
L’omosessualità non è una malattia, ma lasciatemi la libertà di cambiare
Eliseo del Deserto ha scritto sul suo blog una lettera aperta a Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che – in seguito a un talk show sulla proposta di legge sull’omofobia – aveva diramato questo comunicato.
Lettera a Giuseppe Luigi Palma
Sig. presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi Giuseppe Luigi Palma,
mi chiamo Eliseo Del Deserto, sono un ragazzo omosessuale e vorrei darle il mio parere in merito alle sue dichiarazioni odierne. Anch’io penso che l’omosessualità non sia una malattia. Dare all’omosessualità tutta questa importanza?! Non credo sia realistico… L’omosessualità è molto meno. Ecco perché tanti uomini in passato omosessuali, oggi sono felicemente etero. La sessualità è un orientamento, lo saprà bene no? Penso alle bussole o alle navi, com’è facile cambiarne la rotta!
L’omosessualità maschile è secondo me una grave carenza di amore vissuta durante l’infanzia, un immaturità affettiva, un rifiuto netto di crescere. Mi ricordo quando davanti allo specchio, da piccolo, dopo aver sentito litigare per l’ennesima volta, mia madre e mio padre, giurai di non crescere mai! Mi ricordo la veemenza con cui lo feci, in quelle parole volevo solamente dire: “Non voglio assolutamente diventare come mio padre!”.
Trovare un modello di mascolinità positiva e affettuosa mi è stato davvero difficile nella vita, anche quando ho incominciato ad avere esperienze omosessuali. Sì anche molti uomini come me non sono bravi ad amare. Siamo bambini egocentrici e capricciosi. Si scordi l’immaginario romantico del mondo gay descritto da alcuni registi come Ozpetek (che ammiro molto tra l’altro). Comunque essendo psicologo ne avrà sentite più di me!
Non voglio convincerla di niente, se non dirle che vorrei essere libero di decidere da me stesso come cambiare, tanto quanto un uomo che decide di diventare donna.
Mettiamola così: non mi interessa “guarire” dall’omosessualità! Non è l’omosessualità che mi rende infelice. Non mi dica quindi che ho interiorizzato una sorta di omofobia perché trovo invece per alcuni versi che quel tratto della mia personalità mi renda in qualche modo migliore, ed inoltre ho carissimi amici che stimo profondamente, omosessuali come me. Quindi nessun istinto nazista interiorizzato! Voglio però smettere di masturbarmi davanti a siti pornografici gay, voglio smettere di passare giornate intere a cercare un rapporto sessuale occasionale su internet, voglio essere libero di non guardare un ragazzo muscoloso che entra in metro ed immaginare parti anatomiche del suo corpo, voglio essere padrone della mia vita e sentirmi realizzato come maschio e se questo significa “guarire”, beh, allora sì… Voglio guarire da questa cosa qui, se proprio non vogliamo dargli un nome.
Per brevi periodi, mi sono reso conto di riuscire ad instaurare intense e profonde amicizie disinteressate con maschi eterosessuali anche belli come Brad Pitt ed a desiderare un pacificante rapporto di tenerezza con delle ragazze. Questo mi fa stare bene, al contrario di quando provo a lasciarmi andare alle mie pulsioni omosessuali. Ora non le chiedo il quadro psicologico che emerge dalle mie parole, ma la possibilità di essere felice.
Conosce bene il significato della parola “empatia” (ho frequentato la vostra categoria per un bel po’ di anni) e so che ora che l’ho citata almeno proverà a pensare a quello che le ho chiesto.
Tanti saluti!
Eliseo Del Deserto
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74 commenti
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La cosa esilarante del nostro mondo secolarizzato e quindi senza capacità critiche e” che uno può rivendicare il diritto al suicidio, attraverso l’eutanasia, ma non può rivendicare quello di sottoporsi a terapie per cambiare orientamento. Il motivo? Semplice: si rischia il suicidio…
Allora signori una volta per tutte la parola fobia indica paura immotivata e anomala di qualcosa , quindi la definizione di omofobi a coloro che considerano l’omosessualita come anomalia è assolutamente impropria e volutamente offensiva , io a chi la pensa diversamente da me dico al massimo che si sbaglia sapendo di essere nel giusto e non ho la reazione violenta tipica di chi ha torto e non ha argomenti.
Dipende che cosa intendi per “anomalia”. Se significa che è qualcosa da nascondere, è omofobia o, più semplicemente, odio per il cd. diverso.
Cornacchia,
“anomalia” può anche significare semplicemente “diverso dalla norma” in senso puramente statistico.
Dunque l’omosessualità, in questo senso, immagino la si possa definire “anomalia” senza essere crocifissi per omofobia.
Un po’ meno di dietrologia, secondo me, gioverebbe alquanto in queste discussioni.
Allora, statisticamente parlando, anche i mancini sono anomali, ma scommettiamo che andaste in giro a ripere che i mancini sono anomali e che il mancinismo è una anomalia, questi prima o poi si incazzerrebero e non poco.
Esimio Remo,
francamente non si vede per quale motivo tu debba seriamente pensare che i mancini si debbano arrabbiare nel prendere atto che la loro prerogativa di usare prevalentemente la parte sinistra del corpo costituisca un’anomalia rispetto al totale della popolazione (che normalmente è destra).
A meno che tu non creda che tutti i mancini siano dei cretini che irrazionalmente si arrabbiano nel constatare un banale dato di fatto.
Occorre anche considerare il Creatore (o la Natura se preferisci) ha la bontà di conferire a ciascun individuo dei tratti unici e irripetibili, sicché si possa affermare senza tema di smentita che ciascuno di noi costituisce, in effetti, un’anomalia.
Per una volta tanto non fatei finti tonti. Ho detto che se uno continuasse malizionamente a sottolineare che i mancini sono anomalia i in senso statistico, e accompagnado poi queste pretestuose osservazioni con allusioni etimologiche con l’aggettivo “sinistro”, il concetto di “sinistrosità”, col ladrone in croce alla sinistra di Gesù, ecc. prima o poi un bel sinistro in facchia ve lo becchereste anche dal mancino.
Ti assicuro che non fingo affatto di essere tonto, lo sono sul serio.
Quando si urta l’estrema suscettibilità delle persone è inutile fare certi raffinati distinguo.si tratta proprio di dialogo tra sordi.Gli omosessuali,CERTI omosessuali,hanno scelto la strada dell’amalgama per cui tutto si equivale e tutto è perfettamente interscambiabile.l’unica cosa che resiste è l’attrazione irresistibile per il maschio-maschio,possibilmente eterosessuale.(Ho esagerato,ma giusto per capirci)
Invece per me l’ omosessualità è una malattia.
