
Non mi scandalizza la lezione di orgasmo a scuola. Ma che trattino i bambini come cani

Davanti alla notizia della maestra che “insegna” orgasmo ai suoi bambini di quinta elementare mi è venuto quasi da ridere. Ma cosa ci mettono nel maialino dei tortellini di Modena? Battute a parte, anche l’alzata di scudi, lo scandalo, le manifestazioni di protesta, mi paiono non cogliere il nocciolo del problema. Il problema, infatti, non è che parlano di sesso a scuola. Il problema è: ma chi ti ha dato il diploma e la laurea in pedagogia (che con gran prosopopea oggi chiamano “scienza dell’educazione”), se non capisci nemmeno l’abc dell’essere umano? Nel caso, l’abc è che quando tu dici “orgasmo” poni al bambino un problema assurdo. Infatti, mentre non c’è niente di assurdo nell’insegnargli a conoscere il corpo umano (la materia si chiama “scienze” e si studiano anche gli organi sessuali), niente è più assurdo che sollecitare un bambino a rispondere a un problema che il bambino non si pone.
Dunque bisogna cogliere il nocciolo della questione implicita a tutta un’impostazione “pedagogica” costruita sul “costruttivismo”. Perché fin dalle elementari le maestre si sentono autorizzate a “insegnare” orgasmo ed è diffusa ad ogni livello di istruzione scolastica (statale) la “educazione sessuale” o, come dicono, “all’affettività”, intesa come “istruzioni” per l’uso? Ovvero conducono i ragazzini come greggi di pecore alle Asl dove insegnano loro a come mettere il preservativo sul cetriolino e alle ragazzine come si prende la pillolina? Perché questa pedagogia dell’assurdo parte dal presupposto (sbagliato) che l’essere umano è un cane. E, di conseguenza, come un cane lo tratta. Il cane non ha dati di consapevolezza e coscienza suoi originali. Non ha coscienza morale, cognizione del bene e del male, pensieri socratici. Analogamente pensano che si debba fare con i bambini questi scienziati geniali e progressivi. Pensano che i bambini siano dei contenitori da riempire e da istruire poi all’uso dei contenuti.
E perché, poi, in generale, questo è diventato il tempo pedagogico della predilezione dei cani e i bambini sono ritenuti dei bassottini da proteggere anche dall’aria che respirano e sembrano una fatica così sprecata che ci pensino le maestre di “orgasmo”? Perché i cani non fanno domande. Stanno attaccati alle gambe dei loro padroni. E non prendono neanche l’anoressia.
Altro aspetto con cui si giustificano gli istruttori di bambini come se fossero cani. Dicono: “Ma se non le spieghiamo noi certe cose, poi loro le apprendono in maniera distorta su Facebook e la compagnia dei loro pari”. Altra cretineria. Per la doppia ragione che Facebook e i pari vincono sempre sull’istruttore di cani. E in secondo luogo perché questa pedagogia è la principale responsabile di una scuola in cui l’educazione ha perso ogni centro di gravità umano ed è diventata piombo di teoria. Piombo che esaurisce i nervi degli istruttori. E piombo che intristisce fino indurre a serie patologie corpi e menti degli scolari. Irretiti da adulti che, purtroppo, facendo loro una vita da cani, avrebbero bisogno loro di una brava maestra di scuola elementare.
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