Ora Erdogan cerca di arrestare i turchi gulenisti in Belgio

Di Redazione
06 Aprile 2017
Prima sono arrivate le minacce su internet, poi dal consolato turco ad Anversa, ora i tentativi di rapimento per mano dei servizi segreti turchi nelle Fiandre
epa05638120 Supporters of Turkish President Recep Tayyip Erdogan carry Turkish flags as they take part in a demonstration in front of the EU Commission in Brussels, Belgium, 19 November 2016. Turkish community gather to show their support to Turkish government and to protest against pro-Kurdish protest who took place in Brussels on 17 November 2016 and EU's policies towards terrorist organizations. EPA/STEPHANIE LECOCQ

Recep Erdogan si sta allargando: non gli è bastato far licenziare 130 mila ufficiali e arrestare 47 mila persone dopo il fallito colpo di Stato di luglio in Turchia. Ora, alla vigilia dell’importante referendum costituzionale del 16 aprile, fa minacciare anche i turchi all’estero, sia su Facebook che in luoghi pubblici.

TURCHI IN BELGIO. Come scrive il belga La Libre, il consolato turco di Anversa sta conducendo una «caccia ai gulenisti», cioè a tutte quelle persone che seguono l’autorità religiosa di Fetullah Gulen, studioso islamico turco residente negli Stati Uniti, accusato da Erdogan di essere dietro al colpo di Stato. In particolare ha fatto pervenire delle minacce ai genitori dei bambini che studiano nelle scuole guleniste delle Fiandre, mentre il ramo belga del partito di Erdogan, l’Akp, ha diffuso minacce «inquietanti» su Facebook.

TENTATIVI DI RAPIMENTO. Secondo l’avvocato Walter Van Steenbrugge, ora i servizi segreti turchi stanno cercando di rimpatriare con la forza cittadini turchi in esilio in Belgio. Uno dei suoi clienti, ha dichiarato il legale a La Libre, un industriale turco da tre anni nel paese, «vive nascosto e accerchiato dalle guardie del corpo dopo che ha scoperto che i servizi turchi vogliono rapirlo e riportarlo in Turchia, dove è stato spiccato per lui un mandato d’arresto».

«BELGIO TEME ERDOGAN». L’avvocato ha già avvertito le autorità competenti belghe «ma devo constatare che non hanno fatto niente. È da mesi che circolano su internet mandati di cattura per chi si oppone al regime. Molti di questi vivono in Belgio e Ankara ha promesso molti soldi a chi aiuterà a stanare i presunti traditori». Van Steenbrugge ha detto che denuncerà il fatto anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo, visto che il Belgio non fa nulla: «I politici belgi hanno troppa paura di infastidire Erdogan a causa dei migranti. Ma in gioco c’è molto: se Erdogan vince il referendum, cambia la Costituzione e ristabilisce la pena di morte, i suoi oppositori, come il mio cliente, che già oggi sono altamente a rischio, potrebbero morire».

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.