Ocse: rischio recessione. In tanti chiedono una Bce interventista – RS

Di Redazione
29 Novembre 2011
Per l'Ocse senza «miglioramenti nella capacità del Efsf assieme a un maggiore uso del bilancio della Bce», il rischio è un «evento maggiore» che trascinerà tutta l’Eurozona in recessione. Finlandia e Austria chiedono che la Bce «abbia un ruolo più potente»

“Tra riforme dei trattati per l’Eurozona e piani di salvataggio del Club della tripla A, la questione centrale rimane come «creare le condizioni perché la Bce si possa impegnare in modo più esplicito» nella crisi, spiega al Foglio un alto diplomatico europeo. La Germania è sempre più isolata: è ormai quasi l’unica a opporsi a una trasformazione della Bce in una Fed europea, in grado di battere moneta per salvare i paesi in difficoltà o essere prestatore di ultima istanza dei governi. Nel fine settimana, Finlandia e Austria hanno rotto i ranghi dell’ortodossia monetaria del nord. «La Bce potrebbe avere un ruolo più potente, come negli Stati Uniti» ha detto il premier austriaco, Werner Faymann. Per il ministro delle Finanze finlandese, Jutta Urpilainen, «se non rimane altro, si può pensare a rafforzare il ruolo della Bce»” (Foglio, p. 1).

L’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha agitato ieri il fantasma della recessione nel 2012 per l’Italia, chiedendo ai leader europei di intervenire al più presto. «La Bce deve comprare bond e fissare un limite ai tassi di interesse» ha detto il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan. Per impedire la recessione, Mario Monti deve «attuare pienamente» il programma di risanamento e portare avanti «importanti riforme strutturali» per favorire la crescita. “Senza «sostanziali, rapidi e credibili miglioramenti nella capacità del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf) assieme a un maggiore uso del bilancio della Bce», il rischio è un «evento maggiore» che trascinerà tutta l’Eurozona in recessione. E mentre il Fondo monetario internazionale ha smentito l’esistenza di un prestito diretto all’Italia, l’agenzia Moody’s ha stilato un rapporto sull’Eurozona in cui non esclude un «default multiplo» di molti paesi” (Foglio, p. 1).

La modifica del Trattato di Lisbona che Germania e Francia starebbero preparando “comporta tempi lunghi (almeno un anno) e incertezze politiche (Londra vuole rimpatriare alcuni poteri). Così, secondo alcuni giornali, Germania e Francia stanno scrivendo un nuovo trattato, al di fuori del quadro comunitario, per costringere i diciassette membri dell’euro a un’integrazione economica, fiscale e sociale o ad andarsene. Nicolas Sarkozy farà un discorso sull’Europa giovedì. Angela Merkel parlerà al Bundestag venerdì. Il nuovo patto dovrebbe essere adottato entro febbraio e, se un paese rifiuta, «dovrà trarne le conclusioni sulla sua appartenenza o no alla zona euro», dicono a Parigi. La Francia, terrorizzata di finire nel vortice mediterraneo della crisi, s’aggrappa al Club della tripla A. Nel caso di implosione della moneta unica, Germania, Francia, Finlandia, Olanda, Lussemburgo e Austria sarebbero pronti ad abbandonare gli altri. Secondo la Welt, tra i piani di emergenza c’è la creazione di «Elite-bond» comuni ai sei paesi della Tripla A (Berlino ha smentito). A Bruxelles, le voci su un «Club del supereuro» sono considerate pretattica in vista del Consiglio europeo dell’8 e 9 dicembre” (Foglio, p. 1).

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