
Nigeria. La strage di Natale di cui ci siamo già dimenticati

Sebbene la nostra stampa e i social si siano molto concentrati sulle polemiche del post di +Europa sulle tradizioni e sull’interruzione della Messa a Padova a opera dei balordi di Ultima Generazione, la vera notizia di Natale passata sotto silenzio è l’ennesima strage di cristiani in Nigeria.
Un gruppo di uomini armati, tra la vigilia e il 25 dicembre, hanno fatto irruzione nei villaggi a maggioranza cristiana nello Stato di Plateau, nel centro-nord del Paese, e ucciso circa 160 persone. Sarebbero più di trecento i feriti, trasferiti negli ospedali di Bokkos, Jos e Barkin Ladi. Più di duecento case sono state rase al suolo. Il governatore dello Stato, Caleb Mutfwang, ha descritto le azioni come «barbare, brutali e ingiustificate» ad opera di «banditi» che tutti hanno identificato essere militanti Fulani.
La complicità della Nigeria
Non è la prima volta che i pastori musulmani Fulani attaccano i villaggi cristiani. Come ha spiegato Jo Newhoise, portavoce dell’agenzia Open Doors, «le conferme sull’identità e sul movente degli attentatori tarderanno ad arrivare. Possiamo però basarci su ciò che sappiamo essere accaduto in questa regione per un lungo periodo di tempo. Sappiamo che le comunità agricole, per lo più cristiane, hanno subito attacchi da parte dei militanti Fulani (musulmani) per molti anni. Sebbene nella narrativa comune, la colpa degli attacchi ricada spesso su questioni come il cambiamento climatico, l’etnia, ragioni socio-economiche o politiche, in realtà l’elemento religioso di questi attacchi non dovrebbe mai essere sottovalutato. Abbiamo visto troppe volte cristiani indifesi attaccati senza alcuna ragione!».
Le associazioni cristiane puntano il dito contro le forze dell’ordine e l’esercito, accusati di non proteggere i villaggi. Bitrus Pogu, presidente di Mbf, ha parlato di un «massacro» che sta avvenendo con la «complicità del governo e delle forze dell’ordine». Sebbene i nascondigli dei terroristi siano noti, non si fa nulla per estirparli, anzi si permette ai Fulani «di contrabbandare armi, addestrare mercenari e scatenare un terrore inimmaginabile sui cittadini innocenti».
Cristiani perseguitati
Come Tempi vi ha raccontato nel suo recente reportage, la Nigeria è l’epicentro mondiale della persecuzione anticristiana. Solo l’anno scorso 5.014 cristiani sono stati uccisi in quanto cristiani.
«Il rapimento e lo stupro di donne cristiane è stato usato come arma tanto dai terroristi di Boko Haram come da questi allevatori islamici Fulani per devastare le vittime, le loro famiglie e le loro comunità. Non bastano gli attacchi, le uccisioni, i rapimenti, ma anche l’abuso sessuale è usato in una strategia chiara per debellare la presenza cristiana dall’intera area. Lo stato nigeriano palesemente non è in grado di arginare tutto questo, lasciando spesso impuniti molti degli autori, proponendosi come un notaio di questa dinamica di estirpazione delle comunità cristiane», ha detto Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors in Italia.
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