Palestinesi sull’aereo di Berlusconi

Di Emanuele Boffi
09 Gennaio 2003
Uno dei paesi che, sin dall’inizio, Lucarelli ha avuto a cuore è stato quello palestinese

Uno dei paesi che, sin dall’inizio, Lucarelli ha avuto a cuore è stato quello palestinese. Con la seconda Intifada però l’uscita dai Territori si è fatta sempre più difficoltosa. Non si riesce ad andare a Gerusalemme per fare le trasfusioni, non si riesce a trovare il Desferal, le ambulanze sono controllate in continuazione. L’Autorità Palestinese ha chiesto a Lucarelli e Gardi di esser loro ad andare in Mediooriente, vistasi impossibilitata a far uscire i bambini. Grazie alla collaborazione del governo israeliano, che ha scortato i due medici fin nei Territori, e all’accordo fra l’Autorità Sanitaria Palestinese e il ministero della Sanità israeliano, è stata organizzata un’unità medica in grado di compiere le trasfusioni direttamente in loco. Per i casi più gravi Lucarelli e Gardi hanno avuto a disposizione l’aereo della presidenza del Consiglio per portare in Italia dieci bambini che godono, come dice Gardi «per fortuna o per intervento della provvidenza», di buona salute. Il 28 gennaio i due medici dovrebbero tornare in Palestina per prelevare altri dieci bambini. Regione Marche permettendo.

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