Ora c’è anche la data: la Grecia fallirà il 20 marzo

Di Daniele Ciacci
17 Gennaio 2012
Entro questa data scade un bond da 14,4 miliardi di euro. Per sopravvivere la Grecia deve sperare di ricevere un'ulteriore tranche di aiuti da parte dell'Europa che però pone condizioni precise e difficilmente attuabili. Nei prossimi giorni banche, privati e governo greco dovranno trovare un accordo tra di loro e poi con i delegati dell'Unione Europea. Altrimenti sarà default

Entro il 20 marzo saranno definite le sorti della Grecia. Entro quella data, infatti, scade un bond da 14,4 miliardi di euro. Venerdì la troika – composta Fondo monetario internazionale, Unione Europea e Bce – incontrerà il governo greco per parlare delle condizioni necessarie per ottenere un’ulteriore tranche di aiuti al paese, che altrimenti rischia seriamente il default.

Perché la Grecia ottenga un pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro, le banche e i privati devono accettare una riduzione nominale del 50% sul rimborso dei bond, cancellando così 100 miliardi di euro dal complesso dei debiti di Atene, oggi a quota 357 miliardi. Lucas Papademos, ai microfoni della Cnbc, ha affermato di essere vicino a un’intesa coi privati. I paesi dell’Eurozona, però, dovrebbero prestare 60 miliardi di euro alla Grecia: 30 per ricapitalizzare le banche, che rischierebbero il collasso dopo l’eventuale rinuncia al rimborso del 50% sulle azioni acquistate, e 30 da destinare ai creditori privati.

Ma non finisce qui. L’altro problema da superare è quello sul valore del tasso da applicare ai nuovi bond. L’Institute of International Finance lo vorrebbe al 5 per cento, ma la Grecia è sicura di non poter sostenere una spesa maggiore al 4,5 per cento. A ciò, si aggiunga il diniego della Germania e del Fondo monetario internazionale, che preferirebbero una cedola al 4 per cento per permettere alla Grecia di contenere la spesa. È previsto per il 30 gennaio un incontro a Bruxelles: in quella sede si cercherà di appianare e risolvere questi problemi.

Il tempo, però, non è dalla parte di Atene. Gli accordi infatti dovranno essere trovati prima del 20 marzo, data della possibile bancarotta greca. Un crollo che rischia di trascinare nel baratro anche l’economia tedesca e francese, oltre a quella italiana e spagnola. E il Fondo salva-Stati non ha certo denaro a sufficienza per tutti.

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.