E allora?
Non si può avere una opinione personalistica su certe cose;si accontenti di considerarla un peccato senza pretendere che sia entrambe le cose……..
L’omosessualità non è una malattia, l’omofobia si, pertanto andatevi a curare invece di creare dolore inutile con cure impossibili a poveri disgraziati vittime delle vostri ideologie medievali!
Esiste però anche l’eterofobia,ammettiamolo.Tempo fa leggevo il post di un utente gay (un vero ossimoro nel suo caso)non ricordo in quale blog che trasudava un odio ed una ostilità impressionanti tanto che sono rimasto davvero colpito da tanto furore,verso gli eterosessuali in quanto tali.Cosa devo pensare?
Forse che la sua era una rabbia in risposta della continua vessazione sociale a cui è sottoposto.
E’ pieno,infatti, di gay che chiedono l’abolizione dei matrimonio tra eterosessuali, si dinignano all’idea della reversibilità date alle mogli, e si rifiutano di confezionare vestiti a chi non ha la manina frufrù.
In realtà e’ la tua fobofobia a essere una malattia, mentre l’omofobia non è mai entrata a far parte del DSM di quell’accozzaglia di sedicenti psichiatri che ancora non riescono a trovare le cause dell’orientento sessuale.
Eliseo, ti stimo per l’onestà intellettuale che dimostri e la semplicità che ti appartiene. Andare contro al cosiddetto “pensiero dominante” non è mai facile, lo dimostrano i commenti che leggo e che ti danno contro. A quanto pare a molti dá fastidio che tu voglia cambiare il tuo orientamento…prima gridano “libertà sessuale per tutti”, poi cercano di convincere te a ripensare la tua scelta. La coerenza è un optional. Ciao!!!
Caro Eliseo,
vorrei sapere chi o cosa ti obbliga a mastrubarti compulsivamente davanti a un sito porno, chi o cosa ti obbliga a cercare un rapproto occasionale e anonimo,? non sono forse cose che ti piacciono? Non hai un orgasmo quando ti masturbi? non trovi attraenti quei ragazzi?
Chi o cosa ti impedisce di amare un altro uomo con le tue stesse preferenze sessuali? Io ho sempre avuto rapporti molto lunghi, per questo ne ho avuti molto pochi, e ora sono un uomo sposato con un altro uomo.
Ci hai mai provato a cercare davvero qualcuno? Ti sei mai seduto di nuovo davanti a quello specchio per chiederti: davvero voglio una vita senza che l’amore e il sesso vadano mai d’accordo per me? Davvero voglio restare solo pensando che un’amicizia con un uomo che non mi desidera e la tenerezza di una donna che mi scambia per qualcuno che non sono riempirà la mia vita?
Non credo che tu ci abbia mai provato, perché io l’ho fatto e ci sono riuscito, tutti i miei amici l’hanno fatto e ci sono riusciti.
Pensi che un eterosessuale non immagini l’anatomia di un’altra persona attraente? Pensi che non si masturbino anche loro? Hai frequentato molti psicologi, dici, però nessuno ti ha detto queste banali verità…
E poi come mai se proprio non volevi diventare come tuo padre – un pensiero di una tale banalità che tutti etero e gay hanno fatto con più o meno forza! – come mai, dicevo hai scelto PROPRIO di “non farti piacere le donne” e “farti piacere gli uomini” ? Perché l’unica cosa che ti rendeva uguale a tuo padre era il sesso? Se proprio tu esordisci dicendo che in realtà il sesso non è poi questo aspetto così importante nella vita, perché per te a quell’età, con una infinità di altri aspetti che potevano differenziarti da tuo padre e di comportamenti che avrebbero potuto farti credere di non crescere (passioni per sport estremi, continui cambi di lavoro, continui cambi di donne solo per indicarti alcune scelte “etero”) tu avresti scelto proprio l’orientamento sessuale? Sai, vorrei farti riflettere che anche per scegliere un “falso sé” devi partire da quello che sei incline a fare ed è apprezzato o appena potrai smetterai naturalmente.
Eliseo, se davvero esisti, sei nato con questa inclinazione. Solo perché non riesci a vivere una vita felice trovi un facile capro espiatorio nella tua sessualità: ti auguro di innamorarti di un uomo che abbia la pazienza di stari vicino e di apprezzare le tue doti. Tutti ne abbiamo. Buona fortuna.
Risposta complessivamente molto razionale ma che non tiene conto della dimensione inconscia per esempio là dove le sembra ravvedere una contraddizione fra rifiuto della figura paterna con conseguente necessità di differenziarsi e “scelta” di amare solo uomini.A parte il fatto che nell’inconscio questi sentimenti possono essere capovolti,perchè non chiedersi se proprio questa delusione paterna non abbia lasciato un desiderio struggente per il padre?Desiderio magari ambivalente e conflittuale ma reale.E quando mi riferisco al desiderio per il padre intendo dire per la FUNZIONE PATERNA,non per la persona in carne ed ossa.
Dimenticavo di dirle che il suo positivo esempio di omosessualità vissuta fino in fondo,cioè sia nella dimensione sessuale che affettiva nell’ambito di relazioni fisse e durevoli,e di cui mi complimento, prende una piega “dereale,mi perdoni se non riesco a trattenermi ,nel momento in cui dice di essere sposato con un uomo.Non so dove lei sia convolato a nozze ma le ricordo che una legge bislacca come quella sui matrimoni gay non cambia la natura delle cose.Due persone dello stesso sesso possono certamente amarsi,ma non possono “sposarsi” se non in una dimensione romantica di sogno ad occhi aperti.Tutto il resto è una aberrante pagliacciata.Adesso non mi dia del cattolico integralista visto che non sono nemmeno credente e a stento ho il battesimo perchè non deciso da me.Il fatto è che le lancette dell’orologio segnano 2 volte al giorno le ore 12 e il mio rammarico è che questa opposizione alle nozze gay e relative adozioni la porti avanti solamente la Chiesa,con argomenti non sempre condivisibili peraltro.Io invece penso che ci sono sufficienti argomentazioni laiche per opporsi a questi cosiddetti “diritti”.Le dirò di più:se quelli che a gran voce vengono richiesti come “diritti” fossero invece posti come obiettivi,io non cambierei idea ma avrei sicuramente più rispetto per chi onestamente si propone una meta per lui utile e cerca di ottenerla con metodi leciti e chiari che escludano ogni ricatto morale.Saluti.
