
Papa Francesco commemora i defunti: «Oggi è un giorno di speranza. I nostri fratelli sono alla presenza di Dio»
Papa Francesco ha celebrato la Messa per la Commemorazione dei defunti al Cimitero del Verano a Roma e da lì ha invitato i fedeli radunati a guardare questo giorno come a «un giorno di speranza» perché «i nostri fratelli e sorelle sono alla presenza di Dio». E perché, ha detto il Pontefice, «anche noi saremo lì, per pura grazia del Signore, se noi camminiamo sulla strada di Gesù».
L’ANCORA. «I primi cristiani – ha ricordato il Santo Padre – dipingevano la speranza con un’ancora, come se la vita fosse l’ancora in quella riva, e tutti noi, andando, tenendo la corda… è una bella immagine, questa speranza! Avere il cuore ancorato là dove sono i nostri: dove sono i nostri antenati, dove sono i santi, dove è Gesù. Dove è Dio. Questa è la speranza: questa è la speranza che non delude».
IL TRAMONTO. Per papa Francesco «la speranza è un po’ come il lievito, che ti fa allargare l’anima. Ma, ci sono momenti difficili, nella vita, ma che con la speranza l’anima va avanti». Il Santo Padre poi ha rivolto lo sguardo al cielo per mostrare come «in questo pre-tramonto d’oggi, ognuno di noi può pensare al tramonto della sua vita: “Ma come sarà il mio tramonto?”. Il mio, il tuo, il tuo, il tuo… Tutti noi avremo un tramonto, tutti! Lo guardo con speranza? Lo guardo con quella gioia di essere ricevuto dal Signore? Quello è cristiano».
LA PREGHIERA PER GLI IMMIGRATI. Infine il Pontefice ha espresso l’intenzione, già annunciata questa mattina all’Angelus in piazza San Pietro, di «pregare in modo speciale per questi fratelli e sorelle nostri che in questi giorni sono morti mentre cercavano una liberazione, una vita più degna. Noi abbiamo visto le fotografie, la crudeltà del deserto, abbiamo visto il mare dove tanti sono affogati. Preghiamo per loro. E anche preghiamo per quelli che si sono salvati, e in questo momento sono in tanti posti d’accoglienza, ammucchiati, sperando che le pratiche legali si affrettino per potersene andare da un’altra parte, più comodi, in altri centri di accoglienza».
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