
Olimpiadi, istruzioni per l’uso
Bandiera Olimpica. Gli anelli olimpici sono il simbolo ufficiale del Movimento olimpico. Sono cinque anelli intrecciati di colore blu, giallo, nero, verde e rosso, su sfondo bianco, realizzati dallo stesso barone de Coubertin nel 1913 che “rappresentano le cinque parti del mondo conquistate al’Olimpismo” ovvero l’unione dei cinque continenti e l’incontro degli atleti di tutto il mondo ai Giochi Olimpici. I colori sono stati scelti perché almeno uno di essi si trova nelle bandiere di ciascun paese. La bandiera originale, realizzata ai magazzini “Bon Marché” di Parigi era larga 3 metri e alta 2 e recava il motto “Citius, Altius, Fortius”.
Fiamma Olimpica. Ricorda il fuoco che durante lo svolgimento dei giochi Panellenici veniva mantenuto sempre acceso in onore di Zeus. Oggi il fuoco olimpico viene acceso nell’antico stadio di Olympia, nel Peloponneso, da un’attrice vestita da sacerdotessa greca, e da qui viene portato con una fiaccola fino al luogo ove si disputano i Giochi.
Fiaccola olimpica. Furono i tedeschi durante i Giochi di Berlino del 1936 a introdurne l’usanza, facendo trasportare una fiaccola in nave da Olympia e poi a terra con una staffetta di tedofori. Ogni tedoforo percorre oggi un chilometro, finché l’ultimo arriva allo stadio principale delle Olimpiadi proprio il giorno della Cerimonia d’Apertura.
Ai Giochi di Montreal del 1976 è stata sfruttata per la prima volta la tecnologia moderna, infatti la Sacra Fiamma, che rappresenta lo sforzo per la perfezione e la lotta per la vittoria, è stata trasmessa da Atene a Ottawa atraverso un impulso elettronico via satellite, e da lì è partita la staffetta dei tedofori. Si racconta anche che lo stesso anno un violento temporale sia riuscito a spegnere la fiamma: accadde allora che un membro dello staff olimpico vi ponesse – sacrilegamente – rimedio con il suo accendino…
L’8 giugno scorso la Fiamma Olimpica, accesa il 10 maggio, è giunta in Australia: dopo un viaggio di 10 giorni attraverso la Grecia è arrivata via aereo da Atene a Guam e di qui ha percorso per due settimane i paesi del Pacifico. Sarà a Sydney il 12 settembre.
Medaglie. All’atleta o alla squadra vincitrice di una competizione viene assegnata la “medaglia d’oro” che in realtà è una medaglia d’argento placcato oro (il regolamento prevede che vengano utilizzati almeno 6 grammi del prezioso metallo). Al secondo e terzo classificato vengono assegnate rispettivamente una medaglia d’argento e una di bronzo. L’argento utilizzato per le medaglie deve essere puro almeno al 92,5%.
La parte frontale della medaglia olimpica riproduce l’immagine di una divinità greca che tiene una fronda di alloro e, sullo sfondo, il colosseo ateniese. Dal 1972, il Comitato olimpico che organizza i giochi può creare il disegno per l’altra faccia della medaglia.
L’usanza di appuntare le medaglie al collo degli atleti è stata introdotta per la prima volta durante le Olimpiadi di Roma del 1960. Per l’occasione venne realizzata una catenina fatta di foglie di alloro. Oggi, più semplicemente, si preferisce utilizzare un nastro colorato. Durante le prime olimpiadi di Atene del 1896 invece, i vincitori hanno ricevuto una corona di olivo e una medaglia di argento.
Giuramento Olimpico. Come gli atleti dell’antica Grecia dovevano giurare di essere corretti durante le competizioni, così devono fare gli atleti moderni. Il giuramento è stato scritto personalmente dal barone de Coubertin e viene recitato durante la Cerimonia d’Apertura dei Giochi (per Sydney il 15 settembre prossimo) da un atleta della nazione ospitante a nome di tutti: “Nel nome di tutti i partecipanti prometto che prenderemo parte a questi Giochi Olimpici rispettando e tenendo fede a tutte le regole che li governano, secondo il vero spirito della sportività, per la gloria dello sport e l’onore delle nostre squadre”.
Inno olimpico. Inno dei Giochi, recitato per la prima volta durante le Olimpiadi di Atene del 1896 come buon auspicio per il ritrovamento di quei sani ideali classici che la modernità aveva corrotti. E’ stato ufficialmente adottato dal Cio nel 1958. Spirito antico e immortale, padre senza macchia/ Di tutto quanto è bello, grande e buono,/ Discendi, fatti conoscere e splendi come eroe/ Su questa terra e sotto questo cielo/ Testimone della tua gloria. Illumina gli sforzi dei nobili atleti in lotta/ Nelle gare di atletica, nella lotta, nel lancio del peso./ Poni una corona di rami sempreverdi, /rendi i corpi fatti come d’acciaio e degni di lode./ Valli, montagne e oceani risplendono con te,/ come in un tempio grandioso di bianco porfido./ Verso il quale tutte le genti si muovono in fretta/ Per mettersi la tuo servizio, Oh antico spirito immortale.
