Nigeria. Sei mesi fa Boko Haram rapiva 276 ragazze da Chibok e «la gente ha ormai perso la speranza»

Di Leone Grotti
14 Ottobre 2014
Il governo e i nigeriani pensano che siano ancora vive ma in pochi sperano di riaverle indietro. Intervista a padre Kassam (Jos): «Confido nel governo e in Dio»

Ormai non se ne parla quasi più ma sei mesi fa, nella notte tra il 14 e il 15 aprile, 276 ragazze sono state rapite da Boko Haram dalla cittadina di Chibok, nello Stato settentrionale di Borno. Alcune decine sono riuscite a scappare subito dopo il sequestro ma delle altre non si sa ancora nulla.

PROMESSE DEL GOVERNO. «Il governo ci ha assicurato che le riporterà indietro. Continua a dire che le salverà», afferma a tempi.it padre Kassam Basil Fukshiwe, sacerdote dell’arcidiocesi di Jos e membro della commissione Giustizia e pace. «Per il momento però non è successo ancora niente e sinceramente non sappiamo quanto queste assicurazioni siano sincere».

«PERSA LA SPERANZA». Padre Kassam ha deciso di «credere nel governo, visto che continuano a promettere che saranno salve», e «in Dio, perché se Lui vuole possiamo reintegrare queste ragazze nelle loro comunità». Ma la maggioranza dei nigeriani non la pensa così: «Quasi nessuno crede più nella loro liberazione, la gente ha perso la speranza. Ormai sono sei mesi che le cercano e ancora non sappiamo se sono nello stesso luogo o in posti diversi».
L’unica buona notizia è che in Nigeria tutti credono che «siano ancora vive, anche se non sappiamo come il governo intenda riportarle a casa. Temiamo però che la dignità di queste giovani ragazze, appena studentesse, sia stata violata».

«CONFIDIAMO NELL’ESERCITO». Negli ultimi giorni sull’esercito sono piovute moltissime critiche. Da sempre alcune divisioni dell’arma nigeriana vengono accusate di favorire i terroristi, evitando di combatterli davvero o arrivando in ritardo nei paesi attaccati dai terroristi islamici. Le condanne si sono fatte più insistenti dopo che diversi soldati sono stati arrestati con l’accusa di essere informatori di Boko Haram: «In ogni società umana ci sono le persone che perseguono il bene e quelle che perseguono il male», continua padre Kassam. «La stessa cosa vale per l’esercito nigeriano, dove molti sono informatori di Boko Haram. La grande maggioranza però combatte sinceramente contro i terroristi e noi li consideriamo i nostri angeli. Solo l’esercito infatti può fermare Boko Haram e riportare a casa le ragazze di Chibok».

@LeoneGrotti

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2 commenti

  1. Sebastiano

    Povere ragazze, divorate prima dagli animali di BH e poi dal consumismo occidentale.
    Prima tutti e tutte in bella vista, con gli adesivi e gli hashtag, a mostrare (il più mediaticamente possibile) compassione per loro e poi via nel secchio del dimenticatoio. The show must go on.

  2. Menelik

    Ci vorrebbero dei consiglieri militari occidentali.
    D’accordo coi settori sicuri del governo e dell’esercito nigeriano, tendere trappole, cimici e quanto serve per smascherare i traditori, farli sparire….eliminarli, scusate il cinismo, ma è così.
    Una volta ripulito l’esercito muovere l’attacco a Boko Haram.
    Individuare le cellule operative, isolarle e neutralizzarle tanto dentro la giungla non sente e non vede nessuno.
    E basta col pietismo da quattro soldi, buono solo a generare mostri, e darci l’illusione di non essere ipocriti fino al midollo.
    I Boko Haram sono un branco di gradassi.
    Fanno i gradassi perché sanno di essere ben spalleggiati.
    Se la loro rete di informatori viene a mancare, si sgonfiano e crollano, cioè faranno una finaccia.
    In quanto alle ragazze, sono state ridotte in schiavitù.
    Magari sono state già vendute e chi non si è piegata sarà stata uccisa, probabilmente, e chissà in quali modi raccapriccianti come deterrente per le altre.
    E si dovrebbero avere paranoie per tendere trappole per smascherare i traditori e farli sparire?

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