
Papi 1 e papi 2, come nascono i bambini?
La Scozia ha da pochi giorni approvato i matrimoni omosessuali. E non sono solo le associazioni gay-friendly a esultare. Insieme ai produttori di kilt-da-sposa – che da domani duplicheranno il fatturato – si uniscono anche gli ideatori degli spot che inneggiano alla coppia monosesso: qui da noi, Ikea e Benetton hanno già dato. All’estero, gli slogan pro-omosessuali abbondano ancor di più. Il più bizzarro è quello che è stato affisso dal pastore di una Chiesa anglicana fuori sul sagrato: “Gesù aveva due padri, ed è venuto su benissimo”. Venuto su benissimo? E cos’è, una pianta di fagioli? ho pensato lì per lì. Ora: al di là di tutta la questione di padre vero e putativo, e comunque di una madre ben sempre presente, c’è qualcosa che fa pensare. Ossia che la strada intrapresa dai diritti omosessuali potrebbe portare fin qui: a famiglie con due genitori dello stesso sesso. Come se la passerebbero i miei figli se – anziché la sottoscritta – gli fosse toccato un secondo padre?
Ora di cena. Papà1 si mette ai fornelli e non se la cava niente male. Stasera, spaghetti allo scoglio (ovviamente non Barilla). Il sugo è solo da scaldare. Butta mezzo chilo di pasta e corre nella doccia. Esce dal bagno con le unghie ancora fresche di smalto rinforzante, così che – se anche se di solito è lui a servire a tavola – stasera non può certo farlo. Sull’onda dell’ideologia-Boldrini, rivendica la parità: per una volta, che lo faccia l’altro genitore. Papà2 lo guarda storto brontolando qualcosa, ma per fortuna i pargoli sono così intenti a lanciarsi manciate di vongole, che non notano alcun ché.
La cena procede liscia, finché la piccola attacca:
– Sapete che oggi a scuola è tornata la maestra di Inglese? E ha portato a farci vedere il suo bambino! Checcarino. Papi, ma come nascono i bambini?
Papi1 guarda Papà2. Papà2 guarda Papà1.
– Hai sentito? Lo ha chiesto a Papi – ammicca il primo, scrollandosi di dosso il ruolo di primo genitore.
– Appunto! Tocca a te rispondere – gli bisbiglia confuso il secondo. Il punto è che nessun dei due sa bene cosa tirare in ballo: sarà il caso di scomodare il difficile concetto di madre, o è più semplice barcamenarsi tra ovuli congelati e uteri in affitto? I due si rimpallano ancora per alcuni istanti, fino a quando interviene il maschietto, quello piccolo:
– Io lo so! Te lo spiego io dopo, come nascono. Adesso facciamo un gioco: Indovina Chi.
Papà1 e 2 si rilassano.
– Dovete indovinare di chi è innamorata lei! – E con un gesto deciso dell’indice, il ragazzino punta la sorella: in un attimo, la ragazza s’infiamma più rossa del sugo di pomodoro. Sulla tovaglia intanto iniziano a fioccare i nomi dei compagni di classe della terza: Davide, Federico, Michela, Riccardo, Paola. La piccola corruccia la fronte:
– Ma scusate, Paola non è un nome da femmina?
– Checcentra – interviene il fratello – Ci si innamora di chi si vuole! Guarda i nostri papà. La piccola è sempre più perplessa. A questo punto, Papà1 interviene a metter serenità:
– Noi siamo tranquilli rispetto a ogni decisione di tua sorella. Che sia maschio o femmina, lo sceglierà lei. – Gli sfugge un colpo di tosse. – Certo… se un giorno diventassi nonno, non mi dispiacerebbe….
Papà2 lo fulmina con un’occhiataccia. Iniziano tutti a sparecchiare.
– Comunque, Papi – conclude l’innamorata – un giorno, magari ti dico chi è.
I due Papi si girano di scatto come trappole per ratti verso la figlia maggiore. Si sa, le femmine hanno un debole per il genitore maschio. Ma, a chi dei due alludeva? Papi1 e 2 iniziano a sgomitare intorno all’acquaio come giocatori di basket sotto canestro. Consapevoli tuttavia che la partita ha in gioco ben altro: la complicità, la preferenza, la confidenza di un’adolescente.
Papà1 fissa Papà2 e non può fare a meno di ricordare tutte le volte in cui i loro ruoli si sono sovrapposti, smarcati e poi tornati di corsa a rimpiazzare una posizione rimasta vuota…
Il clima si raffredda solo più tardi, quando i ragazzi sfilano via in camera per andarsene a letto. La più piccola tiene nelle braccia una bella bambola e nella mente tanta confusione. Così, mentre poggia la testa sul cuscino a scacchi, c’è posto solo per un pensiero stasera: chissà come sarebbe farsi rimboccare le coperte dall’altra metà del Cielo…
Anche una pianta di fagioli, per venir su bene, ha bisogno del sole e della terra, di concime e di acqua; di quel maschile e di quel femminile che sono all’origine di tutto.
Figuriamoci un figlio.
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