Definire “dereale” un atto pubblico dello stato di New York valido in tutta Europa, tranne che da noi, in Grecia e a Malta (chissà perchè) qualifica le sue considerazioni come insulti, che non meritano altro che una risposta più ragionevole delle sue stentate parole di condanna: credo sia lei ad essere derealizzato, nel momento in cui un atto giuridico ha effetti legali.
Ora che questo paese sia da persone con le sue idee e con una precisa ideologia fondamentalista, relegato al palo nel riconoscimento dei diritti civili, non la autorizza a denigrare il mio stile di vita.
Troppo inconscio, sa, fa perdere di vista la realtà che ha sotto gli occhi: a propostio – riesce ancora a leggere una cartina? Gliene posto una, si troverà in buona compagnia con Mugabe, l’arabia Saudita e l’Iran
http://it.wikipedia.org/wiki/Matrimonio_fra_persone_dello_stesso_sesso
Così potrà utilmente fare un esame di realtà delle sue affermazioni.
Quando l’atto pubblico dello Stato di New York darà a te e al tuo “sposo” la straordinaria capacità di concepire, partorire e allattare un figlio, allora si potrà dire con la dovuta serietà che la “piega dereale” attribuitagli da Franco Viola possa essere qualificato come insulto.
Ha già risposto adeguatamente GmTubini.Faccio notare comunque la pletora di nervi scoperti che alcune considerazioni più che fondate riescono a far saltare…..
Caro signore (? non so non mette la sua faccia su quello che dice, al contriario di me, quindi non so se sia un uomo o una donna) il fatto di concepire un figlio biologico non equivale ad essere un genitore, come le certo saprà. ALtrimenti le leggi sull’adozione sarebbero tutte inganni, per non parlare delle cosiddette “paternità” spirituali.
La nostra specie riconosce come genitore chi si prende cura di un bambino dalla più tenera età, è presente e responsivo, con le sue azioni da corpo alla parola “amore”. Questo credo lei lo capirà, riuscendo,a quanto deduco, a leggere l’italiano.
Bene, sa anche che una coppia omosessuale è perfettamente in grado di concepire un figlio, visto che esistono tecniche per farlo. Sa anche che se la sola fecondità biologica fosse un motivo per contrarre un matrimonio dovremmo negare lo stesso a tutti gli sterili, a chi diventa sterile, a chi si scopre sterile, pur essendo eterosessuale.
Se decidesse di considerare oltre la mera riproduzione biologica, facoltà che ci rende simili agli animali, anche il valore morale dell’isitruzione matrimoniale potrà anche lei raggiungere il grande risultato che tutti noi abbiamo raggiunto tempo fa: la dimensione culturale della convivenza umana.
Caro Steve,
non capisco a cosa ti serva l’inutile allusione al mio semi-anonimato su queste pagine in cui esso è la “normalità” se non per usarla come “mezzuccio” puerile per sminuire il valore delle mie (invero già assai banali) osservazioni, dunque codesta tua rivendicazione di “metterci la faccia” che dovrebbe di per sé sola dar forza alle tue “argomentazioni” finisce solo per rivelarne la debolezza.
Senza contare che ci sono persone che non sentono affatto la necessità di mostrare la propria mercanzia (di qualunque genere sia) sui social network.
Quanto al resto, ti informo che:
1) la “genitorialità” putativa, pur con tutti i suoi indiscutibili meriti e illustrissimi e santissimi esempi, non è la stessa cosa di quella biologica, dunque con quello che ho detto io non c’entra un accidente, e tu, con tutta evidenza, la evochi solo per sviare la discussione sul piano che ti fa più comodo.
2) anche le tecniche riproduttive a cui tu fai riferimento non c’entrano un accidente con quello che ho affermato io, visto che rimane inossidabile, indelebile e ineludibile il fatto che i rapporti omosessuali con i quali tu e il tuo sposo presumibilmente vi intrattenete (e che Dio sa quanto mi spiace tanto evocare in questa rispettabile sede) non genereranno figli neanche in cento milioni di anni. Senza contare che la pratica di acquistare un figlio come se fosse un mazzo di cipolle al mercato a cui voialtri ricorrete con naturalezza fa letteralmente “tremar le vene e i polsi” a chiunque abbia conservato un minimo di umanità.
3) in conseguenza a quanto detto sopra, non ti sfuggirà il fatto, anch’esso incontestabile, che se la sterilità nelle coppie eterosessuali è un “accidente” in quelle omosessuali è la “sostanza”.
4) a parte il fatto che della lezioncina morale sulla “dimensione culturale della convivenza umana” fatta da chi trova normale affittare uteri io, francamente, non so proprio di cosa farmene, ti ricordo che il lato biologico della paternità e della maternità rimane lo stesso un fatto ineludibile e dunque la pretesa da parte tua della sua marginalizzazione è letteralmente ridicola.
Dunque, tanto per ritornare “a bomba”, è parimenti ridicolo che tu consideri un insulto il fatto che per qualcuno si possa associare lo sposalizio tra due uomini al termine “dereale”.
Gmtubini, da massacrare di coltellate.
‘Diritti’.
Nella Rivoluzione Francese c’era il Terzo Stato che chiedeva i Diritti e il Primo e il Secondo Stato che si opponevano a tale, come l’ha chiamata? Ah, sì: ‘aberrante pagliacciata’.
E tale continuo a chiamarla dopo la sua lezioncina di storia dove al Terzo Stato lei tra le righe (ma neanche tanto)disinvoltamente sostituisce il”terzo sesso”,esattamente come ha fatto ormai la sinistra dove al posto della lotta di classe tra padroni capitalisti(i cattivi) e classe dei lavoratori(i buoni)ha messo gli uomini(anzi i “maschi”cioè i cattivi)e le Donne (cioè la bontà120%)
mi sembra che lei scambi ipotesi per fatti provati: che prove ha? statistiche? Una definizione operazionalizzata di “funzione paterna” che possiamo misurare psicometricamente? La testimonianza di qualche psicoterapueta e di qualche paziente steso su un lettino?
Per non parlare del grande mistero della “sessualizzazione” che conseguirebbe a questo ipetetico rifiuto della “funzione paterna”: il salto logico è notevole e di prove neppure l’ombra. Perché, sa, quando guardo un uomo non guardo la funzione paterna di quell’uomo, ne guardo gli atributi fisici e la simpatia. non credo che lei guardi una donna perché ha sessualizzato la funzione materna, d’altronde… A meno di non concludere che tutti gli etero maschi cercano regolramente di fare sesso con le loro madri, ritrovate fantasmaticamente nelle loro compagne. E’ roba un po’ vecchia e anche difficile da credere – visto che non ha prove.
