Non mi danno il Bonus 80 euro. Cosa posso fare? L’esperto risponde

Di Massimiliano Casto
18 Luglio 2014
«Sono una lavoratrice co.co.pro e il consulente del mio datore di lavoro sostiene che siccome il co.co.pro ha una retribuzione concordata, il titolare ha solo la facoltà non l’obbligo di versarmi i contributi»

80EUROrenziMassimiliano Casto, autore di questo articolo, è Tributarista e Consulente del Lavoro. Chi avesse interrogativi particolari o volesse sottoporre domande su questioni riguardanti la fiscalità può scrivere a [email protected], specificando nell’oggetto: “Fisco semplice”. Altri quesiti li potete trovare qui.

Quesito

Buongiorno, sono una lavoratrice co.co.pro e il consulente del mio datore di lavoro sostiene che siccome il co.co.pro ha una retribuzione concordata, il titolare ha solo la facoltà non l’obbligo di versarmi i contributi! In base a questa affermazione non mi vengono erogati gli 80 euro in busta paga! Ho chiesto di inviarmi la circolare che attestava quanto affermato e mi è stata girata la nr. 9 di maggio, che, a mio avviso, non fa nessuna menzione di retribuzioni concordate né di facoltà, oltre a chiedermi di pagargli una parcella per la consulenza di € 200,00!! Mi sono informata con il Caf della Cgil e non sono stati in grado di chiarirmi il punto: mi hanno semplicemente detto che, a loro avviso, i co.co.pro hanno diritto di riceverli punto e basta. Potrebbe aiutarmi a capire se quanto affermato dal consulente del lavoro del mio titolare è fondato, oppure mi sta facendo uno sgarbo dal momento che sono incinta e il mio titolare vorrebbe mandarmi via il prima possibile?
Grazie mille per la sua disponibilità, saluti
Francesca

Risposta

Il Bonus di 80 euro (ne aveva già parlato qui), innanzitutto, consiste in una riduzione del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti e assimilati. Ne hanno diritto tutti i lavoratori subordinati, pubblici e privati, i lavoratori a collaborazione coordinata e continuativa (Co.Co.Co.) e a progetto (Co.Co.Pro.), borsisti, tirocinanti e stagisti, lavoratori in mobilità, in cassa integrazione e in disoccupazione. Sono esclusi i contribuenti che percepiscono esclusivamente redditi da partite IVA oppure compensi per l’attività libero professionale intramuraria del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale, le indennità, i gettoni di presenza e gli altri compensi corrisposti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni per l’esercizio di pubbliche funzioni e le indennità percepite dai membri del Parlamento nazionale e del Parlamento europeo. Nel 2014 il bonus sarà di 640 euro, ovvero di 80 euro tondi al mese, per tutti i lavoratori dipendenti e collaboratori “assimilati” cioè co.co.co. e co.co.pro. che hanno un reddito annuo lordo fra 8.000,01 e 24.000 euro. Il bonus si farà via via più ridotto fino ai redditi lordi da 26.000 euro: per i contribuenti oltre quella soglia di reddito non ci sarà nessun beneficio fiscale. La circolare che le è stata menzionata cioè la n. 9/E/2014 dell’Agenzia delle Entrate, che ha dato seguito alla circolare 28 aprile 2014, n. 8/E e alla risoluzione 7 maggio 2014, n. 48/E, illustra operativamente e più nel dettaglio l’applicazione della disposizione dell’art. 1 del D.L. n.66/2014 e non dice che i lavoratori con contratto co.co.pro non hanno diritto al bonus.
Ricapitolando quindi il bonus deve essere pagato:

  • dal datore di lavoro in busta paga o dal committente per i co.co.pro. e co.co.co.;
  • direttamente dall’Inps per i percettori di prestazioni a sostegno del reddito;
  • direttamente dal fisco: nei casi in cui il contribuente ha diritto al bonus ma non lo ha percepito durante l’anno, come per esempio per colf e badanti, potrà chiederne il conguaglio nella dichiarazione dei redditi del 2015.

Infine è utile ricordare che il contribuente deve avere un reddito da lavoro dipendente o assimilato (anche co.co.pro) che superi la soglia della capienza, cioè le detrazioni da lavoro dipendente non devono superare l’importo dell’imposta Irpef. Non influiscono nel calcolo dell’imposta le detrazioni per familiari a carico.

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5 commenti

  1. marco

    Salve il mio bonus lo frega la dita dove sono assunto e non solo a me a tutti i miei colleghi. Attualmente siamo in casa integrazione e lavoriamo lo stesso .la dita si prende gli soldi di casa integrazione,bonus sociale,transferte,etc.
    l impresa e di un siciliano. NON SONO CONTROLATI! FANNO QUELLO CHE VOGLIONO .

  2. anna

    Buongiorno,
    a marzo sono stata assunta con un contratto a tempo determinato di 3 mesi con una retribuzione pari a circa 1050 netti mensili, con la promessa che al momento del rinnovo avrei avuto un adeguamento a 1200. Nella busta di maggio ( ricevuta a giugno) figurava il credito d’imposta pari a 69 euro. Pensavo che quindi il mio guadagno mensile futuro sarebbe stato 1269 o giù di lì. Qualche settimana fa firmo il nuovo contratto che prevede un aumento di ” 100 euro netti al mese”. Ho pensato che mi avevano fregato e che mi avevano dato un aumento minore perché tanto ai 1200 ci arrivavo con i soldi del governo. Oggi percepisco il primo stipendio del nuovo contratto pari a 1159 euro mensili. A parte il fatto che loro non mi hanno dato l’aumento promesso, dove sono finiti i 69 euro? È possibile che mi abbiano dato l’aumento tramite quelli? Possono farlo? Mi sento presa in giro. Grazie

  3. filomena

    Il diritto spetta al lavoratore, non alla famiglia quindi é vero quello che dici tu ma non si può “abbassare le tasse” a chi di fatto non produce reddito. Al netto della difficoltà a trovare lavoro, é chiaro che se uno sceglie di “restare a carico di qualcun altro” qualche penalizzazione la subisce.

    1. Vincenzo

      Grazie Filomena del chiarimento , comunque resto abbastanza perplesso , anche perché credo che andrebbe rivisto il meccanismo , a prescindere dalla penalizzazione che un soggetto a carico possa provocare resta sempre il fatto che per assurdo una famiglia che ha un reddito gia’ superiore ad un’altra famiglia debba essere premiata con altre migliaia di euro in piu’ all’anno . E questo non mi sembra giusto .
      A risentirci .

  4. VINCENZO

    Buongiorno,
    sono un lavoratore dipendente monoreddito con moglie e due figlie a carico a cui non spetta l’agevolazione degli 80 euro mensili per superamento della soglia posta dal governo . Vorrei pero’ capire se questa agevolazione viene concessa in base al reddito complessivo di una famiglia o in base al reddito del singolo perché se fosse cosi’ all’interno di una famiglia dove lavorano piu’ persone potrebbe capitare che gli 80 euro diventino un doppio o additrittura un triplo beneficio ulteriore per chi normalmente ha gia’ un reddito complessivo di per se superiore ad un monoreddito .

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