Paritarie Bologna. Il Comitato referendario vuole i bus per andare a votare. Tanto paga il Comune (110mila euro)

Di Redazione
08 Maggio 2013
I promotori del referendum chiedono che si mettano a disposizione dei cittadini degli autobus per portarli a votare. Una cosa inaudita

Vogliono le navette per andare a votare. Il comitato articolo 33, che ha promosso il referendum sulle scuole paritarie di Bologna, ha chiesto che il Comune metta a disposizione dei cittadini degli autobus per portarli ai seggi. Una cosa inaudita. I referendari lamentano che i 199 seggi appontati in città per il referendum del 26 maggio siano pochi. Non solo. Essi sarebbero anche irraggiungibili per «accogliere i potenziali aventi diritto di voto». I cittadini sarebbero «costretti a percorrere anche sei chilometri per raggiungere il proprio seggio. Il diritto di voto è ostacolato e reso disagevole in modo inaccettabile». Quindi? Quindi paga il Comune: accomodatevi sull’autobus.

110.000 EURO. Valentina Castaldini, esponente locale Pdl, usa il sarcasmo per commentare la richiesta: «Possiamo fare stampare le schede direttamente con una crocetta sulla “A”, così magari si mettono tranquilli…. A giorni arriverà a casa di tutti i cittadini una lettera con tutte le informazioni per votare, per una spesa di 110.000 euro. Una cosa che non si fa neanche per le elezioni politiche. Mi auguro che questa richiesta delle navette faccia aprire gli occhi sul livello di mentalità statalista: questi sono fuori dal mondo». Castaldini ha ricordato che «dopo che abbiamo speso 600.000 euro per un capriccio siamo alla follia. Faccio notare che per le persone che hanno problemi a raggiungere i seggi un servizio c’è sempre stato».

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2 commenti

  1. Sofia Sarti

    Forse i referendari vogliono spendere con il referendum il milione di euro che non vogliono dare alle paritarie

  2. Giorgia

    Vorrei dire a Valentina Castaldini che la spesa non sarebbe stata necessaria se il referundum fosse stato accorpato alle elezioni politiche di febbraio come era stato richiesto dal Comitato refrendario e disatteso dal Sindaco.

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