Olimpiadi globali. La televisione ha permesso alle Olimpiadi di diventare un evento globale. Le ultime Olimpiadi di Atlanta sono state seguite via satellite da 2,3 bilioni di spettatori mentre l’audience complessiva è stata di 19,6 bilioni di persone. Ma la televisione è stata una parte vitale delle Olimpiadi fin dal 1936 quando, durante i Giochi di Berlino, per la prima volta nella storia è stata trasmessa dal vivo una manifestazione sportiva. Con la crescita dell’utenza televisiva negli anni ’50, il Comitato Olimpico Internazionale si è reso conto che la vendita dei diritti televisivi poteva compensare le spese organizzative. La NBC ha speso 456 milioni di dollari per i diritti televisivi dei Giochi di Atlanta e sta pagando a rate 3,5 bilioni di dollari per i diritti delle Olimpiadi dal 2000 al 2008.
Olimpiadi e politica. Nonostante i desideri del fondatore de Coubertin, la situazione politica ha influito pesantemente sui Giochi Olimpici che sono stati spesso un termometro dello stato di salute delle relazioni internazionali.
Già alle Olimpiadi di Berlino del 1936, Adolf Hitler si rifiutò di riconoscere i successi di Jesse Owens, l’atleta di colore dell’Alabama vincitore di 4 medaglie d’oro – L’Unione Atletica degli sportivi non professionisti americana aveva del resto già minacciato il boicottaggio dei giochi per protestare contro le leggi razziali in Germania e Owens finì per diventare il simbolo della menzogna del razzismo nazista.
Nel 1952, a Helsinky, in Finlandia, la rivalità tra gli atleti Usa e quelli Urss assunse toni non soltanto sportivi.
Nel 1968, alle Olimpiadi di Città del Messico, gli atleti americani di colore Tommie Smith e John Carlos salutarono la vittoria con il pugno chiuso del Black-Power.
Nel 1972, a Monaco, un gruppo armato palestinese di Settembre Nero compie un attacco terroristico contro la delegazione israeliana uccidendo 18 persone.
Nel 1976 il governo canadese in contrasto con Taiwan impedì agli atleti di quel paese di sventolare la propria bandiera e ascoltare il proprio inno nazionale. Lo stesso anno, molte delegazioni degli stati dell’Africa Nera abbandonarono le competizioni per protestare contro la partecipazione della Nuova Zelanda che manteneva rapporti sportivi col razzista Sud Africa.
Nel 1980 a Mosca non partecipano gli atleti Usa. Il boicottaggio è benedetto dall’allora presidente Carter per protestare contro l’invasione dell’Afghanistan delle truppe sovietiche (un sondaggio del New York Times mostra che l’86% del paese è a favore del boicottaggio); Carter propone di spostare la sede olimpica in Grecia.
Nel 1984 i giochi si tengono a Los Angeles e stavolta è la Russia a boicottare, insieme alla Germania dell’Est. Le Olimpiadi si dimostrano per la prima volta un’impresa commerciale di successo: solo la ABC sborsa 225 milioni di dollari per i diritti televisivi.
Nel 1992 a Barcellona la situazione politica è completamente cambiata: l’Urss non esiste più, al suo posto nasce la Csi, mentre la Germania è un paese unito e il Sudafrica per la prima volta dopo il 1960 ritona ai Giochi.
Sydney, 15 settembre – 1 ottobre 2000. Notiziole dall’Australia felix Uniformi. Le uniformi per tutto lo staff di lavoro dei Giochi Olimpici di Sydney saranno più di quelle distribuite ai soldati australiani durante la II guerra mondiale. “Sarà il più vasto progetto di distribuzione in tempo di pace della storia australiana” hanno dichiarato gli organizzatori. Saranno distribuiti più di 1 milione 100mila articoli, tra cui 200mila polo, 90mila giacche, 150mila paia di pantaloncini e 142mila paia di scarpe.
Polizia. Per assicurare alle manifestazioni olimpiche la necessaria sicurezza, diverse stazioni di polizia sparse sul territorio australiano saranno chiuse e gli agenti confluiranno a Sydney. Il provvedimento non ha mancato di suscitare aspre polemiche nelle zone che si ritroveranno sguarnite anche perché le varie circoscrizioni temono che al termine dei Giochi gli organici delle stazioni locali di polizia saranno ridotti.
Giochi di guerra. Le autorità australiane l’hanno definita “la più importante operazione di sicurezza in tempo di pace mai concepita”.
Si tratta del programma di sicurezza messo a punto per prevenire attacchi terroristici durante i prossimi Giochi (sono stati messi a fuoco 100 possibili obiettivi). La task force, chiamata “Forza di difesa australiana”, comprende 1000 uomini addestrati per oltre un anno e mezzo, la cui preparazione si è conclusa nel maggio scorso con un mese di esercitazione e di simulazioni piuttosto realistiche. Sembra infatti che in quell’occasione le teste di cuoio dell’esercito abbiano causato danni per 120 milioni di lire allo stadio del softball, dove sono entrati in piena notte, sfondando porte, finestre e muri. La popolazione della zona ha protestato per i voli a bassa quota degli elicotteri da guerra e le esplosioni.
