
Papa Francesco: «Per essere buoni non bastano leggi, ma ragioni che esprimono la sapienza di Dio»
Papa Francesco, nell’Angelus di questa mattina, ha impostato la sua catechesi sul brano del Vangelo di oggi, quello di Matteo del cosiddetto “Discorso della Montagna”, in cui Gesù predica come si concilia il proprio annuncio con la legge ebraica: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la legge», sono le parole del testo sacro ricordate da Bergoglio, «Gesù non vuole cancellare i comandamenti, ma vuole portarli alla loro pienezza, e aggiunge che questo compimento della legge richiede una giustizia superiore, un’osservanza più autentica».
PIENO COMPIMENTO DELLA LEGGE. «Ma cosa significa questo pieno compimento della legge?», si chiede il Santo Padre. La risposta che offre Gesù si vivifica in alcuni esempi, in tono con la persona pratica che era, uno che «parlava sempre con esempi per farsi capire». In particolare, Cristo comincia dal quinto comandamento del decalogo, quello che annuncia di “non uccidere”. Ma Bergoglio rilancia l’invito del Vangelo, a vivere questo comandamento anche nella parola: «Anche le parole possono uccidere, quando si dice che una persona ha la lingua di serpente, le sue parole uccidono. Non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira». Da qui, ecco la raccomandazione di Papa Francesco: «Niente chiacchiere», poiché «anch’esse possono uccidere».
«VOGLIAMO DIVENTARE SANTI?» Anche il semplice sparlare su una persona, infatti, può uccidere: «All’inizio, può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come una caramella. Ma alla fine ci riempire il cuore di amarezza e avvelena anche noi. Ma, vi dico la verità: sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerà santo». Qui il Santo Padre ha interrogato direttamente la piazza, come spesso ha già fatto, aprendo alcune semplici domande ai presenti: «Vogliamo diventare santi sì o no? Vogliamo vivere attaccati alle chiacchiere come abitudine? Allora siamo d’accordo niente chiacchiere».
«NON BASTA LA CONDOTTA ESTERIORE». È questa la strada che Gesù invita a seguire, che permette all’uomo di raggiungere un amore perfetto, che non ha misura. «L’amore al prossimo è un atteggiamento talmente fondamentale che Gesù arriva ad affermare che il nostro rapporto con Dio non può essere sincero se non vogliamo fare pace con il prossimo». Per Cristo non è importante semplicemente «l’osservanza disciplinare e la condotta esteriore», bensì andare «alla radice della Legge», costruendo soprattutto «sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie». Papa Francesco ha chiuso sottolineando come, per ottenere comportamenti buoni non siano sufficienti norme giuridiche, ma in primis motivazioni profonde, «espressione di una sapienza nascosta, la Sapienza di Dio, che può essere accolta grazie allo Spirito Santo. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito, che ci rende capaci di vivere l’amore divino».
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