
Nigeria. Bombe in moschea e strage in un villaggio cristiano. Le parole del Papa e del sultano di Sokoto
«Tanti islamici offesi [davanti agli attentati terroristici dello Stato islamico] dicono: “Il Corano è un libro profetico di pace, questo non è l’islam”. Io lo capisco, questo. (…) Così ho detto al presidente: sarebbe bello che tutti i leader islamici lo dicano chiaramente e condannino quegli atti. Perché aiuterà la maggior parte del popolo islamico, ascoltarlo dalla bocca dei suoi leader (…). Gli islamici che hanno una identità dicano: noi non siamo questo, il Corano non è questo». Così ha dichiarato ieri papa Francesco ai giornalisti, mentre il volo AZ 4001 lo riportava a Roma dalla sua visita in Turchia.
ATTENTATO IN MOSCHEA. Durante il viaggio il Papa non ha solo denunciato le vittime del terrorismo in Iraq e Siria, ma anche in Nigeria, dove venerdì Boko Haram ha massacrato almeno 120 persone attaccando la moschea centrale di Kano (capitale dell’omonimo Stato). Un commando di miliziani ha prima lanciato bombe all’interno del più importante luogo di culto della città, poi ha aperto il fuoco sui fedeli musulmani. Oltre ai morti, centinaia sono i feriti. Tre terroristi sono stati presi vivi fuori dalla moschea, riporta la Bbc, e la folla li ha prima linciati e poi bruciati vivi.
«CADAVERI SULLE STRADE». Alla strage di venerdì, ne è seguita un’altra sabato, quando una trentina di uomini di Boko Haram hanno attaccato il villaggio cristiano di Shani, nel nord del Paese. A causa delle difficili comunicazioni con la zona, non si sa ancora quante persone siano morte, ma testimoni oculari hanno raccontato a Reuters che i miliziani sono arrivati in moto nel villaggio, facendo esplodere con ordigni le case e aprendo il fuoco sui passanti per strada. «Hanno distrutto la stazione di polizia, molte case e le antenne per le telecomunicazioni. Ho visto la gente che scappava e ho visto molti cadaveri sulle strade», afferma un residente.
«VIOLENZA FOLLE». Il presidente del pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, il cardinale Jean Louis Tauran, riferendosi alle stragi di Boko Haram ha dichiarato: «Noi siamo tutti sconvolti per questa violenza folle che continua a colpire e uccidere anche dei credenti pacificamente riuniti per la preghiera. Non si può restare in silenzio, non si può rimanere indifferenti. Dov’è l’intelligenza, dov’è la ragione, dov’è il cuore? Dobbiamo denunciare questo mistero d’iniquità. Spero che la comunità internazionale sappia reagire in maniera unanime e molto velocemente».
Anche monsignor John Niyiring, vescovo di Kano, ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia Misna: «Che Boko Haram uccida i musulmani e gli uomini di preghiera, senza distinzione, non è una novità; per questo, come cristiani, siamo vicini alla comunità islamica e continueremo a esserlo».
«ISLAM SI UNISCA». Le parole del Papa e del cardinale hanno forse avuto qualche effetto in Nigeria. Il sultano di Sokoto, nonché presidente generale del consiglio supremo nigeriano degli Affari islamici, Alhaji Mohammed Abubakar Sa’ad III, ha dichiarato: «Chi perpetra questi attacchi [alle moschee] non è un musulmano, perché l’islam non insegna questo. (…) È venuto il tempo per tutte le diverse sette islamiche in questo paese di unirsi e porre fine all’insurrezione in questo paese».
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9 commenti
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A titolo di esempio: nessuno può ragionevolmente prevedere quali frutti darà la testimonianza alla Moschea Blu. ma non mi aspetto, di fronte a un papa che prega verso La Mecca e prende su di sé come una specie di grazia supplementare la benedizione di un Muftì, che un musulmano senta il bisogno impellente di convertirsi e di correre o meglio, espatriare da un posto intollerante non solo verso i cristiani come la Turchia per farsi battezzare in qualche altro posto. Credo che chi è musulmani sarà molto contento così: e qualche altro, che ci stava pensando, non sentirà più alcuna remora: e “ritornerà”, come una pecorella smarrita, alla “religione naturale” dell’umanità.
Guardi, non so bene come rispondere e capisco molto le sue obiezioni. Non posso negare che il Papa mi abbia da subito molto provocato. Dopo un iniziale smarrimento ho cominciato a vedere quante ragnatele imprigionavano il mio sguardo, su di me prima ancora che sul mondo.
