
Qualcosa si muove in Pakistan. Imam condannato per incitamento all’odio religioso verso gli «sciiti infedeli»

Un imam è stato condannato in Pakistan a cinque anni di carcere per incitamento all’odio religioso, riporta la Bbc. Nonostante il reato esista da sempre nel paese, magistratura e politica non hanno mai neanche cercato di farlo rispettare, temendo ritorsioni da parte di gruppi estremisti islamici.
«SCIITI INFEDELI». Qari Abubakar, imam di Kasur, vicino a Lahore (Punjab), è stato denunciato e condannato per aver usato la parola «infedeli» per definire tutti gli sciiti. Il caso è sensibile in Pakistan: la maggioranza sunnita della popolazione, circa l’80 per cento, non di rado prende di mira la minoranza sciita. Solo la scorsa settimana, sono stati massacrati su un autobus 45 sciiti a Karachi.
LEGGE INASPRITA. Il leader religioso è stato accusato in base alla legge Anti-terrorismo, modificata e inasprita dopo l’attentato alla scuola di Peshawar del 16 dicembre 2014, quando un commando di talebani ha ucciso più di 150 persone tra bambini e insegnanti. Ogni incitamento all’odio religioso può ora portare a una condanna fino a sette anni di carcere e Qari «ha incitato all’odio nei confronti degli sciiti, gridando slogan nel suo sermone, affermando che gli sciiti sono infedeli», rivela un ufficiale.
4.000 INCRIMINATI. Solo negli ultimi due mesi, a Lahore, almeno sei imam sono stati condannati e incarcerati in casi simili. Nel 2015, secondo il quotidiano pakistano Dawn, 21 persone in tutto sono state condannate in base all’articolo 9 della nuova legge e più di 4.000 incriminate, secondo quanto riferito al Senato dal ministro degli Interni, Nisar Ali Khan.
SOLO I PESCI PICCOLI? Le vittime dell’odio religioso – soprattutto sciiti, indù e cristiani – non si contano e ammontano a migliaia negli ultimi anni. In Pakistan la discriminazione religiosa è un habitus ben radicato nella società. Anche per questo, un editoriale sul quotidiano Dawn si chiede se «azioni simili verranno condotte anche contro i grandi nomi del business dell’odio, o se invece solo i pesci piccoli saranno silenziati». «Questo [provvedimento] è solo una goccia nel vasto mare dell’intolleranza religiosa, ma è ben accetta. Per troppo tempo, è stato permesso che dai pulpiti circolassero narrative piene di odio; questo ha contribuito all’intolleranza religiosa nella nostra società e anche, in certi casi, ai crimini commessi nel nome della fede».
CAMBIARE TESTI SCOLASTICI. Un altro passo invocato dal giornale è la revisione dei testi scolastici: «C’è una specie di trionfalismo religioso che percorre i nostri libri di testo e che calunnia i fedeli di altre religioni». Resta infatti da vedere se questi primi arresti si estenderanno anche a quei casi dove sono i cristiani a soffrire la discriminazione e la persecuzione religiosa, a partire dall’abuso della legge sulla blasfemia. Ancora si è fatto troppo poco, «ma almeno chi diffonde l’odio religioso sta scoprendo che questo può avere delle conseguenze». E in Pakistan, dove per alcuni delitti regna l’impunità assoluta, non è poco.
Foto Ansa/Ap
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