Questi sono fatti: vuole opporre altre interpretazioni o si fida del detto medioevale che contra factum non valet argumentum?
Perchè si agita?E quali fatti sta sbandierando?Conosce la letteratura psicoanalitica?Anche quei lavori per nulla ostili all’omosessualità,per non dire gay friendly?E’ sicuro che io non abbia una conoscenza sul campo?Pure sicuro che io sia privo di “una certa sensibilità”?E a questa “roba vecchia”cosa oppone , l’ideologia gay?E meno male che ho fatto semplicemente delle riflessioni, espresso alcune opinioni, sollevato interrogativi,mostrato al massimo alcune contraddizioni.Nulla di dogmatico quindi.Lei invece visto che possiede la Verità,dovrebbe dormire su due guanciali,prima o poi infatti ,ineluttabilmente, essa sarà accettata da tutti,con le buone,e magari anche con le cattive,dai….
Caro Viola,
le sue domande sono un ottimo artificio retorico per eludere le mie considerazioni: vuole come al solito gridare al “vittimismo” pur di non rispondere? Il suo stile è abbastanza riconoscibile. D’altronde alle mie obiezioni precise e alle richieste circostanziate, lei non sa opporre altro che un vago richiamo ad una presunta “ideologia gay”: lo scopo è chiaro – evitare di rispondere. Perché semplicemente non può rispondere. Sa più che bene che la letteratura psicologica, statistica e le posizioni delle Società Psicoanalitiche vanno tutte in un’altra direzione.
Vogliamo parlare di congiura “omosessualista”? La prego, ci strappi l’ennesima risata.
E proprio in base a questa presunta “ideologia gay”, come ne distingue verità e falsità, se anche lei non è convinto di “possedere la Verità”? Mi dica come la riconosce? Le parla nell’intimo? L’ha praticata ed è fuggito come Eliseo? Ascolta le sue “fonti certe”? O si affida ai dati empirici? Sono curioso di sapere come lei, che difende il dubbio e la libertà di parola, possa accusare le idee variegate espresse da omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali come una generica “ideologia gay”…
Bene, io sono qui ad aspettare che lei invece di fare domande citi la letteratura che secondo lei, pur essendo “friendly”, farebbe da base empirica per le sue affermazioni. Ah! dimenticavo che l’APA, l’OMS, l’Associazione Pediatri Americani, l’Associazione Psicologi Americani, l’Associazione Psicanalitica e finalmente l’Ordine degli Psicologi Italiani, addirittura l’Associazione degli Psichiatri Libanesi non la pensano esattamente come lei. Sarà difficile convincerli che ho un conflitto inconscio che non ha effetti apprezzabili sul mio funzonamento bio-psico-sociale. Ma lei, che non si agita ma sa citare le fonti e gli studi, è un attento ricercatore e non si lascia prendere dalle emozioni, queste cose le saprà certamente.
Che dice, accetta la sfida intellettuale di citare fonti accreditate con dati empirici e metanalisi o lasciamo correre e consideriamo il suo intervento un tentativo retoricamente mal riuscito di avere ragione con un argumentum ad personam (so che ha studiato il latino, cmq c’è in caso Google Traduttore …)?
Vediamo di bypassare la sua spocchiosità…..Ribadisco di conoscere la letteratura psicoanalitica sull’argomento che non è esattamente “scientifica” ma che spesso si appoggia su dati e rilevazioni fatti sul campo,e i dati accumulati dagli psicoanalisti in tutto il mondo a partire da Freud hanno un sufficiente grado di convergenza,almeno su alcuni punti.
Si dirà che non è lecito applicare i risultati di un’analisi personale a una intera popolazion e dal momento che la percentuale di omosessuali che ha voglia e può permettersi un’analisi è assai modesta,e questo è giusto,ma vale allora anche il contrario,resta perciò il beneficio del dubbio.Non ho bisogno di dirle che non sono uno specialista,ma semplicemente uno che “è sceso sul campo” ed ha acquisito alcuni strumenti per leggere la realtà anche su un piano più profondo rispetto a quello apparente.Del resto,a parte pochissime affermazioni,se legge i miei precedenti post vedrà che io applico questi strumenti come potrei applicarli a qualsiasi persona a prescindere dal suo orientamento sessuale;quando dico per esempio che molti omosessuali per mantenere un certo equilibrio interno hanno bisogno di cercarsi un nemico esterno (la Chiesa per es.)sto semplicemente segnalando il meccanismo proiettivo ormai conosciuto non solo da tutti gli psichiatri,ma anche da chi ha una certa cultura generale.Devo fornire la prova scientifica?Agli specialisti questo onere,non a chi semplicemente fa un discorso sull’animo umano che a rigore potrebbe fare un buon letterato,per esempio Proust che su certe cose la sapeva lunga.Se vuole saperne di più metta a confronto due testi(assolutamente divulgativi) dedicati all’argomento omosessualità uno che lei sicuramente aborrisce,quello di J.Nicolosi,l’altro di Schellenbaum “Tra uomini”che son sicuro gradirà;noterà come partendo da convinzioni psicodinamiche sorprendentemente sovrapponibili i due autori arrivino a conclusioni praticamente opposte.Si tratta di testi divulgativi ovviamente ma arricchiti da notevoli bobliografie.A conti fatti quello che a me preme,glielo dico sinceramente,non è affermare come certezze assolute questa o quella spiegazione psicodinamica,altro è il mio intento.Scopro leggendo questo blog,e non solo questo blog,che in questo momento storico gli antichi pregiudizi(non del tutto liquidati peraltro)sono stati sostituiti da quelli nuovi che fanno capo al mondo LBGT,in questo senso parlavo di “ideologia gay”.La chiusura a riccio (con tutti gli aculei del caso)del mondo omosessuale,l’incapacità o non volontà di introspezione,la dialettica sempre e a priori oppositiva col mondo eterosessuale,bene,secondo me stanno preparando un bel autogol di cui vedremo i frutti negli anni a venire.Converrà con me(forse….) che gli omosessuali come gruppo oppresso e stigmatizzato nei secoli probabilmente ha interiorizzato questo senso di “pericolo” nell’inconscio collettivo.Però.diceva una signora tedesca”date il potere a chi non l’ha mai avuto e questo mostrerà il suo vero volto”.Intendo dire che l’esito di una storia subita di oppressione può essere la compassione oppure la vendicatività.Nessun essere umano è intrinsecamente “buono”e l’egoismo spesso prevale.Niente vieta che la vittima di un tempo diventi il carnefice di adesso.E questo nel caso degli omosessuali non depone certo a favore di un’autentica autoaccettazione.A me pare evidente che rivendicazioni tipo matrimonio e omogenitorialità(un vero ossimoro) cadano proprio sotto quella livida luce del rancore e della vendetta e forse di un inguaribile sentimento di inferiorità…..Un vero peccato perchè a mio parere l’omosessualità dovrebbe valorizzare la propria “diversità” e affermare le proprie credenziali,se ne ha.Quanto detto non esclude la battaglia per i cosiddetti diritti civili,ben distinti dal matrimonio comunque.Siccome però come si dice”conosco i miei polli”, e come si sa una ciliegia tira l’altra,dubito fortemente che ci si possa fermare a quei limiti,come prova del resto la storia recente di altri paesi.Mi rendo conto di non aver soddisfatto per nulla le sue richieste /sfida,ma non mi sembra il caso di insistere su questo piano perchè ho il forte sospetto che si tratti di un dialogo tra sordi;d’altra parte in coscienza credo di aver detto più del dovuto per chi ha orecchie per intendere,meno invece per chi come un muro di gomma respinge al mittente ogni opinione che contrasta minimamente con le sue.Me ne farò una ragione e non ho altro da aggiungere.Mi stia bene e si goda il suo “matrimonio”.