Per me è stato necessario seguire il Papa (e le sue “rampogne”) per attraversare il muro della violenza delle mie formule e delle mie certezze ed incominciare la seconda navigazione.
Sembra davvero di perdere tutto quello che credevamo di tenere in mano, tutto si va perdendo nella furia e nell’odio a Cristo: una tradizione unica, una cultura totale, una bellezza architettonica e antropologica, una saggezza, una capacità di costruzione, una possibilità di rapporti veri … tutto quello che il cristianesimo ha costruito in duemila anni. Anzi non “sembra”, si va proprio perdendo, giorno dopo giorno, se vuole sbarco dopo sbarco.
Io, però, non ho paura perché per me il punto non è l’elenco di tutte queste cose straordinarie che si dissolvono.
La somma di tutte queste cose pesa meno di un granello di sabbia. Molto meno di un granello di senape.
Il punto è la mia di fede. Fu l’unico “dubbio” di Gesù: “quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora
la fede sulla terra?”.
Non si è preoccupato di trovare il Vaticano, la Porziuncola, Mont Saint-Michel, Notre-Dame, Lourdes, Medjugorie, il San Camillo, il Fatebenfratelli, le associazioni, le scuole cattoliche, le Acli, la Caritas, la marcia della pace, il piano pastorale, il campo scouts, il bar dell’oratorio …
Gli basta trovare qualcuno, uno (io) che lo aspetta, sicuro. E’ alla mia fede che il Papa mi ha richiamato ed è questa fede che Ratzinger testimoniò quando, povero e libero come un bambino, ha lasciato andare la barca, perché la Chiesa “la porta avanti il Signore”.
Una cattedrale è bella solo se c’è un uomo che guarda. Io rischio di custodire la cattedrale e non vedere Gesù che passa. Custodire la cattedrale e perdere l’uomo.
Non dubiti, ci sono e ci sarò, con le unghie e coi denti, e se (Dio non voglia) ci sarà chiesta la vita spero di averla al mio fianco, sull’ultimo bastione, per l’ultimo assalto. A difendere tutto, perché sicuri di non perdere niente!.
Mi sembra un approccio interessante e vincente, come ci insegnò il vecchio De la Valette.
Altro non so dirle, ma in caso di battaglia, si ricordi, il gran Muftì (al Cioccolato) è mio!.
Certamente, non voglio polemizzare sul (si figuri con il) papa e per la verità, non mi piace polemizzare, troppo seccante, ecco, con chicchessia. L’irenismo, il quietismo, la piacioneria, il buonismo a costo zero e peggio ancora, a spese di qualche altro, però, mi piacciono ancora meno. Cerchiamo di tenere gli occhi aperti, ma anche a occhi chiusi si capisce, stando così le cose, chi gioca a mescolare le carte e poi, le tira fuori pescandole nel torbido. Mi riferisco agli intellettuali, alle “voci critiche” di professione, agli opinion-maker insospettabili, dai divi del gliz-biz, dicono dove ci spediscono certe delizie, dalle star dei media ai guru delll’indusitria culturale fino ai leader politici, eletti e non eletti e perciò, proprio quelli che non danno neppure la confidenza di farsi votare da noi, più “eletti” degli altri.
Al vertice di una tale montagna di falsi idoli, non metterò chi, per investitura dall’Alto, custodisce verità che dovrebbero stare a cuore a ogni persona che non si lasci sviare da tutto questo show non stop. Ciascuno di noi, quando è chiamato a esercitare la propria libertà di giudizio, di parola e di azione, dovrebbe rendersi degno della responsabilità che gli è data. Ecco, questo, non è peccato dirlo, vale anche per il papa. Che è andato a farsi benedire dal Muftì. Non vorrei pensarci, ma lo penso: non volevo dirlo, ma l’ho detto.
ok, allora il Papa e Tauran son due poveri scemi, altro che Hajduc ed Ermes!
Il papa e Tauran, abbiano o no contezza di sondaggi e rilevazioni statistiche approntate da Fondazioni vaticane, agiscono sulla base di considerazioni che possono essere le più varie: opportunità politica, appeasement per scongiurare rappresaglie da parte di gente tanto permalosa e pacifica, un “porgi l’altra guancia” a chi, a forza di sberle, ti fa cadere la faccia a terra per calpestarla meglio, possono spiegare parole e gesti che si possono condividere o meno: e del resto, il sovrano non ha bisogno di giustificare i propri atti.
