
I padroni del mondo. Che cosa c’è nel numero di aprile di Tempi

Non sono passati nemmeno due mesi dall’inizio del mandato di Donald Trump alla Casa Bianca e già niente negli equilibri globali sembra più riflettere il quadro a cui eravamo abituati. Che cosa vogliono oggi, e come pensano di ottenerlo, “i padroni del mondo”? È la domanda a cui tenta di rispondere il servizio di copertina del numero di Tempi di aprile 2025, già disponibile per tutti gli abbonati nello sfogliatore digitale e in arrivo nelle case dei sottoscrittori che hanno scelto la formula full.
In particolare, abbiamo chiesto a Mattia Ferraresi di spiegare quali sono la visione e gli intenti che muovono Trump su guerra, pace, dazi e non solo, mentre Stefano Caprio si occupa degli obiettivi di “Putin il terribile” e Leone Grotti racconta le mire dell’“imperatore” cinese Xi Jinping. E l’Europa con il suo controverso piano di riarmo? È materia per il nostro Rodolfo Casadei. Il versante italiano invece è affidato a Lorenzo Castellani, che spiega le (buone) ragioni del sangue freddo mantenuto da Giorgia Meloni davanti a tutto questo rimescolamento di carte. Quanto a noi di Tempi, il nostro “partito” nel nuovo disordine mondiale è la Chiesa, scrive nell’editoriale di aprile Emanuele Boffi riprendendo un paio di intelligenti provocazioni di Chesterton e di san Newman.
Terra Santa, parità scolastica e monsignor Baturi
Non meno complicata la situazione sul fronte mediorientale. Nel nuovo numero di Tempi monsignor Rafic Nahra, vicario per Israele del Patriarcato latino di Gerusalemme, ricorda da Nazareth come i cristiani di Terra Santa avvertano il compito di portare la speranza tanto agli ebrei quanto ai palestinesi, e come per questo siano considerati “traditori” da entrambi i popoli.
Nel 25esimo anniversario della legge che ha istituito (in teoria) la parità scolastica in Italia, non poteva mancare poi un affondo di Tempi sulla scandalosa mancata applicazione di quella riforma. E sulle ragioni per cui la battaglia per la libertà di educazione non deve finire. Ne parla approfonditamente a Caterina Giojelli uno dei leader del movimento che ottenne quella legge, Roberto Pasolini.
Ma ne parla anche il segretario generale della Cei Giuseppe Baturi. All’indomani della chiusura della sessione primaverile del Consiglio permanente della Conferenza episcopale, il vescovo ha accettato di rispondere alle nostre domande su tutti i fronti caldi dell’attualità: dall’Ucraina alla malattia del Papa, dall’8×1000 al fine vita, senza tirarsi indietro nemmeno sul rapporto tra la Chiesa e la “sua” Comunione e Liberazione.
Birra, libri, Flannery e Wojtyla
Prosegue poi nel numero di aprile di Tempi la rubrica “L’Italia del buon lavoro”, inaugurata il mese scorso e realizzata in collaborazione con la Compagnia delle opere per far “parlare” l’esempio di imprese che si spendono per creare valore per tutti: questa volta tocca a Giovanni Porcu, fondatore e Ceo di Doppio Malto, rivelare ai nostri lettori il segreto della inimmaginabile crescita del suo marchio.
Spazio poi alla cultura, nel nuovo numero del mensile. Piero Vietti racconta il suo viaggio dentro la crisi degli editori indipendenti in Italia, alla ricerca di casi in controtendenza che possono dare al settore idee per un rilancio. E a proposito di libri indipendenti, la rubrica di Giancarlo Cesana stavolta ospita un estratto del suo nuovo saggio L’interminabile ’68. Un punto di vista cattolico, di cui abbiamo già scritto qui. Il tema è radicale: “La verità è divisiva?”.
E non è finita. Il numero di Tempi di aprile è impreziosito infatti da due contributi straordinari per due anniversari altrettanto importanti: Francesco Valenti celebra Flannery O’Connor in occasione del centesimo anniversario della nascita e monsignor Massimo Camisasca rende omaggio a san Giovanni Paolo II nel ventesimo anniversario della morte nonché nel trentesimo della Evangelium vitae.
Un mensile da sfogliare
Tutto questo senza dimenticare naturalmente le firme che i lettori di Tempi hanno imparato ad apprezzare. Ritorna dopo un mese di assenza Fabrice Hadjadj con un meraviglioso “dettaglio” su Michelangelo davanti al suo stesso Giudizio universale, e come sempre ritroviamo Berlicche, che stavolta strapazza con la sua diabolica ironia Fratoianni e gli ambientalisti, Marina Corradi, che ci porta davanti allo splendore di piazza Navona com’era quando la scoprì con suo padre, e poi Lorenzo Malagola, Renato Farina, Pier Paolo Bellini, Guido Clericetti, Simone Fortunato, Fabio Cavallari.
Il numero di Tempi di aprile 2025 è in arrivo nelle case degli abbonati, che nell’attesa possono già sfogliarlo in formato digitale nell’area riservata del sito. I non abbonati, invece, cosa aspettano ad abbonarsi?
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