Parisi, un nome degno di Milano

Di Lodovico Festa
07 Marzo 2016
Il Comune sembrava perso, rassegnato a una sinistra esangue. Poi è sbucata un’alternativa, figlia delle sue giunte migliori. E che riapre la partita nazionale
Stefano Parisi, candidato sindaco del Centrodestra, Stefano Parisi, in occasione dell'incontro in via Principe Amedeo 5 per la Presentazione della candidatura di Stefano Parisi a Sindaco di Milano, Milano, 26 Febbraio 2016. ANSA/ MOURAD BALTI

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Anche l’ultima vicenda del voto sulle unioni civili, con la prepotente scelta renziana di porre la fiducia su una questione di evidente competenza parlamentare, ci parla della deriva in corso di una politica sempre più gestita dall’alto, con finalità essenzialmente propagandistiche e con conseguente disgregazione della società italiana in tanti suoi comparti. E tutto ciò in una fase in cui anche in Europa manca una leadership ben consapevole dei problemi che abbiamo di fronte. In tanti si chiedono da dove si possa ricominciare a impostare non dico soluzioni ma almeno discorsi razionalmente coerenti. Roma, tra i disastri combinati dagli eredi del Pci (promotori persino del bizzarro Ignazio Marino) e quelli compiuti dagli esponenti del Fronte della Gioventù del ’77 (la tripletta dei falliti: Gianfranco Fini, Gianni Alemanno e Francesco Storace), con una latitanza della presenza cattolica difficilmente rimediabile grazie un simpatico erede del mondo delle costruzioni romane, non mi pare che offrirà grandi occasioni di riscatto nazionale.

Anche Milano sembrava persa: appariva scontato che sarebbe stata affidata da una sinistra esangue, non in grado di fare i conti con se stessa e con l’eredità della giunta dello stallo (parole di Beppe Sala sulla giunta Pisapia), a un ex manager della Pirelli, city manager di Letizia Moratti, buon amministratore di Expo, però così fragile caratterialmente da non essere capace di ricordare come la “sua” manifestazione di successo fosse stata conquistata contro tutto e tutti proprio dal sindaco poi rinnegato. Poi dal nulla è sbucata un’alternativa con Stefano Parisi che alla fine è figlia delle migliori giunte che Milano abbia avuto dopo il ’92 quelle di Gabriele Albertini, quelle di cui, realizzandone i progetti, si è fatto bello lo sperduto e fuggitivo Giuliano Pisapia. Alla fine Milano è la più politica delle città italiane innanzi tutto per il vizio dei suoi cittadini di voler contare e di essere orgogliosi del proprio municipio, e quindi non ha potuto non diffidare di un personaggio indicato alle primarie, per il sindaco, della sinistra nella prefettura milanese dal presidente del Consiglio. E così grazie alle infinite vie della provvidenza civica è spuntato un sindaco degno di questo nome.

Il laboratorio politico d’Italia
Ho una qualche difficoltà a parlare di Parisi perché è uno dei, non molti, miei più cari amici, posso dire senza essere smentito che è un uomo di princìpi e convinzioni, molto competente e insieme molto aperto, con vere qualità politiche che non affida mai a questa o a quella felpa. Può funzionare se oltre al suo un po’ sforacchiato schieramento politico, riuscirà a mobilitare veramente le anime della città sia quella delle élite sia quella popolare.

A parte i consigli che da amico mi strappa, non tocca a me – un reduce delle guerre puniche, al massimo capace di qualche analisetta – impegnarmi in attività politiche. Chi sceglie di farlo invece deve essere consapevole che l’esito del voto milanese sarà fondamentale per segnare una prossima fase delle cose italiane, che dal loro verso se non corrette produrranno gravi guasti. Basta dare un’occhiata anche alle primarie americane per capire che cosa è una democrazia che funziona: un sistema in cui il popolo ha un peso decisivo sulle scelte decisive, in cui non si cerca di emarginare i radicali e accorpare i moderati per fare comandare le solite élite, ma in cui nei vari schieramenti lo scontro sulle idee aiuta i cittadini a partecipare alla vita dello Stato rafforzandone la sovranità e la presenza internazionale. Un sistema cioè in grado di assorbire persino qualsiasi periodo di svagatezza obamiana.

