No al condono fiscale? Permetterebbe di recuperare 70 miliardi

Di Redazione
11 Ottobre 2011
Agenzia delle entrate, Equitalia e Inps nel 2010 hanno recuperato 25 miliardi evasi dopo 300 mila azioni di controllo. I controlli sostanziali sono stati appena lo 0,63% del totale dei contribuenti. Il condono fiscale, invece, secondo il collaboratore di Italia Oggi Daniele Cirioli, permetterebbe di recuperare dai 50 ai 70 miliardi di euro

Fare il condono edilizio e fiscale «vorrebbe dire frenare sul nascere il progetto di contrasto all’evasione fiscale, sarebbe un togliere forza al nostro vero obiettivo» ha detto in un’intervista ad Avvenire il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ma l’Italia «deve fare le riforme, compresa quella elettorale, deve mettere in moto misure per la crescita e deve abbattere il debito» controbatte Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, e deve farlo «attraverso una misura di finanza straordinaria che può essere una forma di patrimoniale morbida, una riforma delle pensioni, le dismissioni e se questo non bastasse, anche un condono edilizio e fiscale». E a chi parla di ipotesi “morale”, risponde: «Non credo che l’ etica si misuri sul condono, ma sulla capacità di trovare le risorse».

Il quadro, insomma, all’interno dello stesso Pdl è tutt’altro che chiaro, anche se recuperare fondi a costo zero per i cittadini attira. Soprattutto se c’è la possibilità di recuperare dai 50 ai 70 miliardi di euro. Secondo il collaboratore di Italia Oggi Daniele Cirioli, che è intervenuto sul tema fiscale con un articolo sull’Occidentale, oggi la probabilità per un evasore “noto” di essere scoperto è pari al 5%: “E’ vero che con il condono i furbi sono ammessi al pagamento delle imposte a prezzo scontato, ma di fronte a tanta evasione (a quanto siamo arrivati? A 150/200 miliardi di euro?), ad un’economia in affanno e alla probabilità scarsa di scovare i furbi, meglio questo poco che il niente”.

Nel 2010 la somma recuperata dalla lotta all’evasione di Agenzia delle entrate, Equitalia e Inps ammonta a 25 miliardi: “L’Agenzia ha recuperato 10,5 miliardi di euro (15% in più rispetto al 2009) a cui vanno aggiunti altri 6,6 miliardi di euro per rettifiche dei crediti d’imposta non spettanti (in tutto quindi 17,1 miliardi di euro). Il recupero dei contributi evasi da parte dell’Inps è stato di 6,4 miliardi di euro (12% in più rispetto al 2009). Equitalia ha riscosso 1,9 miliardi di euro mediante i ruoli (19% in più rispetto al 2009). Per recuperare quei 17,1 miliardi d’euro l’Agenzia ha fatto 278.699 azioni di controllo: 1.643 tutoraggi alle grandi imprese (cioè con volume d’affari non inferiore a 200 milioni di euro); 8.602 interventi esterni; e 268.454 accertamenti che hanno riguardato 2.609 grandi imprese, 15.524 medie imprese, 219.878 imprese minori e professionisti e, infine, 30.443 persone fisiche”.

Questi controlli equivalgono allo 0,63% del totale dei contribuenti, il 4,56% dei contribuenti titolari di partita Iva (persone fisiche, società, enti non commerciali) e il 4,66% dei contribuenti titolari di partita Iva, esclusi gli enti non commerciali. La mole di lavoro richiesta per eliminare l’evasione attraverso i controlli, scrive ancora Cirioli, sarebbe dunque mostruosa, impossibile. Più semplice “rispondere con una maggiore giustizia sociale, con imposte basse e con uno Stato meno guardone e meno coercitivo”. Per questo, “in situazioni di emergenza, come è l’attuale crisi, diventa cosa buona e giusta il ricorso a soluzioni alternative, quale può essere il condono fiscale. I numeri danno ragione della convenienza dal punto di vista finanziario perché consentirebbe di recuperare 50-70 miliardi di euro o forse più, che con moltissima probabilità resterebbero per sempre sconosciuti al fisco”.

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