
Papa al Parlamento: «Senza diritto lo Stato è un covo di briganti»
(Da Berlino) – Cordialità e facce sorridenti negli incontri ufficiali tra papa Benedetto XVI, il presidente federale tedesco Wullf e la cancelliera Merkel. Solo un discorso ufficiale all’arrivo, non in aeroporto ma nella residenza di Bellevue, quella ufficiale del presidente. Benedetto XVI cita le parole del vescovo riformatore Wilhelm von Ketteler: «Come la religione ha bisogno della libertà anche la libertà ha bisogno della religione» e ricorda ai berlinesi di essere venuto per portare Dio nella società. La citazione di Ketteler è significativa. Mentre Marx e Engels pubblicano il manifesto comunista, Ketteler in Germania risponde alla questione sociale con sei prediche e con l’agenda sociale del cattolicesimo.
Il presidente pone una serie di domande al Papa e alla Chiesa cattolica che, dice, «torna sempre a dover affrontare le sfide di nuovi interrogativi: con quanta misericordia tratta le fratture nelle storie di vita della gente? Come tratta le fratture nella propria storia e gli errori dei suoi esponenti? Quale posto ricoprono i laici rispetto ai sacerdoti, le donne rispetto agli uomini? Che cosa fa la Chiesa per colmare la spaccatura al suo interno fra cattolici, protestanti e ortodossi?». Una panoramica della situazione cui il Papa risponde con una riflessione sulla libertà. «La libertà ha bisogno di un legame originario ad un’istanza superiore. Il fatto che ci siano valori che non sono assolutamente manipolabili, è la vera garanzia della nostra libertà. Chi si sente obbligato al vero e al bene, subito sarà d’accordo con questo: la libertà si sviluppa solo nella responsabilità di fronte a un bene maggiore. Tale bene esiste per tutti; quindi devo interessarmi sempre anche del mio prossimo. La libertà non può essere vissuta in assenza di relazioni».
In aereo il Papa aveva risposto alla domanda prevedibile sul problema degli abusi sessuali da parte del clero. Certo, dice Benedetto XVI, è normale sentirsi traditi, ma la Chiesa non è un’associazione sportiva e aggiunge: «Sarebbe più importante conoscere che essere Chiesa non è essere in qualche associazione ma essere nella rete del Signore, nella quale tira pesci buoni e cattivi, dalle acque della morte alla terra della vita». Il momento più atteso, la visita al Parlamento, è stata una lezione sul diritto positivista che rischia di essere un «grattacielo senza finestre», che hanno iniziato ad aprirsi con l’ecologismo, cioè con la presa di coscienza che «la terra stessa porta in sé la propria dignità». Da qui l’ecologia dell’uomo con la natura «che deve rispettare e non può manipolare a piacere».
Alcune sedie vuote, e una standing ovation di quasi un minuto hanno sottolineato il tipo di atmosfera volutamente informale. Il Papa è stato un ospite come tanti, ma con qualcosa da dire. Oggi i diritti fondamentali vengono rispettati in Europa grazie all’incontro del cristianesimo con i filosofi greci e i giuristi latini. Per il Papa è questa la memoria culturale da conservare: «Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe una amputazione della nostra cultura». Due gli affondi contro il nazismo che sembrano riferiti ai pericoli di oggi.
Alla scuola di Agostino il Papa dice che senza diritto lo Stato rischia di diventare una grossa banda di briganti: «Noi tedeschi sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto – era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull’orlo del precipizio». E ancora il paragone tra i cristiani dei primi secoli che rifiutano di seguire le leggi contrarie al diritto. «In base a questa convinzione, i combattenti della resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo così un servizio al diritto e all’intera umanità. Per queste persone era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realtà, era ingiustizia. Ma nelle decisioni di un politico democratico, la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verità, che cosa sia veramente giusto e possa diventare legge non è altrettanto evidente. Ciò che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non è affatto evidente di per sé. Alla questione come si possa riconoscere ciò che veramente è giusto e servire così la giustizia nella legislazione, non è mai stato facile trovare la risposta e oggi, nell’abbondanza delle nostre conoscenze e delle nostre capacità, tale questione è diventata ancora più difficile».
La visita, iniziata con un saluto privato alle autorità e la firma nel libro d’onore, continua con l’incontro nel pomeriggio con i rappresentanti del mondo ebraico, e si conclude con la Messa allo Stadio Olimpico, opera dell’architetto hitleriano Albert Speer. La città è sembrata abbastanza indifferente alla visita del Papa, come era prevedibile. Le manifestazioni contrarie decisamente scariche.
La cosa che si nota di più in questa città sempre in movimento e perfettamente efficiente, secolarizzata e disumanizzata dalle ferite della storia, è l’indifferenza. Del resto la visita a Berlino è una visita ufficiale, voluta soprattutto dall’establishment politico più che dai vescovi. I cattolici qui sono stati perseguitati per secoli o considerati popolazione di serie b. E il solo fatto che ben due pontefici abbiano visitato la città ha un valore storico per la Chiesa immenso. Alla Messa sono attesi 80 mila fedeli, molti immigrati ma anche molti tedeschi.
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