Niente sanzioni all’Iran, Israele potrebbe attaccare «entro Natale»

Di Leone Grotti
11 Novembre 2011
Cina e Russia si oppongono fermamente all'inasprimento delle sanzioni contro l'Iran. Il Daily Mail cita un alto funzionario britannico, secondo cui Israele potrebbe attaccare i siti nucleari della Repubblica islamica «entro Natale»

Israele sarebbe pronta ad attaccare i siti nucleari di Teheran «il prima possibile, entro Natale o l’inizio del prossimo anno» con il supporto logistico degli Usa. E’ quanto riportato dal Daily Mail, che cita un alto funzionario del Foreign Office britannico. L’indiscrezione arriva dopo il botta e risposta tra il premier israeliano Netanyahu, «il mondo non permetta che l’Iran si doti della bomba atomica», e la Repubblica islamica, «un’azione anche minima di Israele contro l’Iran e verranno distrutti», seguito all’ultimo rapporto dell’Aiea. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia atomica, l’Iran continua a lavorare per dotarsi della bomba atomica. In particolare, l’agenzia Onu ritiene che gli esperimenti condotti con esplosivi ad altissimo potenziale siano “un forte segnale del possibile sviluppo di ordigni”.

«Continuiamo a credere che il dialogo e la cooperazione siano il modo giusto per risolvere la questione nucleare iraniana. Le sanzioni in ultima analisi non possono risolverla». Il portavoce del ministro degli Esteri cinese Hong Lei ha ribadito con queste parole ancora una volta la posizione della Cina sulla volontà statunitense di inasprire le sanzioni contro l’Iran. Ma non è solo la Cina a schierarsi in difesa della Repubblica islamica, anche la Russia ha fatto sapere che non appoggerà nuove sanzioni: «Sarebbero interpretate dalla comunità internazionale come un mezzo per cambiare il regime a Teheran» ha detto il viceministro degli Esteri, Ghennady Gatilov, «e questo approccio è inaccettabile per noi».

Come dichiarato a Tempi.it da Stefano Magni, esperto di politica estera per L’Opinione, «una sanzione importante sarebbe un embargo serio sul petrolio iraniano. Dal 2005 a oggi questa decisione non è mai stata presa in considerazione». Pur possedendo enormi giacimenti petroliferi, infatti, l’Iran non si è ancora dotata di raffinerie ed è costretta a importare benzina dall’estero. Il suo principale partner commerciale è proprio la Cina, che compra a Teheran l’11% del proprio fabbisogno energetico e che nel 2009 ha imbastito trattative con l’Iran per 40 miliardi di dollari. Insieme alla Cina, anche la Russia ha sempre opposto il suo veto a sanzioni davvero efficaci contro l’Iran proprio perché Teheran, conclude Magni,  «ha avuto assistenza tecnica dalla Russia».

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