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Parigi. A sentire la stampa parigina, sembra che Thierry Breton fosse un povero agnellino in balìa di una despota di nome Ursula von der Leyen che non gli faceva decidere nulla, lo isolava, lo maltrattava, gli metteva sempre i bastioni tra le ruote. Ma la realtà è molto più sfumata di quella che vorrebbero presentare a Parigi all’indomani delle dimissioni in polemica dell’ex commissario europeo al Mercato interno, che in una lettera pubblicata su X ha accusato la presidente della Commissione Ue di aver tramato alle sue spalle per «ragioni personali», di aver chiesto la sua testa in cambio di un portafoglio ambizioso alla Francia.
I would like to express my deepest gratitude to my colleagues in the College, Commission services, MEPs, Member States, and my team.
Together, we have worked tirelessly to advance an ambitious EU agenda.
It has been an honour & privilege to serve the common European interest?? pic.twitter.com/wQ4eeHUnYu
— Thierry Breton (@ThierryBreton) September 16, 2024...
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