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La preghiera del mattino

Panico tra le toghe: Meloni non è Berlusconi, Nordio non è Previti

Di Lodovico Festa
25 Ottobre 2024
La parte più militante della magistratura ha capito che il centrodestra vuole veramente fare la riforma della giustizia. Rassegna ragionata dal web
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso (S) e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, durante il Question Time alla Camera, Roma, 24 gennaio 2024 (foto Ansa)
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, Camera, Roma, 24 gennaio 2024 (foto Ansa)

Su Fanpage Annalisa Cangemi scrive: «Primo sì in commissione Affari costituzionali alla riforma della separazione delle carriere di magistrati, quella che il ministro della Giustizia Nordio considera “la madre di tutte le riforme", insieme alla riforma globale del Csm. La Commissione ha infatti votato adottando il ddl del governo come testo base, ha spiegato all'Ansa il presidente della Commissione e relatore Nazario Pagano. Il termine per gli emendamenti è stato fissato alle 12 del 23 ottobre. Il provvedimento è uno dei cavalli di battaglia di Forza Italia, ma è fortemente appoggiato anche da Fratelli d'Italia».
A un certo punto la parte più militante della magistratura, relativamente coperta da aree più corporative dei togati, si è resa conto che Carlo Nordio era una persona seria e voleva ricostruire un vero sistema liberaldemocratico della giurisdizione nel quale fosse garantita ai giudici una totale indipendenza (ma non dalle leggi) e ai pm una vera autonomia non fondata però sul ...

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