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Open Arms. Il processo a Salvini è politico

Di Emanuele Boffi
17 Settembre 2024
Come si può negare che contro il ministro si è fatto di tutto per metterlo sotto scacco? Le sue idee possono non piacere, ma è l'ennesimo caso in cui la politica s'inchina alla magistratura
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vice presidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini, 8 settembre 2024 (Ansa)
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vice presidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini, 8 settembre 2024 (Ansa)

Come si fa a dire che quello contro il ministro Matteo Salvini non è un “processo politico”? Pur non apprezzando i toni muscolari con cui il leader della Lega ha sempre trattato il problema dell’immigrazione, è del tutto evidente che contro di lui c’è stato un accanimento. Si può discutere se il ministro potesse o dovesse, secondo il diritto italiano e quello internazionale, accogliere nel 2019 i migranti imbarcati sulla nave dell’ong Open Arms, ma solo un cieco può non vedere che tutto è stato fatto per mettere sotto scacco politico il ministro.
La richiesta di sei anni per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio è un’enormità che conferma la nostra sensazione. Se Salvini, lo conosciamo, ha fatto dei toni forti il suo marchio politico, la Open Arms fece di tutto per arrivare allo scontro: recuperò davanti alle coste libiche i migranti – persone che, così pare, in quel momento non erano in situazione di particolare pericolo –, si rifiutò di ubbidire agli ordini di Spagna e Mal...

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