Sono i fautori del dialogo a senso unico, i fondamentalisti del politicamente corretto, gli antagonisti sempre pronti a protestare e a marciare contro l’Occidente, i Chouad Chakri o come si chiama – che, per me, non saranno mai italiani, la cittadinanza non è un atto burocratico o affaire fiscale ovvero un club di cui apprendere le regole e rispettarle per poterle cambiare a favore dei “nuovi” cittadini e di quelli in arrivo -; sono gli assertori dell’esistenza di un “Islam moderato” a dover dare una qualche spiegazione in merito a certe statistiche. Non solo limitatamente a Siria e Giordania o Egitto e Libia: ma anche riguardo le opinioni reali degli immigrati da più generazioni in Occidente, gente abituata a mentire fin da quando sbarca da noi e che, del resto, è incoraggiata dai propri testi sacri e “direttori spirituali” a mentire agli infedeli, cioè, a noi.
E lo si è visto in passato, in Uk: a una settimana dagli attentati alla metropolitana di Londra, il 70% degli immigrati dichiarava che il Regno Unito sarebbe dovuto diventare un Paese islamico in cui instaurare la sharya: e Scotland Yard valutava in 60.000 gli immigrati che, in caso di rivolta a sfondo religioso, sarebbero stati disposti a prendere le armi. Da cui, può darsi, la prudenza del papa: e la vigliaccheria di tutti gli altri, a cominciare dai politici, che gli immigrati, moderati o no, vogliono accoglierli tutti e sempre di più.
d’accordo al 100% sull’analisi della quinta colonna islamica (e non) che lavora in Italia, molti dei quali sono solo scemi altri invece giuda e traditori come Gano, vermilingui che sperano di poter leccare i piedi ai futuri signori e guadagnarsi un posto (ma nel caso saranno i primi ad essere sgozzati) .
Sono le scimmie e si agitano come il loro padrone.
Ciò non di meno io, per me, in quanto fango raggiunto e afferrato da Cristo, non posso non sperare che sia possibile incontrare e raggiungere il cuore di chiunque … al limite con una pallottola (per alcuni dementi specifico che l’ultima frase è una battuta)
Quella si chiama conversione e proprio per questo gli islamici, anche i moderati, considerano gli apostati il nemici peggiori, da punire con la morte o da radiare: perché, come saprà, per gli islamici, tutti noi nasciamo islamici e poi, traviati e corrotti, professiamo altre religoni o diventiamo atei. Questo glielo confermeranno il 90% dei musulmani, compresi i convertiti all’Islam, che dicono di “essere tornati” all’Islam: gli altrei, come lei e come me, siamo fuori della natura umana, al rango di bestie o di folli.
Per questo motivo, quando i musulmani citano, con aria commossa e pia, il versetto coranico “chi uccide un uomo, uccide tutta l’umanità”, omettono di dire che il versetto si riferisce all’uccisione di un islamico, non di un kafir, di un infedele, di uno che, rifiutando l’Islam, rinnega la natura umana.
Poi, uno vede il papa pregare volgendosi verso La Mecca: e nel far questo, ha accettato la benedizione di un Muftì. Ha idea di che significa, questo, per gli islamici? Per me, è un atto di sottimissione incredbile, su cui preferisco pronunciarmi da un punto di vista “politico”, laico, se vuole: quanto al valore profetico, tutto sembra dare ragione a chi vede in Maometto “il Sigillo dei Profeti.” Da parte del papa, che rappresenta tutti i cristiani, mi sarei aspettato altro. Ma Bergoglio ha dato dimostrazione di intendere il dialogo in modo tale che, per lui, atei, musulmani, ecc… sono il sale della terra e anzi, il lievito della fede e della Chiesa: mentre i cristiani vanno rampognati continuamente e solo loro. Le pare cristiano, Riccardo? Sinceramente, io rimango senza parole.
Da un sondaggio in Egitto dal “Pew Forum on Religion & Public Life” di Washington, risulta che l’84% degli egiziani vuole la pena di morte per l’apostata, mentre nella ‘moderata’ Giordania questa percentuale sale all’86%.
La favoletta dell’islam moderato potrà bersela qualche intellettuale progressista o qualche sprovveduto, ma la realtà è che è l’islam stesso ad essere, nel suo profondo, violento e intollerante.
Maometto andava in giro 1400 anni fa a sbudellare innocenti, perchè non dovrebbero farlo anche oggi i suoi seguaci?
Non esiste un “papa”, una “Chiesa” nell’Islam anche se un imam condanna, cosa cambia?? I radicali potranno sempre accusarlo di apostasia, di essere in combutta con i kuffar infedeli! Ed è quello che succede continuamente con imam più o meno “modernisti” e “moderati” eliminati dai “rigoristi e fondamentalisti”.