I 70 milioni che servono per il sostegno ai disabili nelle paritarie

Di Caterina Giojelli
29 Ottobre 2021
Stabilizzare l'aumento del fondo introdotto dalla Legge di Bilancio 2021 non è un'elemosina ma un atto dovuto alle famiglie di oltre 15mila ragazzi. Un appello a Draghi

Stabilizzare i 70 milioni di euro destinati all’inclusione di bambini e ragazzi diversamente abili, costituire con urgenza immediatamente un fondo strutturale di 320 milioni per garantire un futuro alle scuole paritarie dell’infanzia sempre più in crisi, in particolar modo nelle regioni del Sud.

La lettera a Mario Draghi

Il testo della lettera inviata dall’Agorà della parità al presidente Mario Draghi e a tutti i ministri, in vista dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del Decreto Bilancio 2022, è chirurgico: a nome di tutte le famiglie rappresentate, le associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana (Agesc, Cdo Opere Educative-Foe, Ciofs Scuola, Cnos Scuola, Faes, Fidae, Fism, Fondazione Gesuiti educazione) chiedono a governo e parlamento di confermare il contributo aggiuntivo introdotto dalla legge di Bilancio per il 2021 per pagare gli insegnanti di sostegno degli alunni disabili.

Lo chiedono con forza e ragione, per poter consentire alle scuole paritarie di poter finalmente pianificare con maggior tranquillità e nella consapevolezza di risorse certe, il reclutamento e la formazione dei docenti. E al contempo di mettere in sicurezza un indispensabile servizio pubblico senza il quale oltre 400 mila bambini oggi non avrebbero accesso al primo grado di istruzione ed educazione.

Tempi vi aveva raccontato cosa era successo a dicembre dello scorso anno, quando grazie alla battaglia di scuole, genitori e a una trasversalità affatto scontata in parlamento (frutto del lavoro a quattro mani del deputato Iv Gabriele Toccafondi e il leader di Noi con l’Italia Maurizio Lupi) era stato aumentato di 70 milioni di euro il fondo per il sostegno agli alunni dagli 0 ai 18 anni con una disabilità certificata accolti nelle paritarie. Nessun regalo di Natale, nessuna elemosina, lo abbiamo scritto allora e lo ribadiamo adesso: si tratta di soldi purtroppo ancora insufficienti ma dovuti alle famiglie e alle scuole che ogni giorno provvedono ad assicurare a oltre quindicimila figli il diritto allo studio, all’integrazione e all’inclusione sobbarcandosi quasi integralmente il costo dell’insegnante di sostegno (che costa non meno di 27/28 mila euro l’anno, a seconda del contratto applicato e in crescita in forza dell’anzianità e del merito, costo che nelle statali è garantito dallo Stato).

Ogni scuola si arrangia come può

Per capire l’impatto delle risorse erogate bisogna chiarire che per farsi carico di tale spesa al netto del contributo pubblico, ogni scuola si arrangia come può: ci sono istituti che possono sostenere il costo integralmente suddividendolo tra numerosi iscritti, chi può arrivare al massimo al cinquanta per cento, che non può metterci un euro, chi trova soluzioni come destinare il 5 per mille, «dipende dalle scuole, non è un tema di volontà ma di possibilità» spiega a Tempi Massimiliano Tonarini, presidente Cdo Opere educative – Foe. C’è poi un tema di ordine, grado di scuola e di tipologia di disabilità dell’alunno: fino all’anno scorso il ministero, in forza di una convenzione, riconosceva alle primarie una cifra fissa (circa 800 euro all’anno) per ogni ora di sostegno che si riteneva andasse erogata in base alle verifiche fatte dall’Asl e accettate dall’ufficio scolastico regionale.

Ovviamente le ore erogate nelle scuole paritarie sono sempre state di più per rispondere al fabbisogno effettivo di ciascun ragazzo (semplificando: se un ragazzo con una sindrome di Down ha di default diritto al massimo delle ore, cioè 24, per i ragazzi con problemi di origine psichica e comportamentale non ne vengono riconosciute dall’ufficio scolastico più di 6). Per non parlare delle scuole dell’infanzia e delle scuole secondarie di primo e secondo grado: qui l’ammontare riconosciuto all’anno per ogni ragazzo disabile si aggirava fra i mille e i duemila euro (dipende da regione a regione), più una ulteriore cifra di circa 1.500 euro per ogni punto della percentuale calcolata tra bimbi disabili in una scuola e numero di iscritti (in sostanza il ministero premia con maggiori contributi le scuole che accolgono più disabili).

