
«Papa Francesco vuole un incontro per la pace con i leader ebrei e musulmani». Sarà a Roma o a Gerusalemme?
Papa Francesco avrebbe confidato al presidente israeliano Shimon Peres la sua intenzione di «promuovere a Roma un incontro con i leader religiosi delle tre fedi abramitiche», cristianesimo, ebraismo e islam, per testimoniare «agli occhi del mondo l’impegno per la pace e il rifiuto della violenza e del terrorismo in nome di Dio». Sarebbe stato anche questo, secondo fonti governative israeliane citate dalle agenzia stampa, il tema dell’incontro avvenuto tra il Santo Padre e il presidente Peres il 30 aprile scorso in Vaticano.
I TRE PAPI E ISRAELE. Sin dai primi giorni di pontificato Papa Francesco ha dedicato un’attenzione speciale alle altre religioni, in particolare a ebraismo ed islam. E già quando era ancora arcivescovo di Buenos Aires Bergoglio coltivava un rapporto di amicizia con il rabbino Abraham Skorka, con il quale ha scritto un libro-dialogo e che riceverà presto a Roma. Un’attenzione ricambiata, a quanto pare, visti i segnali positivi arrivati proprio oggi dalla Terra Santa verso il capo della Chiesa. Il rabbino David Rosen, presidente dell’International Council of Christians and Jews (Iccj), in un incontro a Gerusalemme con alcuni giornalisti italiani ha sintetizzato così gli ultimi anni del rapporto tra Israele e Santa Sede: «La visita di Giovanni Paolo II in Israele ha cambiato la storia. Benedetto XVI ha seguito i suoi passi ed ha istituzionalizzato il rapporto nato con il Papa precedente. Dopo un innovatore, un consolidatore. Ora speriamo che il nuovo Papa sia un nuovo innovatore». Secondo Rosen gli “incidenti” che secondo alcuni osservatori avrebbero incrinato i rapporti tra la Chiesa e il mondo ebraico (dal negazionismo di un vescovo lefebvriano alla preghiera per la conversione degli ebrei contenuta nel messale antico liberalizzato), «sono stati risolti nella misura massima possibile». Anzi, «la storia sarà più generosa con Benedetto XVI di quanto siano stati alcuni commenti». Quanto al futuro, «non abbiamo da attenderci nessun cambiamento teologico sostanziale, forse ci possiamo attendere che alcune cose vengano ribadite dalla Chiesa in modo ancor più chiaro».
UN APPELLO COMUNE. Rosen ha anche proposto a sua volta «un grande raduno di leader religiosi per un appello comune alla pace in Medio Oriente», sempre «promosso da Papa Francesco» ma in questo caso «a Gerusalemme». Secondo il rabbino «sarebbe di grande incoraggiamento e ispirazione per la politica impegnata nella risoluzione del conflitto israelo-palestinese». ha confermato Oded Wiener, direttore generale del Gran rabbinato di Israele, presente all’incontro con Rosen: «In Medio Oriente i leader religiosi sono più ascoltati dei politici, un loro incontro che li faccia vedere agli occhi del mondo l’uno accanto all’altro, sarebbe di grande incoraggiamento e ispirazione per la politica».
«VENGA IN TERRA SANTA». Il rabbino Rosen infine si è augurato che Papa Bergoglio accetti, e il più presto possibile, l’invito del presidente Peres a visitare la Terra Santa. «Un’occasione – ha detto Rosen – potrebbe essere nel 2015, l’anniversario della dichiarazione conciliare Nostra Aetate», pietra miliare nel percorso di apertura dei rapporti tra cattolici ed ebrei.
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L’incontro si terrá a Gerusalemme la notte tra il 31 dicembre e l’1 Gennaio, per non perdersi i botti di capodanno di quelle zone.