Sardine che sconfiggono cose

Ogni mattina un populista si sveglia ed è stato battuto dalle sardine

Di Tino Missol
25 Novembre 2019

Sardine a New York

Amici sardi, amicie sarde e amicine sardine, questo blog, nato per celebrare, pur senza bandiere, la vittoria schiacciante delle sardine sui populisti, è lieto di annunciare che dopo avere inconfutabilmente battuto (ma forse è più giusto dire umiliato) i sovranisti italiani e la loro politicaccia dell’odio, ormai siamo lì lì per sconfiggere anche Donald Trump, il populist in chief.

Sì, esatto, stiamo parlando proprio del grande successo delle “sardine atlantiche”, anche dette “sardine atlantice” su Repubblica. Oh, siamo concentrati sui populisti, che si fotta l’ortografia.

Sardine a New York
Le “sardine atlantice” su Repubblica di oggi

A Washington Square Park, annunciava ieri l’Ansa nel mentre che i populisti se la facevano sotto dalla paura, erano «attese alcune centinaia di persone».

Poi, al dunque, ha scritto Repubblica (la quale meritoriamente non ha dimenticato di mandare sul posto l’inviata, a differenza dal resto della stampa forse già arresa all’invasione fascista), «ieri si sono riunite almeno 200 persone, nonostante la pioggia battente a impregnare i cartoni a forma di pesce, pazientemente disegnati il giorno prima sui tavolini di The Mill, il caffè sulla trentacinquesima strada».

Sardine a New York

Dopo di che, noi sardine diamo del filo da torcere ai populisti e perciò combattiamo anche contro le fake news. A giudicare dalle foto diffuse dall’Ansa e da quella pubblicata dalla stessa Repubblica, più che «alcune centinaia» o «almeno 200», le “sardine atlantice” di New York erano semmai poche decine. O parecchie unità. Diciamocela tutta: ce n’erano di più nel piatto di sardine fritte twittato da Salvini per fare del sarcasmo.

Ma l’ironia di Salvini è solo il colpo di coda della bestia feroce ormai sopraffatta dalle forze del bene senza bandiere. Non conta che ieri a New York più che 6.000 sardine eravamo tre gatti, quello che conta è che abbiamo «migliaia di adesioni sui social» e che adesso abbiamo detto basta.

«Quello di ieri, assicurano gli organizzatori [delle “sardine atlantice”, ndr] – in contatto fin dal primo momento con le sardine di Bologna – è solo il primo appuntamento: “Cari populisti, lo avete capito? La festa è finita…”».

Fossimo in Trump, onestamente ce la daremmo a gambe prima che sia troppo tardi. Anche per lui, infatti, è pronto un devastante flah mob. Sappialo. Egli. Egli sappialo.

Intanto in Italia con le amiche sardine è un continuo abbattere populisti e muri e politiche dell’odio. Sabato a Perugia per esempio abbiamo sfatato l’ennesima fake news populista secondo cui l’Umbria sarebbe passata al centrodestra. Ma quando mai??? Pensate che Salvini si era presentato addirittura «per festeggiare la vittoria alle elezioni regionali». Uè populista, sveglia, la festa è finita! E infatti gli abbiamo rovinato tutto sconfiggendolo alla grande sui social e in piazza, dove eravamo addirittura «oltre un migliaio», come ha constatato sbalordito il cronista di Sky. E questo, si badi, senza contare i like su Facebook.

«I manifestanti, sulla scia del movimento spontaneo nato in Emilia Romagna, si sono radunati senza bandiere di partito, ma con cartelli a forma di sardina, hanno intonato “Bella ciao” e alcuni cori tra cui “L’Umbria non si lega”».

Ma è soprattutto in Romagna che abbiamo fatto «il pieno di adesioni», tanto è vero che Repubblica ha dovuto titolare «Sardine battono Salvini». Ma non è che lo abbiamo battuto, il populista, lo abbiamo proprio stracciato a Rimini.

«Di chi è la Romagna, di Matteo Salvini che pianta la seconda bandierina in una città come Rimini, fondando la sede provinciale, o della piazza Cavour piena di sardine, che lo aspettano a piè fermo, in ottomila suppergiù, forse 10 mila?».

Capito populisti? Sono settant’anni che rischiamo il fascismo in Romagna, notoriamente, ma adesso finalmente ce la siamo ripresa, e lo abbiamo fatto senza bandiere cantando le tipiche canzoni senza bandiere delle nostre amate balere.

«Dove c’è lui a comiziare ci sono anche loro con pesci di cartone e cori di “Bella Ciao”. E anche di “Romagna mia”, di cui la piazza si riappropria, visto che spesso e volentieri viene suonata come contorno alle apparizioni di Salvini».

Dice bene Repubblica: dove c’è lui a comiziare, là ci saranno le sardine a sconfiggerlo con il micidiale cartoncino bristol. E ogni volta che un populista canta Romagna mia, noi gliela ricanteremo con gli interessi. Perché altrimenti, metti che Salvini un giorno ci ruba davvero Romagna mia, magari danzando con lo slippino populista al Papeete, allora sì che sarebbe l’apocalisse. Letteralmente:

«Intanto in piazza Cavour avanzava una sardina gigante da 10 metri con scritta “Magna questa”, al suono inquietante di una tromba marina, che era poi il suono di una grande conchiglia, forse per ricordare a tutti l’apocalisse in caso di vittoria della Lega».

Anche per questo tra le sardine c’è molta stima per la brava gente del Pd che ha accettato di mischiarsi ai nostri flash mob senza bandiere. A malincuore, ma lo ha fatto. Con totale disinteresse elettorale e grande spirito di abnegazione. Del resto, in Emilia Romagna c’è da far fronte a un’emergenza fascismo. Se non peggio: l’apocalisse rischiamo. Grazie dunque a Stefano Bonaccini che ha accettato di far vincere il Pd senza bandiere del Pd.

«Intanto Albertino Astolfi, già consigliere comunale di centrosinistra, allestiva nella Pescheria Vecchia un banchetto con “9.500 sardine, due giorni, ci abbiamo messo a preparare tutto”. Chi vincerà, il 26 gennaio? “Credo proprio Bonaccini, la Romagna non è di destra”, anche se Forlì ha ormai un sindaco della Lega. Tra la folla c’è anche il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, Pd, qui “come cittadino semplice. Noi romagnoli non abbocchiamo”. Dice anche che “queste sardine devono nuotare nel mare libero, i partiti non devono mettere le reti per pescarle”. Però “c’è una domanda di politica che va raccolta”».

Grazie, grazie, grazie Pd che non cerchi di farci abboccare.

«Secondo Piero Fassino, sindaco apprezzato ma nel 2016 vittima dell’onda grillina a Torino, “[…] lasciatemi dire: le fantastiche manifestazione delle ‘sardine’ che da Bologna si sono propagate in altre città sono un chiaro segno di riscossa ma anche un’indicazione nazionale. C’è una reazione della coscienza civile, nel nostro Paese: può pesare sul voto in Emilia. Ma anche altrove”».

Secondo voi è un caso che in questa dichiarazione a Repubblica Fassino non citi mai, dico MAI, il Pd? No che non è un caso, perché tra noi sardine ci vogliamo bene veramente. Gli unici a cui non vogliamo bene sono i populisti. E allora avanti così, sconfiggiamo i populisti in Emilia come li abbiamo sconfitti in Umbria, e come il Torino ha sconfitto l’Inter.

Foto Ansa

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