Potremo mai avere anche noi un sistema così o dovremo per sempre subire l’egemonia senza scheletro della Grande bottegaia tedesca? Con un parlamento conciato come si diceva all’inizio, la speranza che si riavvii un dibattito politico su cui fondare nuove sovranità popolari e nazionali, passa solo da Milano. Gli uomini di coraggio e buona volontà si apprestino alla sfida.

Foto Ansa

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10 commenti

  1. Leo Aletti

    Consiglio di votare Mardegan Stefano candidato civico, che sostiene Parisi.

    1. Leo Aletti

      Nicolò non Stefano, chiedo scusa.

  2. Giu

    Si è vero Pisapia ha concluso i lavori che la precedente amministrazione aveva aperto ma ricordiamo che la precedente amministrazione non riusciva mai a concluderli. Due esempi i lavori di expo sono iniziati con Pisapia dopo due anni di liti tra comune e regione, il naviglio per 10 anni e stata una cosa oscena, i lavori della M4 dovevano essere pronti per expo. Inoltre ricordo che l’attuale sindaco a differenza della precedente amministrazione ha mantenuto la parola con i suoi elettori (vedi area C e referendum).
    Io non condivido le idee di Pisapia e nonl’ho votato ma spero che la destra possa proppore persone all’altezza di Pisapia.
    Ogni tanto un po’ autocritica alle precedenti amministrazioni di destra andrebbe fatta se si vuole sperare di migliorare.
    Saluti

  3. angelo

    Spero che Parisi, anche in campagna elettorale, faccia emergere tutte le magaghe nascoste di questa amministrazione. Ad esempio l’ uso spudoratamente ideologico e fazioso delle istituzioni.
    Un esempio per tutti quello della cosiddetta “Casa dei diritti”, partorita da Majorino 3 anni fa.
    Dentro troviamo tutto il fior fiore della ideologia radicale e arcobaleno, dallo sportello per la “comunità LGBT” (che non si capisce perchè debba essere privilegiata rispetto a tutte le alte comunità), alla registrazione delle dichiarazioni anticipate di fine vita (precursore della eutanasia) , allo sportello denominato “tutta la genitorialità possibile” dove si sponsorizzano le famiglie “same sex”.
    Il tutto ovviamente spacciato per “super partes” e messo a carico del contribuente.
    Si continua a parlare di debito pubblico che aumenta, e poi si lasciano prosperare questi carrozzoni indegni, spacciati per servizi sociali. Diamoci un taglio.

  4. filippo81

    Parisi è sicuramente una bravissima persona, ma nulla di nuovo sotto il sole, è in linea con il Sindaco precedente Pisapia.Lui e Sala piacciono sicuramente ai “moderati” (pd,ncd,fi,sc,)ma non penso siano gli eventuali Sindaci di cui Milano ha bisogno.

  5. mattia

    Ma questo Parisi si é già detto a favore delle unioni civili! Ma di cosa stiamo parlando? mi auguro che nasca una lista meneghina de Il Popolo della Famiglia.

  6. Giorgio Finelli

    Il nome seminascosto dietro la figura di Parisi nella foto, cos’è?
    Alfano?

    #alfanociricorderemo
    #ncdciricorderemo

    Parisi non avrà il mio voto. Alfano deve fare la fine di Fini. Così alle prossime elezioni i politici col bollino “cattolici” sapranno che siamo stanchi di essere presi in giro.

    1. Ennio

      Addirittura

      1. Giorgio Finelli

        Ennio, se fai una promessa o una minaccia, poi devi mantenerla altrimenti gli altri sapranno che le tue parole valgono zero.
        Ncd ha fatto una promessa e non l’ha mantenuta. Ne paghi le conseguenze.

        Io ero al circo massimo e ho fatto una minaccia, perfettamente lecita in democrazia: se votate la Cirinnà, ce ne ricorderemo. Sempre. Amministrative, politiche, ad ogni elezione. Per sempre.

        Adesso bisogna mantenere la minaccia, perché se andiamo a votare il candidato designato da Alfano, tutti vedranno che il popolo del family day abbaia ma non morde e dunque ci possono gabbare come vogliono.

        Ncd deve scomparire nel ridicolo e i politici devono capire che gli elettori dal family day ricordano sul serio.

        #alfanociricorderemo
        #lupiciricorderemo
        #ncdciricorderemo

    2. jherzog

      tipo il suo nome di battesimo (stefano)?

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