
Obama non può difendere i gay e rischia alle elezioni di midterm
L’ultimo sondaggio sulle elezioni del Congresso americano del 2 novembre prossimo conferma che Obama sta perdendo voti. I due quinti di chi si considera un sostenitore del presidente degli Stati Uniti si è detto meno entusiasta, o addirittura deciso a non offrire più il proprio supporto al presidente. La notizia arriva proprio mentre Obama deve affrontare un ricorso in appello della Corte dello Stato del Massachusetts alla Corte federale sul matrimonio gay.
Un bel grattacapo che non gli farà guadagnare i voti dei conservatori e che gli farà perdere parte di quelli dei liberal, che sta cercando di tenersi stretti. Il caso vuole, infatti, che un giudice di Boston, in luglio, sia ricorso in appello davanti alla Corte Federale a favore della legge che legalizza il matrimonio omosessuale nel suo Stato. Il matrimonio omosessuale in Usa è, però, illegale, dato che una legge federale, detta Doma (Defense of marriage act 1996), lo vieta. La Corte del Massachusetts ha pertanto attaccato la norma federale, definendola incostituzionale perché contraria al decimo emendamento che protegge il diritto degli Stati, garantendo a questi «uguale protezione davanti alla legge federale».
Se ne dedurrebbe che le coppie omosessuali dei diversi Stati devono avere uguali protezioni e diritti di quelle eterosessuali. Una simile interpretazione è fragile e la Corte federale difficilmente la potrà accettare. Obama sarà quindi costretto a prendere posizione e difendere apertamente Doma. Finora si era accaparrato il voto delle lobby gay e dei liberal raggirando la legge federale: non l’ha mai osteggiata, ma supportava le unioni civili ed estendeva alcuni diritti agli omosessuali.
Ora che l’ostacolo è diventato inevitabile, però, Barack si trova nei guai. Dovrà supportare Doma contro la sua volontà e perderà così i voti della sinistra radicale senza guadagnare quelli della destra.
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