Mi sfugge davvero come la richiesta di matrimonio e genitorialità siano collegate a “rancore e vendetta”, a meno che non si voglia sostenere che il matrimonio omosessuale degradi quello eterosessuale (come poi non si sa).
Come sfugge perché tra i diritti civili non ci possa essere anche il matrimonio.
“Un vero peccato perchè a mio parere l’omosessualità dovrebbe valorizzare la propria “diversità” e affermare le proprie credenziali”: quali diversità? quali credenziali?
In un certo senso, e riflettendo un attimo, con la sue ultime domande lei si è risposto da solo,facendo un bel autogol però.Complimenti.
Franco Viole non so quanto lei sia solito ai voli pindarici e alle supercazzule ma io non vedo alcuna risposta implicita in quello che le ho chiesto di specificare.
Ci avrei scommesso che non avresti capito.
Penso che il problema del tizio che ha scritto la lettera non sia l’omosessualità.
Anche gli eterosessuali si masturbano, guardano pornografia, cercano rapporti occasionali e fantasticano su persone sconosciute. Non si capisce perché questo signore attribuisca tali comportamenti ai soli omosessuali e per giunta li giudichi patologici. Il desiderio sessuale non è una patologia.
Ammesso che riuscisse davvero a modificare questa sua tendenza, si ritroverebbe a masturbarsi guardando siti porno etero, cercare rapporti occasionali con donne e a fantasticare sulle parti anatomiche di ragazze sconosciute. E sarebbe di nuovo al punto di partenza.
L’autore della lettera ha certamente bisogno di essere assistito da un buon terapista che lo aiuti a superare le proprie paure e insicurezze. L’idea che cambiare orientamento sessuale possa aiutarlo, ammesso e non concesso che ciò sia possibile, rischia di fargli perdere un sacco di tempo che potrebbe proficuamente impegnare per porre rimedio ai veri problemi che lo affliggono.
Complimenti Eliseo. Sento molta lucidità e Verità nelle tue parole. Penso che molti omosessuali si possano riconoscere nelle tue parole se hanno un pó di amore alla verità e dignità. Grazie.
Complimenti Eliseo. Sento molta lucidità e Verità nelle tue parole. Penso che molti gay e lesbiche si possano riconoscere nelle tue parole se hanno un pó di amore alla verità e dignità. Grazie.
Bisognerebbe ricordare al ragazzo(?) che anche gli uomin etersosessuli, e spesso: si masturabo avandi a siti pornografici etero; cercano rapporti occasioni non solo davanti a internet, ma anche lumacando in un bar; e guardando una bella donna si immaginano sue parti anatomiche magari non la vulva, ma seno e sedere sì.
Se questo ragazzo vuole “guarire” da queste cose, forse, più che diventare etero, dovrebbe diventare donna!
Sveglia!! L omosessualita’ non e’ una scelta!! Voi avete scelto di essere etero? le teorie riparative sono una stronzate e la scienza lo prova. Prove scientifiche della possibilita di un gay diventi etero si chiama lavaggio del cervello, lo sapete anche voi che non esiste alcuna prova scientifica che un gay diventi omo e viceversa, a meni che le vostre prove NON siano riconosciute dalla scienza o dall associazione psicologi e psichiatri, come sempre avviene.
Eppure credevo di essere stato chiaro…Non ho mai detto che chi è così possa facilmente diventare cosà,ho semplicemente sostenuto che laddove ci fosse una forte motivazione spesso legata ad angoscia e insoddisfazione cronica,e laddove la psicoterapia identificasse latenze eterosessuali bloccate a causa di timori irrazionali della donna e/o dell’eterosessualità,E SOLO IN QUESTO CASO,il “cambiamento” è possibile.Ma si tratta semplicemente di una conquista dell’autenticità.E non mi pare poco.Quanto al background moralistico-religioso omofobico che influenzerebbe tale scelta,non sono del tutto d’accordo,senza volerne negare la valenza.Sopra ho parlato di “insoddisfazione cronica” non di scrupoli religiosi;del resto non mi pare che nel 2013 la religione abbia tutta questa presa sul costume e sulla mentalità corrente che lo sostiene.Semmai mi vien da pensare che molti “equilibri” omosessuali si basino sulla proiezione del senso di colpa su un’entità giudicante “esterna” che funge da capro espiatorio,per es. il Papa e la Chiesa.Che poi questa istituzione gli dia gli argomenti,beh,questo è un altro discorso.
Guardi, ho conosciuti diversi uomini su cui si potrbbe diagnosticare,volendo, un “timore irrazionale della donna” che va dalla misoginia alla timidezza estrema verso il sesso femminile, eppure tutti quanti si tiravano le pippe pensando a una donna e non a un “rassicurante” maschione.
Per il resto nel 2013 la religione potrebbe non avere tutta questa presa, ma i suoi semi culturali sono ancora ben radicati, soprattutto nei pregiudizi, all’interno della nostra società occidentale, e non siparla solo di omofobia, ma bensì di maschilismo e di sessuofobia (di cui probabilnte l’omofobia è solo un prodotto combinato)
E chi ha detto che il timore della donna sia presente solo negli omosessuali ?lo so benissimo che esiste anche in diversi eterosessuali.E’ ovvio che non si tratta un rapporto di causa-effetto automatico come potrebbe essere chessoio quello fra micobatterio e TBC;diciamo che il timore della donna può avere diversi esiti uno dei quali,se ci sono certe costellazioni familiari e le condizioni di vita “inducenti”,può portare all’omosessualità.
