
Nella nostra assurda epoca post-tutto, buona Pasqua

19 aprile 1987
La nostra epoca non è affatto post-cristiana. È “post” tutto: post-illuministica, post-risorgimentale, post-marxista, post-scientista, ma non post-cristiana. I miti e le ideologie sono tutti al tramonto. Nessuno può più illudersi. Ma Cristo è vivo, e il cristianesimo appare sempre più la sola alternativa all’assurdo. Certo, il regno dell’assurdo è vasto, ma tutto è accorgersi che è assurdo. Molti vivono senza scopo, ma sentono di vivere senza scopo. Perciò c’è molto accanimento contro la Chiesa – la sola che si ribella all’assurdità – ma c’è anche molta attenzione a quello che dice e quello che fa.
Il mondo assurdo non mi fa paura: è la controprova, giusta e necessaria, della verità della fede e della necessità di Cristo. Mi fanno paura gli uomini di Chiesa che non ritengono più importante distinguere tra il vero e il falso, e i cristiani (specialmente gli intellettuali cristiani) che ragionano in modo mondano.
Ma la Pasqua ci dice: il Signore ha vinto, e dunque possiamo stare in pace.
Giacomo Biffi, Lettere a una carmelitana scalza (1960-2013), Itaca
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L’immagine è un Taz&bao di Tempi del 2014, che riporta due frasi:
«Es verdad ya. Mas fue
tan mentira, que sigue
siendo imposible siempre».
Juan Ramón Jiménez
(Ora è vero. Ma è stato così falso, che continua a essere impossibile)
«Quando uno intuisce il Fatto cristiano come vero, gli occorre ancora il coraggio di risentirlo possibile, nonostante le immagini negative alimentate dai modi angusti in cui esso è stato tradotto nella vita propria e della società».
Luigi Giussani La coscienza religiosa nell’uomo moderno. Note per cattolici “impegnati”, Jaca Book, 1985
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