Disabili in aumento nelle paritarie

«Di fatto il contributo aggiuntivo di 70 milioni ha più che raddoppiato le risorse a disposizione e di questo hanno potuto beneficiare soprattutto le scuole dell’infanzia e secondarie, che con i fondi hanno visto un incremento del contributo per singolo studente pari quasi a due volte negli asili e tre volte alle secondarie», continua Tonarini. «Questo ha significato per molte famiglie recuperare quasi completamente la compartecipazione alle spese del sostegno dell’anno appena chiuso. Stabilizzare queste risorse, erogate solo ed esclusivamente per il 2021, significa poter progettare una politica dell’accoglienza all’interno delle singole scuole molto più serena, investire sulla formazione degli insegnanti, disporre di docenti di sostegno qualificati, garantire un numero congruo di ore di sostegno, consentire la prosecuzione del percorso scolastico di questi ragazzi all’interno del singolo istituto. E, ovviamente, accogliere molti più bambini e ragazzi».

Il numero di alunni disabili iscritti alle scuole paritarie è in continua crescita, basti pensare che nell’anno scolastico 2018/2019 erano 15.350, circa l’1,8 per cento degli oltre 866 mila studenti delle paritarie, mentre «nel 2013-2014 erano 11.862 (1,2 per cento del totale) e quindici anni prima 7.536 (0.8 per cento) – ha sottolineato Avvenire –. Un aumento esponenziale in controtendenza rispetto al calo complessivo degli alunni delle paritarie che, in un quinquennio, sono scesi di oltre 100mila unità».

Non sono studenti di serie b

Ricordiamo che il contributo dello Stato per ciascun ragazzo disabile che frequenta le scuole statali si aggira mediamente intorno ai 20 mila euro. Con i 70 milioni inseriti nella legge di Bilancio 2021 il fondo per i disabili stabilizzato dal 2017 con 24 milioni di euro è passato a 94 milioni, cioè circa 7/8 mila euro per ogni studente, dall’infanzia fino alla quinta superiore. Non si tratta di studenti di serie b, ma di bambini e ragazzi con lo stesso diritto allo studio e al sostegno dei coetanei delle statali. Non solo.

Sempre lo scorso anno grazie all’emendamento parlamentare ulteriori 20 milioni sono stati riservati al sostegno dei disabili nel percorso dell’infanzia, dagli 0 ai 6 anni, «otto in più rispetto a quelli destinati dalla legge di bilancio 2019, quando, su input di Italia Viva, fu creato un ulteriore fondo di altri 12 milioni per questi bambini», spiegava a Tempi Toccafondi.

Salvare le scuole dell’infanzia

Una boccata d’ossigeno per tante famiglie che da sole provvedevano a garantire un sopporto dignitoso ai propri ragazzi, un segnale di attenzione approvato dalla stragrande maggioranza (ad eccezione del M5s) dei deputati disposti a rinunciare a emendamenti che potevano essere coperti dalle risorse dello Stato per destinarli alla disabilità. Proprio a governo e parlamento l’Agorà della parità (dopo aver richiamato il ministero ad assegnare i fondi stanziati nel Sostegni bis (ricordate? A settembre non si erano ancora visti i 50 milioni del Sostegni bis per la ripresa in sicurezza e i 10 milioni per l’infanzia non erano stati assegnati) chiede oggi un passo in più: stabilizzare i 70 milioni ma anche un fondo per gli asili: «Il Pnrr che destina importanti risorse per la costruzione di nuove strutture destinate al comparto 0-6 gestite da Stato ed Enti locali non tiene conto di chi già esiste ed opera in questo settore. Un paese che vuole puntare sull’educazione non può non riconoscere, a chi ne ha fatto motivo di missione e servizio, il ruolo sussidiario fino ad ora svolto».

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