Nel comunicato dell’Ue sulle persecuzioni religiose non si nomina la comunità cristiana

Di Benedetta Frigerio
01 Febbraio 2011
Il comitato dei ministri europei omette la comunità cristiana tra le vittime di persecuzioni religiose nel documento redatto dall'Ue. E Franco Frattini, promotore dell'iniziativa, chiede e ottiene di ritirare il documento

Il Comitato dei ministri esteri europeo, presieduto da Catherine Ashton, aveva già omesso, dopo le violenze e le stragi contro i cristiani, di fare un esplicito riferimento a queste comunità nella dichiarazione a tutela delle minoranze religiose. Ma il fatto che anche ieri la bozza arrivata sul tavolo dei ministri fosse rimasta uguale è ancora più grave: «Sarebbe un allontanamento dalla volontà popolare», ha dichiarato l’europarlamentare Mario Mauro, promotore della risoluzione.
Infatti, dopo le stragi di dicembre e gennaio si sono tenute diverse conferenze e incontri con i cristiani perseguitati a cui i parlamentari di Bruxelles hanno aderito in gran numero, rimanendo profondamente colpiti dalle testimonianze vive di chi è costretto a subire violenze continue. Così, il 27 dicembre, il Parlamento europeo ha votato a vasta maggioranza un testo che conteneva un riferimento chiaro alla persecuzione dei cristiani con indicazioni concrete all’Europa di non fare accordi o impostare partenariati con i paesi che non garantiscono la libertà religiosa.

 

Ma ieri la bozza dei ministri ha ignorato tutto ciò e, come se nulla fosse accaduto, è ritornata sulle sue vecchie posizioni. Così ha condannato solo genericamente, «l’intolleranza, la discriminazione e la violenza fondata sulla religione». Per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, se il documento non è passato come votato dal Parlamento Europeo è per via del «laicismo esasperato del Consiglio dei ministri». Infatti, il Consiglio Ue, di cui fanno parte 27 paesi, chiede l’unanimità. E se il testo parlamentare era stato appoggiato da molti paesi membri del Consiglio, a sorpresa, non solo il Lussemburgo, ma Stati cattolici come Spagna Portogallo e Irlanda hanno votato contro. Perciò Frattini ha chiesto e ottenuto che la bozza fosse ritirata, «perché non è credibile che l’Europa» in una situazione come quella attuale «non faccia riferimento ai cristiani». Inoltre, ha aggiunto Mario Mauro, «il Parlamento, dopo un duro lavoro, ha capito che esiste un problema di persecuzione dei cristiani che non c’entra con esibizioni identitarie. Piuttosto, è un venire meno della democrazia e della libertà per tutti».

 

Fa riflettere che il no venga proprio dai paesi occidentali di più lunga tradizione cattolica, soprattutto se si pensa che persino il Consiglio d’Europa, che conta 47 stati membri, aveva licenziato, sentite le testimonianze dirette dei perseguitati, un testo che denunciava esplicitamente l’attacco ai cristiani.

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