
Pakistan. Non si converte all’islam: cristiana stuprata e uccisa

Una vedova cristiana, madre di tre figli, è stata stuprata, assassinata e ustionata con l’acido in Pakistan per essersi rifiutata di convertirsi all’islam e sposare l’uomo che poi l’ha uccisa. La polizia di Lahore ha arrestato il principale sospettato per l’omicidio, un musulmano di nome Noman Gujjar, che avrebbe confessato di averla uccisa sostenendo di essere stato «ricattato» dalla donna.
«Non potevamo credere ai nostri occhi»
Shazia Imran, maestra presso l’asilo della Lahore University of Management Sciences, era rimasta vedova dopo la morte del marito, un anno e mezzo fa, in circostanze misteriose. Il 3 giugno aveva informato un familiare che un musulmano di nome Gujjar insisteva per sposarla e si era spinto fino a minacciarla di morte se non avesse accettato la sua proposta e non si fosse convertita all’islam.
Il 6 giugno Shazia non è rientrata dal lavoro e il figlio più grande, 16 anni, ha informato allarmato il fratello della donna, Zafar Masih, che il 7 giugno si è rivolto alla polizia. «Nel pomeriggio abbiamo ricevuto una telefonata dalla stazione di polizia di Hyer: gli agenti avevano trovato il corpo di una donna senza vita. Arrivati al commissariato non potevamo credere ai nostri occhi: la gola di Shazia era stata tagliata e il suo corpo era tutto ustionato dall’acido».
Stuprata, ustionata e uccisa
Una successiva indagine ha stabilito che la donna è stata stuprata da più persone prima di essere uccisa, mentre non è chiaro se l’acido le è stato versato adesso prima o dopo la morte. La polizia ha quindi arrestato Gujjar, ma ha lasciato a piede libero i suoi tre presunti complici: un fratello e due cugini.
L’accusato, ha spiegato Zafar Masih a Morning Star News, «appartiene a una famiglia molto influente e ci hanno già minacciati di ritirare la denuncia e di accettare una conciliazione. Per questo siamo stati costretti a nasconderci e non abbiamo alcuna fiducia nella polizia, soprattutto perché si rifiutano di prendere iniziative contro gli altri sospettati».
Il figlio maggiore e i due più piccoli, di 6 e 7 anni, sono ora accuditi dalla nonna, ha aggiunto il fratello della vittima.
La piaga delle conversioni forzate in Pakistan
Dopo che la famiglia di Shazia ha protestato contro le forze di sicurezza del Punjab pubblicando un video su internet, la polizia ha scritto in un tweet ufficiale che Gujjar sostiene di avere ucciso la donna perché lei aveva iniziato a ricattarlo, in seguito alla nascita di una storia d’amore tra i due.
«Il modo in cui questa povera donna è stata uccisa ha scioccato l’intera comunità cristiana», ha dichiarato il leader protestante Azad Marshall. «Stiamo già combattendo per salvare le nostre giovani ragazze dalla piaga delle conversioni forzate all’islam, ma anche le nostre donne sposate sono sempre più in pericolo e sotto minaccia. E questo è inaccettabile».
Secondo il Centro per la giustizia sociale di Lahore, nel 2022 sono stati registrati ufficialmente 124 casi di conversioni forzate, che hanno coinvolte 81 ragazze indù, 42 cristiane e una sikh. Il 23% di loro aveva meno di 14 anni, il 36% tra i 14 e i 18. La maggior parte dei casi (65%) di conversione forzata è avvenuta nella provincia di Sindh e il 33% in quella del Punjab.
Foto Ansa
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