O, volendo, anche alle Marmotte che fanno la cioccolata
Le spiritosaggini non servono a nulla soprattutto in un ambito così serio;d’altra parte io non ho affermato nulla di dogmatico o “scientificamente provato”.Ma quando si tratta dell’Umano non sono sempre appropriate le scienze esatte, meglio un sapere che potremmo definire “umanistico”.Forse lei è di diverso avviso e potrebbe illuminarmi magari citandomi l’ultima versione del “gene gay” tanto agognato da certi omosessuali.Le dirò che per motivi anche professionali non ho nulla contro la genetica e la biologia in particolare,anzi.La ricerca sulle cause biologiche dell’omosessualità ha prodotto affascinanti e raffinate ipotesi,purtroppo senza arrivare a nulla di conclusivo o di definitivamente accettato dalla comunità scientifica.Quanto alla psicodinamica già lo stesso Freud affermò che non esistono cause specifiche dell’omosessualità e che semmai nel singolo caso queste possono essere identificatesolo a ritroso,a posteriori quindi.Cosa dire?Che la cosa più probabile sia la concomitanza di fattori biologici,presumibilmente genetici,e di tipo psicosociale,cosicchè si può immaginare un ventaglio di possibilità ai cui estremi ci sta da un lato il mero dato biologico(omosessualità endogena)dall’altro lato la preponderanza del fattore psicodinamico(omosessualità esogena).Come dovrebbe essere chiaro ormai,io prediligo quest’ultima chiave di lettura..A tal proposito consiglio un libro scritto da un biologo gay,Franco Viviani,libro a sfondo autobiografico il cui titolo è:BIOSTORIA,LA FORMAZIONE DI UN GAY OSSERVATA DA UN BIOLOGO.E per cortesia evitiamo di usare il nevrotico diniego sotto forma di insulse spiritosaggini.
Chiedo venia, ma se uno mi parla di “costellazioni familiari” che ho solo trovato in scritti teorici citano famiglie triadiche e anche suggestioni come i processi edipici, sbertucciarlo e il minimo.
P.S. mi cita i fattori biologici e psicodinamici del mancinismo? Padre che picchia con la mano destra? madre che accarezza con la sinistra?
Le sue inutili provocazioni si evidenzano già dall’insensata domanda sul mancinismo(che oltretutto pur essendo di origine genetica è passibile di mascheramento o correzione con adeguato allenamento).Chiedo a lei e agli altri alfieri della causa gay qui presenti dove mai peschino tanta polemica aggressività.Non certo dal fondo di una evidentemente inesistente serenità.Se i testi teorici che lei disinvoltamente fa passare dal tritacarne della sua rabbiosa aggressività non la soddisfano non è colpa mia,e sopravviverò all’evento.Una perla comunque quella citazione delle famiglie definite in modo sprezzante “triadiche”,proprio tutto un programma.Se lei fosse più sereno ci guadagnerebbe in salute (anche mentale)e forse si potrebbe dialogare in modo più proficuo;lei però a torto o a ragione mi considera la “parte avversa”per cui non fidandosi magari rifiuterà i miei consigli di lettura.Avevo in mente un bellissimo libro di una lesbica(quindi appartenente alla sua parrocchia) di ispirazione junghiana,Chistine Downing, dal titolo del tutto pacifico “AMORE PER LO STESSO SESSO”.Troverà l’affascinante gioco delle identificazioni e dei “personaggi” che agiscono in una relazione sessuo-amorosa.Ma se il consiglio di lettura la irrita perchè proveniente da me lasci stare e continui per la sua strada triturando magari tutti i testi teorici che le capita di incontrare.A me però non mi interpelli più,dopo un pò mi annoio e mi stanco.Cordialità
Nessuna aggressività, gliel’assicuro; piuttosto la leggo in lei non appena rivece rispote un po’ pepate. La informo che a definire le famiglie triadiche non sono io ma i libri di chi cerca le cause dell’omossessualità nella psicologia: se non le piacciono i suoi stessi libri teorici, di cui si nutre tanto avidamente, non so che dirle. Io, per quanto mi riguarda, non ho tutto questo interesse a leggere libri(divulgativi per di più) che pretendono di sapere come nasce la sessualità altrui (per di più per inquadrarla in un quadro di psicopatologia: come il suo Nicolosi), ma sono termini che per di più ho trovato su queste pagine.
10 righe di illazioni e una sfilza di pregiudizi.Il “mio”Nicolosi?ma che sta a dire?Se non ha capito perchè ho tirato fuori Nicolosi non è colpa mia.Quanto ai libri divulgativi,beh ho usato questa espressione per prudente modestia,ma se le citassi i nomi degli autori potrebbe verificare lei stesso se sono o meno in grado di fare valutazioni.Le ho suggerito anche la lettura di una lesbo-femminista junghiana che è quanto di più lontano dalla mia sensibilità,eppure ho apprezzato perchè molto interessante e per certi aspetti illuminante.Cosa vuole che le dica?Questo blog sembra proprio un campo di battaglia e ognuno combatte la sua.Per conto mio mi sono già stufato e quel che avevo da dire l’ho già detto e non voglio ripetermi.Sa perchè sono qui?Stavo facendo un giro d’orizzonte sul tema delle nozze gay e su quello delle adozioni ed avendo notato una certa vivacità di dibattito ad un certo punto ho deciso di intervenire.D’ora in poi,se ne avrò voglia, mi limiterò alla “fenomenologia” piuttosto che alla psicodinamica e speriamo che il gioco di specchi attorno all’aggressività si possa interrompere.Il pepe però ce lo mettiamo,sennò che gusto c’è?
P.S.Mi tolga una curiosità:io le ho “rivelato” il motivo per cui sono qua;il suo qual’è?Supponendo che lei sia un mangiapreti (anch’io ho pregiudizi)non riesco a spiegarmi la sua pervicace presenza.Forse proprio perchè è un mangiapreti?Ovviamente non risponda se non ne ha voglia.
Mangiapreti, giammai! Non potrei mai metterli sulla stessa tavola assieme ai bambini: sarebbe come lasciare sulla stessa riva il lupo e l’agnello ,traghettando intanto il cavolo. La mia è piuttosto un’altra intolleranza alimentare. sono cielliaco
Ma un elemento di scelta inconscia come scappatoia-soluzione nel contesto di un clima affettivo “irrespirabile”(qualcosa del genere sosteneva Sartre)gli darebbe una patente di autenticità però.
