figli.
La mia esperienza mi spinge ad affermare che il quoziente, così come lo abbiamo applicato a Parma, è completamente sostenibile da qualsiasi amministrazione che voglia sperimentare. Basta avere l’accortezza di applicarlo valutando attentamente le capacità e le possibilità di un bilancio comunale e il fatto stesso che sia operante in altre amministrazioni comunali italiane depone a suo favore.

Quali sono i passaggi per applicarlo?
Il quoziente è un fattore di correzione che nasce dalla differenza tra la scala di equivalenza dell’Isee, per noi ideatori del quoziente assolutamente iniqua, e la scala di equivalenza del Quoziente Parma. Questa differenza viene tradotta con uno sconto che in percentuale va applicato alla tariffa. E’ un algoritmo che si può modulare all’interno di una economia di bilancio: è chiaro che investire sulla famiglia è una scelta che l’amministrazione è libera di fare, mantenendo vigile l’attenzione alle casse comunali.

E’ un eccesso di prudenza, allora quello del commissario Ciclosi?
Il quoziente stava funzionando molto bene con benefici per le famiglie, grazie a un consenso largo e unanime. La città intera l’ha voluto, le associazioni familiari, gli amministratori, i sindacati, i rappresentanti dei Caaf, l’università e in Consiglio è stato votato all’unanimità. Ora, davanti alle perplessità di questi giorni, lo stesso Commissario ha organizzato per la fine di gennaio un incontro con la Consulta delle rappresentanze familiari per capire se riattivare il quoziente

E’ fiduciosa?
Anche se lo stesso modello non potrà più essere ripresentato sarebbe un successo mantenere le agevolazioni già operative, rinunciando all’espansione prevista nel progetto originario. Forse sul quoziente una riflessione in più poteva essere fatta, anche perché in sua difesa si sono alzate voci di esponenti politici di forze certamente non organiche alla precedente amministrazione.

Parla dell’intervento dell’On. Luigi Bobba, riformista, cattolico del Partito Democratico, che parla espressamente di “decisione iniqua”?
Io credo che questa e altre voci siano auspicabili anche in futuro, non solo per riportare il quoziente a Parma, ma per sostenerlo in altre realtà territoriali, perché questo è uno strumento che “dal basso”, dal livello comunale riesce ad andare incontro ai bisogni delle famiglie. 

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