Nove anni fa morì Terri Schiavo. «Il calvario di mia sorella non fu invano, ha salvato migliaia di persone»

Di Benedetta Frigerio
31 Marzo 2014
Il 31 marzo 2005, dopo due settimana senza acqua e cibo, si spegneva Terri Schiavo. La lettera della sorella Suzanne Schindler: «Per anni il “culto della morte” è rimasto nascosto ora è venuto alla luce»

Sono passati nove anni. Il 31 marzo del 2005 moriva a Pinellas Park, in Florida, Terri Schiavo. A decidere fu la sentenza del giudice George Greer, dopo una lunga battaglia legale tra l’ex marito (che ne voleva la morte) e la famiglia (che voleva salvarla). Sebbene le diagnosi di diversi e affermati neurologi avessero dimostravano che Terri non era in stato vegetativo permanente e che avrebbe potuto compiere ulteriori progressi, la donna, dopo due settimane senza alimentazione e idratazione, morì stremata.

INGIUSTO MA NON INUTILE. «Non è morta invano», ha detto la sorella di Terri, Suzzanne Schindler, al portale americano Lifenews.com. «Per anni il “culto della morte” è rimasto nascosto, nell’ombra. Ora, grazie alla copertura mediatica e alla protesta pubblica intorno al tragico calvario di Terri, il male della morte imposta agli innocenti e ai vulnerabili è venuto a galla».
Padre Frank Pavone, il sacerdote che sostenne la donna prima e durante l’agonia finale, nel 2012 disse che non avrebbe mai potuto dimenticare gli ultimi momenti condivisi con lei: «Trascorsi l’ultima notte al suo fianco, pregando con lei, leggendole la Scrittura e parlandole dell’amore di tanti di voi». Terri non aveva ricevuto «nemmeno una goccia d’acqua in quasi due settimane. Come allungai la mano per toccare la sua, avrei potuto anche raggiungere e toccare il vaso di fiori che le stava accanto, un vaso era pieno d’acqua». Pavone spiegò l’omicidio come l’esito della «“cultura della morte”, in cui la legge è contro l’umanità».

LA FONDAZIONE DIFENDE I MALATI. Nella lettera, Suzanne Shindler aggiunge che a far morire Terri furono «coloro che preferiscono uccidere gli innocenti piuttosto che difendere la vita e che hanno messo Dio in secondo piano rispetto ai poteri di un sistema giuridico e di governo corrotto, o che hanno completamente lasciato da parte». Ma la vittoria di Terri, oltre all’avere smascherato la «presenza di questa “cultura della morte”», sta nelle migliaia di persone aiutate a ricevere le cure e i trattamenti necessari dalla famiglia Schindler, tramite la fondazione Terri Schiavo Life & Hope Network per proteggere i diritti delle persone con disabilità cognitive.
Come disse a tempi.it il fratello Bobby in questa intervista: «Non voglio che nessuno più debba morire come è morta lei».

@frigeriobenedet

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1 commento

  1. Piero

    @Emanuele Sarti: come il tuo quindi… La domanda è: perchè lei sì e tu no?

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