Comunque gli omosessuali ci tengono un pò troppo ad emendarsi dai sensi di colpa più o meno inconsci e sempre si precipitano sull’ultima scoperta farlocca dei “gene gay”preferendo una versione “naturalistica” della loro condizione a quella assai più complessa e problematica,ma molto più interessante e fruttuosa della determinante psicosociale.
Dire che l ‘omosessualita’ e’ una scelta e’ un enorme stronzata priva di fondamento scientifico, la possibilta’ che un gay diventi etero e’ la stessa che un etero diventi omosessuale, solo se riesce a reprimere i suoi istinti sessuali
L’omosessualità come orientamento no, ma intesa come comportamento e’ una scelta come tutti i comportamenti umani, e come tale modificabile.
E ciò è scientificamente provato.
Anche le condizioni possono modificarsi. Il punto è che (giustamente) non si è obbligato a farlo. E come si può tentare di acquisire una condizione (es. eterosessualità), deve esserci la libertà di aderire a quella opposta (es. omosessualità).
Eppure quando un etero “diventa” omo la conversione in certi ambienti viene sempre presa per autentica.Non le sembra strano?Ma il punto non è che questo cambiamento di rotta sia autentico o meno,questo non lo sappiamo,ciò che importa è la validazione della propria omosessualità e la soddisfazione di averne uno in più in “parrocchia”.Sentimenti opposti invece alla sola idea che uno possa passare dall’omo all’eterosessualità.a prescindere che sia possibile.In questo caso il soggetto in questione viene considerato non solo falso e bugiardo ma un vero e proprio traditore della causa,e questo perchè il transfuga fa vacillare le pseudo certezze sulla propria posizione omosessuale.
Ma normalità e anormalità sono concetti difficili e complessi da definire;per quanto riguarda l’omosessualità è inutile battagliare su questi concetti,tanto per un argomento contro se ne troverà uno a favore.Piuttosto credo che sia più utile fissare dei criteri di accettabilità e giudicare in base a questi.Personalmente credo che l’omosessualità in se stessa sia accettabile.La questione però non finisce qui;c’è un lato intimo e soggettivo che prescinde dalla definizione “esterna” di normalità/anormalità,la norma infatti è “dentro” innanzitutto e son convinto che se si chiedesse ad un omosessuale se si sente perfettamente normale e ipotizzando la massima sincerità,anche con se stesso,risponderebbe di no,o perlomeno non del tutto.il senso di diversità è in qualche misura ineluttabile e sta nell’oggettività delle cose,certo è aggravato dall’ostracismo sociale,ma è irriducibile e con questo deve fare i conti.Del resto la gente tende automaticamente e piuttosto inconsciamente a stare dalla parte di una maggioranza e si da il paradosso che certuni si sentono a disagio anche se fanno parte di una minoranza privilegiate,figuriamoci gli omosessuali….E poi forse che la loro smania di attribuire queste tendenze a questo e a quello e a percentuali sempre spinte al rialzo,per non parlare della passione che hanno certuni per il proselitismo,per lo meno tentato,non significa nulla ?Ah la soddisfazione di additare “anche quello”………
Ma normalità e anormalità sono concetti difficili e complessi da definire;per quanto riguarda l’omosessualità è inutile battagliare su questi concetti,tanto per un argomento contro se ne troverà uno a favore.Piuttosto credo che sia più utile fissare dei criteri di accettabilità e giudicare in base a questi.Personalmente credo che l’omosessualità in se stessa sia accettabile.La questione però non finisce qui;c’è un lato intimo e soggettivo che prescinde dalla definizione “esterna” di normalità/anormalità,la norma infatti è “dentro” innanzitutto e son convinto che se si chiedesse ad un omosessuale se si sente perfettamente normale e ipotizzando la massima sincerità,anche con se stesso,risponderebbe di no,o perlomeno non del tutto.il senso di diversità è in qualche misura ineluttabile e sta nell’oggettività delle cose,certo è aggravato dall’ostracismo sociale,ma è irriducibile e con questo deve fare i conti.Del resto la gente tende automaticamente e piuttosto inconsciamente a stare dalla parte di una maggioranza e si da il paradosso che certuni si sentono a disagio anche se fanno parte di una minoranza privilegiate,figuriamoci gli omosessuali….E poi forse che la loro smania di attribuire queste tendenze a questo e a quello e a percentuali sempre spinte al rialzo,per non parlare della passione che hanno certuni per il proselitismo,per lo meno tentato,non significa nulla ?Ah la soddisfazione di additare “anche quello”…..
Che un omosessuale non si sente “perfettamente” normale è solamente sua opinione personale, maturata su, non si capisce bene quali, dati osservati. Cordialitá
La sua è solo una questione di principio e la stizza con cui risponde me lo dimostra abbondantemente;tra tutte le cose scritte da me proprio da questa si è sentito toccato……Questa smania di “normalità” proprio non la capisco:trattasi di una forma paradossale di conformismo suppongo.
Le assicuro nessuna stizza…la invito ancora a non trarre conclusioni su opinioni sue personali senza alcun dato oggettivo in mano.
Così come le assicuro che a livello personale nulla di quello che scrive mi tocca direttamente.
Cordialità
Si tratta di una variazione, indotta, degli immaginari gay. Nei decenni passati infatti i gay si battevano perché nella società fosse accettata la loro diversità, diversità che rivendicavano anche con un certo orgoglio. Poi è venuto l’AIDS, la ridiffusione delle malattie venere e il comunismo è fallito miseramente (la militanza gay aveva una forte connotazione antiborghese e antifamilista), per cui dalla fase di accettazione della diversità, come strumento dello scardinamento della società borghese, si è passati alla fase di negazione della diversità, con un progressivo imborghesimento, ovvero “normalizzazione” degli immaginari gay e dei loro desideri. Da qui la richiesta di matrimoni e adozioni, nell’illusione che nella negazione della diversità risieda oggi la felicità omosessuale, mentre l’infelicità è sempre colpa della società cattiva e omofoba che non si adegua. Da qui anche la ferocia con cui si risponde a qualsiasi cosa possa mettere in discussione questo immaginario. Immaginario che si vuole imporre a tutti, a anche a colpi di leggi fasciste come quella sull’omofobia.
