Papa Francesco e le persone lgbt. Ripassino per Mancuso & Co

Di Aldo Vitale
25 Giugno 2021
Vito Mancuso ha «l'orticaria» per i «girotondi» del Papa sull'amore gay. Rapido riassuntino che anche un teologo come lui può comprendere
Vito Mancuso alla trasmissione condotta da Fabio Fazio

«Una persona che è felice di essere come la natura, e per chi crede Dio, l’ha creata, chi accetta la mano di Dio in maniera serena, gioiosa su di sé, tutto questo crea alla Chiesa cattolica attuale, anche a quella di papa Francesco, una tale orticaria intellettuale che produce questi girotondi a mio avviso inspiegabili»: così il teologo Vito Mancuso su Il Fatto Quotidiano ha esternato tutto il proprio dissenso in seguito alla – secondo lui – inspiegabile giravolta di papa Francesco sul tema del ddl Zan e dei diritti lgbt.

In questo senso, ha precisato ancora Mancuso, la Chiesa dovrebbe accogliere, abbracciare, le persone lgbt invece di castrarle sessualmente, ed è sorprendente che papa Francesco, secondo il suddetto teologo, sia più simile al conservatorismo di Pio IX che più sensibile alle impellenze della Chiesa odierna.

Cosa dice il Catechismo

A fronte dell’illuminato progressismo teologico che Mancuso non manca di ostentare, fa specie l’oscurità dei suoi sospetti sulle presunte giravolte del pontefice.

Papa Francesco, infatti, non soltanto sul tema sollevato da Mancuso è assolutamente coerente con il magistero precedente, ma, a differenza di tanti cattolici, perfino sacerdoti, progressisti, è perfino coerente con se stesso.

In questo senso occorre ricordare che in riferimento alle persone lgbt il Catechismo della Chiesa cattolica al numero 2358 precisa «devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione».

Cosa scrisse Ratzinger

Nella medesima direzione del resto già la Congregazione per la Dottrina della fede nel 1986 a firma dell’allora Prefetto Joseph Ratzinger, chiariva come

«va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev’essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni».

A ben guardare, sol che si abbia la pazienza di investigare e l’onestà intellettuale di non alterare la realtà, il problema non è tanto il rispetto per le persone lgbt che come si è visto è indubbio negli insegnamenti e nella prassi della Chiesa, ma l’ideologizzazione del loro orientamento sessuale – peraltro proposto al mondo moderno come nuovo credo di liberazione e salvezza – e la pervasività totalizzante dell’ideologia gender come ideologia sostanzialmente anti-cristiana.

Cosa ha detto Francesco

In questo senso papa Francesco numerosissime volte ha avuto modo di denunciare pubblicamente e personalmente le storture antropologiche, etiche e teologiche dell’ideologia gender.

In una prima occasione all’Udienza generale del 15 aprile 2015:

«Io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta. Dio ha affidato la terra all’alleanza dell’uomo e della donna: il suo fallimento inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza».

L’altro e l’altra

Una seconda volta al paragrafo n. 155 dell’Enciclica Laudato si’:

«L’ecologia umana implica anche qualcosa di molto profondo: la necessaria relazione della vita dell’essere umano con la legge morale inscritta nella sua propria natura, relazione indispensabile per poter creare un ambiente più dignitoso. Affermava Benedetto XVI che esiste una “ecologia dell’uomo” perché “anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere”. In questa linea, bisogna riconoscere che il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con l’ambiente e con gli altri esseri viventi. L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa».

Contro il gender

Una terza volta al paragrafo n. 56 dell’esortazione apostolica Amoris laetitia:

«Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. È inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare. D’altra parte, la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie. Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata».

«Colonizzazioni ideologiche»

Una quarta volta nell’incontro con i vescovi polacchi del 27 luglio 2016:

«Noi stiamo vivendo un momento di annientamento dell’uomo come immagine di Dio. E qui vorrei concludere con questo aspetto, perché dietro a questo ci sono le ideologie. In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile».

«Un grande nemico»

Una quinta volta nell’incontro con sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e agenti di pastorale della Georgia dell’1 ottobre 2016:

«Un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche».

Si intuisce con sufficiente chiarezza che le giravolte, allora, non sono quelle di papa Francesco, ma di quanti sono in errore poiché pur dichiarandosi cattolici sostengono teorie, dottrine e ideologie che cattoliche non sono per nulla, tanto da venire alla mente le parole di sant’Agostino secondo il quale «non ogni errore costituisce eresia, benché un’eresia, proprio perché manchevole di verità, non possa essere tale se non in quanto essa poggia su qualche errore dottrinale».

Foto Ansa

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