Maratona olimpica. Vita dura per chi ha intenzione di seguire le Olimpiadi da Sydney. Secondo la Guida ufficiale per gli spettatori, che divide la città in 18 sezioni e seleziona 300 opzioni per i trasferimenti da e per i Giochi, spostarsi tra i vari eventi sportiva richiederà viaggi fino a 6 ore di durata, tra cambi di mezzi e coincidenze. La durata media degli spostamenti è stata fissata tra le due e le tre ore.
Chi va e chi viene. Mentre al Comitato organizzatore delle Olimpiadi di Sydney rimangono ancora circa 80 milioni di dollari di biglietti da vendere per raggiungere l’obiettivo finanziario, più di mezzo milione di persone che vivono dei dintorni della città stanno progettando di andarsene durante il periodo dei Giochi. Secondo un sondaggio, su 4 milioni di abitanti il 14% saranno altrove tra il 15 settembre e il 1 ottobre.
(Poco) entusiasmo olimpico. Gli australiani sembrano un po’ freddini verso le Olimpiadi. A poco più di un mese dall’apertura dei Giochi, i segni dell’evento sono pochini. Per chi arriva all’aeroporto solo una piccola insegna di benvenuto al neon, poi qualche gadget in vendita nei negozi specializzati e, vicino alle sedi degli sponsor, una discretissima nota: “Sponsor di Sydney 2000”. Anche sugli autobus e sui muri mancano affissioni legate all’evento. Il villaggio olimpico è prefabbricato e verrà smantellato alla fine della manifestazione. Lo Stadio Olimpico, realizzato invece per l’occasione, è già stato utilizzato per il rugby e per altri sport. Nel complesso, la gente è decisamente più interessata alle sorti della propria nazionale di Rugby, che settimana scorsa ha affrontato il Sudafrica.
Olimpiadi ecologiche. Dopo la realizzazione dei passaggi sotterranei per le rane, la protesta degli ambientalisti (in prima linea Greenpeace) si è spostata a Bondi, dove si è formato un corteo contro la costruzione di un piccolo stadio posto proprio davanti a una delle spiagge più belle del paese. Ma si attendono anche circa 10mila dimostranti contro la globalizzazione reduci da Seattle, che saranno a Melbourne per il Forum Economico mondiale in programma per l’11 settembre e si sposteranno poi a Sydney il 15 per contrastare “i giochi delle grandi corporazioni economiche”.
A loro si uniranno quelli dell’“Alleanza anti-olimpica” e i dimostranti aborigeni, che chiedono maggiore integrazione. Intanto, il Comitato ambientale per le Olimpiadi annuncia il suo sostegno alla campagna di rimboscamento del territorio australiano che dovrebbe raccogliere qualcosa come 300 milioni di dollari per porre rimedio al “disboscamento selvaggio degli ultimi 200 anni”.
Congestioni1. Dei trasporti della città olimpica. Al porto di Sydney alcune corse dei traghetti sono state cancellate per ragioni di sicurezza e altre avranno durate di tempo abbondantemente superiori alla media a causa dell’intensificazione del traffico. I percorsi delle linee di bus verso la città sono stati cambiati, e molte corse dirette verso le periferie sono state soppresse.
Congestioni2. Di bagagli all’aeroporto di Sydney, dove il sistema computerizzato per il loro trasporto è andato in tilt provocando in 3 giorni l’accumulo di una montagna di valige, pacchetti, borselli appartenenti allo staff olimpico alta diversi metri. Sembra che la caduta di una pigna di borsoni abbia travolto anche alcuni membri del Comitato organizzativo dei Giochi…
Congestioni3. Del traffico aereo. Si teme un pericoloso calo del traffico commerciale da e per Sydney nel periodo dei Giochi che potrebbe arrivare a compromettere gravemente il mercato sulla costa Est del paese. In effetti le prenotazioni sono ben al di sotto quelle dell’anno passato. Al contrario è prevista la crescita almeno dei viaggi turistici – anche se resta la paura che i viaggiatori siano scoraggiati dalla difficoltà di trovare posti letto a Sydney e dagli altri problemi di congestione nelle due settimane delle Olimpiadi.
Atleti bionici. Lo saranno presto i partecipanti alle Paralympic, le Olimpiadi dei disabili che si terranno a Sydney tra il 18 e il 29 ottobre. Parola del tedesco Gunther Schumann, progettatore di arti in fibra di carbonio per la Otto Bock. L’azienda ha già fornito ad alcuni atleti piedi artificiali, carrozzelle ad alta tecnologia e un sofisticatissimo ginocchio artificiale elettronico. Ma l’idea di permettere l’uso di queste apparecchiature nelle competizioni, non trova tutti d’accordo. Il rischio infatti, visti i costi, è di favorire gli atleti dei paesi più ricchi. Come è già accaduto ad Atlanta dove hanno dominato gli atleti Usa e europei grazie alle loro carrozzelle “tecnologicamente avanzate”.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!