Nuovo premier, vecchia Francia. Macron lancia «l’operazione sopravvivenza»

Di Leone Grotti
10 Gennaio 2024
Il presidente dà il benservito a Elisabeth Borne per lanciare la sua "virata a destra" in vista delle elezioni europee. Ma i problemi del paese non cambiano
Alle spalle di Emmanuel Macron, il nuovo premier della Francia, Gabriel Attal

«La ringrazio dal profondo del cuore». Il tweet con cui Emmanuel Macron ha congedato la premier Elisabeth Borne è quanto di più vicino ci sia a una versione contemporanea del bacio di Giuda. Con parole entusiaste il presidente della Repubblica ha dato il benservito all’ormai ex inquilina di Palazzo Matignon. Il sacrificio della seconda donna a ricoprire la carica di primo ministro in Francia non serve al paese, ma soltanto a “Monsieur le Président”. Come scrive Le Monde, Macron «ha dovuto lanciare l’operazione sopravvivenza».

Macron caccia «Madame 49.3»

Che la premier, entrata lunedì all’Eliseo da un ingresso riservato, lontana da occhi indiscreti, non abbia apprezzato il trattamento ricevuto, lo ha fatto capire nella sua lettera di dimissioni: «Signor presidente, mi ha messo a parte della sua volontà di nominare un nuovo primo ministro. Ora che devo presentare le mie dimissioni…», il resto non conta. Le Monde paragona lo stile della lettera a quello utilizzato dal premier socialista Michel Rocard, brutalmente cacciato da Matignon nel 1991 da François Mitterand, e all’Eliseo c’è chi si fa beffe di lei, ex consulente di Lionel Jospin: «Ha iniziato come Jospin e finito come Rocard. È destino».

Mezza Francia si è affrettata a rilasciare comunicati in favore di Borne e a complimentarsi per il lavoro svolto, tranne Jean-Luc Mélenchon. Il leader belluino della France Insoumise l’ha sbeffeggiata chiamandola «Madame 49.3» e rimproverandole di aver utilizzato troppe volte l’articolo della Costituzione che permette di far approvare un disegno di legge anche senza una formale votazione in Assemblea.

Il presidente deve virare a destra

La premier in effetti ne ha abusato, ma che cosa poteva fare considerando che i macroniani non hanno la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale? Borne ha ubbidito in tutto e per tutto a Macron e a malincuore, da donna di sinistra qual è, si è screditata facendo approvare una legge sull’immigrazione fortemente spostata a destra, tanto che i lepeniani hanno esultato parlando di «vittoria ideologica».

La premier ha ingoiato un rospo dietro l’altro e alla fine è stata messa alla porta da Macron, costretto a virare a destra nella speranza di non sfigurare troppo nel suo principale campo di battaglia: le elezioni europee di giugno. Inutile dire che repubblicani e lepeniani sono favoriti e il presidente della Repubblica, per presentarsi in modo diverso, ha bisogno di uomini diversi.

Cambia il premier, non la Francia

Con il premier non cambia però la Francia. Al di là dei fragili equilibri nella maggioranza, i problemi che il nuovo primo ministro si ritroverà sul tavolo sono sempre gli stessi, nota il Figaro: «Sicurezza, gestione dell’immigrazione e dei conti pubblici, unità di una nazione frammentata, lo scoramento della Francia silenziosa, il separatismo islamista che persegue in pieno giorno il suo progetto di conquista».

È una fatica di Sisifo quella che attende l’attuale ministro dell’Educazione e nuovo premier, Gabriel Attal, 34 anni, il più giovane che abbia mai abitato a Matignon. Era il favorito dei pronostici, essendo l’uomo più popolare del governo, e a lui toccherà attuare la “svolta a destra” di Macron per permettere al presidente di «sopravvivere».

@LeoneGrotti

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