
Nigeria, sfuma l’accordo tra Boko Haram e governo. Leader terrorista: «Mai proposto il cessate il fuoco»
Se il leader di Boko Haram farà un intervento pubblico in cui rinuncia alla violenza, allora potremmo firmare un armistizio con i terroristi. Così si era espresso lo scorso 19 febbraio il generale nigeriano Sarkin-Yaki Bello, coordinatore nazionale del Centro antiterrorismo, sulla possibilità di un accordo per arrivare a un “cessate il fuoco” tra il governo del paese più popoloso dell’Africa e la setta terrorista di estremisti islamici. I Boko Haram – nome che in lingua Hausa significa «L’educazione occidentale è peccato» – in Nigeria dal 2009 hanno già ucciso oltre 3 mila persone.
MAI PROPOSTO IL CESSATE IL FUOCO. Ieri è arrivata la risposta con un breve filmato pubblicato su Youtube da parte di Abubakar Shekau, leader dei terroristi: «Boko Haram non ha mai proposto un “cessate il fuoco” e non siamo in dialogo con il governo né siamo pronti a discutere, almeno fino a quando le nostre condizioni non saranno soddisfatte». A gennaio, infatti, uno dei comandanti della setta, Sheikh Muhammed Abdulazeez Ibn Idris, aveva dichiarato di volere porre fine alla stagione di violenze. «Abdulazeez – continua il leader dei terroristi – non ha parlato a mio nome e mi dissocio completamente da lui».
LE CONDIZIONI DI BOKO HARAM. Le «condizioni» di cui parla Shekau sono due: che il governo non uccida più militanti di Boko Haram (proprio ieri in uno scontro a fuoco ne sono stati uccisi 20 nello Stato di Borno) e che smetta di riferirsi a loro come a dei «ladri armati». La soluzione del conflitto tra la setta, che mira a portare l’instabilità nel paese puntando soprattutto all’esplosione di conflitti etnico-religiosi, e il governo è ancora di là da venire.
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