Picchus definisce “immaginario gay” l’avere gli stessi diritti e lo stesso trattamento riservato a chiunque altro bollando il tutto come “negazione della diversità”. E’ un po’ come sostenere che le lotte per l’uguaglianza delle persone di colore erano frutto dell'”immaginario black” mentre l’infelicità delle minoranze nere era sempre colpa della società cattiva e razzista. E, guardi, nessuno le vuole imporre niente, ma sarebbe carino (per non dire civile) avere lo stesso rispetto e considerazione per gli altri. Picchus, capisco che il concetto la possa infastidire, ma diversità non significa inferiorità.
A parte che tale lettera non convince neppure me sono a sottolineare quanto segue:
– L’omosessualità non è una malattia come ben evidenziato dal Dr. Palma. Ma non è neanche il risultato di una “carenza affettiva o mancata maturazione”. E’ una normale e naturale variante dell’affettività e sessualità umana (Organizzazione Mondiale della Sanità). Sostenere che non sia una malattia ma il frutto di un “disagio” è solo un modo un po’ (molto poco) furbino per far passare l’errato e distorto concetto che tale orientamento sessuale sia uno sviluppo non corretto e questo, è profondamente sbagliato oltre che infondato e pericoloso per lo sviluppo delle normali persone omosessuali. Quindi né malattia né “carenza, disagio o ferita” ma normale e naturale orientamento sessuale (e questo dalle evidenze mostrate dal Dr. Palma si capisce bene);
-Come spesso accade nelle “tesi” di chi porta avanti tali idee si cerca di far passare il concetto che omosessualità sia unicamente autoerotismo davanti alla pornografia, desiderio sessuale incondizionato verso chiunque, rapporti di sesso occasionale, eccc, tutte cose che riguardano in ugual misura il mondo eterosessuale. Omosessualità vuol dire provare affetto romantico e attrazione sessuale verso persone dello stesso sesso come eterosessualità significa provare le stesse cose per persone di sesso opposto. Come ci sono tantissimi omosessuali che creano una famiglia (o vorrebbero nel caso gli venga impedito per ideologie confessionali) ci sono tanti eterosessuali che riservano al sesso opposto quello che il sig. descrive per l’omosessualità;
– Sentirsi realizzato come “maschio” non è sinonimo di eterosessualità. Sesso biologico ed orientamento sessuale sono due cose diverse, non in contrasto tra loro. Non si capisce infatti come mai il sig. non si senta realizzato come “maschio” in virtù del suo orientamento sessuale che non è in contrasto con nulla. Forse il problema è proprio nel costrutto di idee precostituite che sembrano esserci e che richiamano tanto l’omofobia interiorizzata (vera causa dei disagi per alcuni) che il sig. nega immediatamente, mettendo le mani avanti….c’è da chiedersi come mai…..
La lettera non mi convince ma mi da lo spunto per alcune riflessioni.Mi chiedo perchè mai gli omosessuali siano così furiosamente ostili all’idea anche solo teorica e ipotetica di un passaggio anche parziale all’eterosessualità,eppure non è difficile immaginare che alcune persone possano trovarsi per motivi complessi su una strada che non è la loro e per questo sentirsi a disagio.Perchè negargli la possibilità di slatentizzare tendenze eterosessuali qualora ci fossero?Faccio notare che a volte succede spontaneamente,al di fuori di qualsiasi terapia.Altro punto su cui riflettere:ci si rende conto che l’invito fatto indiscriminatamente ad accettarsi acriticamente se può essere valido in generale,in alcuni casi non sortisce alcun effetto?l’omosessualità con la sua ingombrante mole esistenziale si presta bene a far da schermo a problematiche psicologiche spesso di un certo rilievo che nulla hanno a che fare con essa per cui si crede di accettarsi e invece si converte l’angoscia in un sintomo costante.Con ciò voglio dire che sono stupidi gli integralismi di qualsiasi genere e sarebbe ora di smettere di pensare gli omosessuali come se fossero un gruppo omogeneo mentre invece le differenze possono essere tali da rendere due soggetti imparagonabili.
Franco, sulle basi scientifiche (o meglio. sulla loro mancanza) delle cosiddette “terapie riparative” si sono già espresse – in modo contrario, mettendo anche in guardia dai pericoli – tutte le principali associazioni di psicologi sia in Italia che all’estero. Per quanto riguarda i “passaggi anche parziali” dall’omosessualità all’eterosessualità non mi pare il caso di tirare in ballo chissà quali “guarigioni” miracolose: le persone bisessuali si sa che esistono e quindo coloro che con successo “diventano” eterosessuali in realtà gay non lo sono mai stati, erano bisessuali sin dall’inizio. Inoltre mi pare importante far notare che tutte le volte che c’è il desiderio di cambiamento si tratta sempre di motivazioni indotte: l’insoddisfazione del proprio orientamento sessuale deriva sempre da un background colpevolizzante di natura religiosa (basta vedere il blog di “Eliseo”), dunque c’è una pressione familiare o sociale che spinge l’individuo a cercare di voler cambiare solo per compiacere le persone che frequenta, cercando di cambiarsi solo per omologarsi-uniformarsi alla maggioranza. L’aiuto “degli psicologi” nelle cosiddette “terapie riparative” non c’entra niente, c’entrano invece tanto i condizionamenti religiosi, come dimostra inequivocabilmente questo video realizzato per Le Iene http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/372614/viviani-curarsi-dallomosessualita.html
Resta il fatto che le terapie riparative sono scientificamente fondatissime.
Italo, le cosiddette terapie riparative sono “scientificamente fondatissime” quanto gli oroscopi e la lettura dei tarocchi.
leggiti il testo curare i gay? oltre l’ideologia riparativa dell’omosessualità. paolo rigliano,jimmy ciliberto,federico ferrari raffaello cortina ed.
Italo Sgro’: dimmi sono ritenute tali da un’ intera comunita’ scientifica mondiale?
Mi chiedo però perchè i gay abbiano un accanimento così furioso contro ogni idea anche solo lontana e teorica di un passaggio all’eterosessualità……Al di là di concetti come malattia ,cura,riparazione o altro,perchè non ammettere che alcune persone si siano trovate per motivi vari su una strada che non è la loro (etero o omo che sia) e che pertanto ad una certo punto della loro vita vogliano ritrovare se stessi?Angoscia e insoddisfazione sono chiari segni di alienazione da se stessi e non sempre si riferiscono a un conflitto fra la propria omosessualità e l’ambiente ostile.
Sono d’accordo con te soltanto per quanto riguarda la libertà di uno poter cambiare, sia da gay a etero che da etero a gay …
Magari fare tutti due i passaggi e decidere per esperienza propria.
Ce ne sono anche di etero in conflitto con la propria sessualità !!